Strage in discoteca a Santo Domingo: crolla il tetto durante un concerto, almeno 98 morti
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Una notte di musica e festa si è trasformata in un incubo a Santo Domingo, dove il tetto di una grande discoteca è crollato durante il concerto di una popolarissima star del merengue. Il bilancio, ancora provvisorio, è drammatico: almeno 98 persone sono morte e decine risultano ferite, alcune in condizioni gravissime. Il locale, situato nella zona nord della capitale dominicana, era gremito all’inverosimile per l’evento, e secondo le prime ricostruzioni la struttura non avrebbe retto al peso eccessivo del tetto, aggravato da attrezzature sceniche e impianti di illuminazione.
Strage in discoteca a Santo Domingo: crolla il tetto durante un concerto, almeno 98 morti
La serata era attesissima: la star del merengue El Faraón, da tempo lontano dalle scene, aveva annunciato il suo ritorno con un evento spettacolare. Migliaia di persone si erano radunate già nel pomeriggio, molti dei quali giovani e giovanissimi. Il locale aveva superato abbondantemente la capienza consentita, ma nessuno dei presenti sembrava preoccupato. Secondo alcuni testimoni, il crollo è avvenuto mentre il pubblico saltava all’unisono su una delle hit più note del cantante. Le urla, lo schianto e poi il buio hanno lasciato spazio al panico, con persone schiacciate e intrappolate sotto le macerie.
Le operazioni di soccorso: una corsa contro il tempo
I soccorritori sono intervenuti immediatamente, ma le operazioni si sono rivelate complesse fin dai primi minuti. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte tra lamiere contorte e detriti, cercando di estrarre i superstiti e identificare le vittime. Il presidente della Repubblica Dominicana ha dichiarato lo stato di emergenza in tutta la provincia, e ha annunciato tre giorni di lutto nazionale. Squadre di emergenza sono giunte anche da altre città, mentre negli ospedali si cercano ancora donatori di sangue per i feriti più gravi. Le autorità hanno messo a disposizione un numero verde per parenti e familiari.
Indagini in corso sulla struttura: sotto accusa la gestione della sicurezza
Il procuratore generale ha aperto un’inchiesta immediata per accertare le responsabilità. Al centro delle indagini c’è la tenuta strutturale del tetto e il rispetto delle norme di sicurezza. Secondo alcuni documenti, il locale aveva ottenuto una licenza temporanea per ospitare eventi dal vivo, ma non era in regola con gli ultimi aggiornamenti richiesti dalle autorità municipali. Si sospetta che siano stati installati impianti e carichi extra senza le dovute verifiche statiche. Gli organizzatori del concerto e il proprietario del locale sono stati convocati per essere ascoltati, e non si escludono arresti nelle prossime ore.
Il dolore delle famiglie e la reazione del mondo dello spettacolo
La città è sconvolta. Centinaia di famiglie stanno ancora cercando i propri cari, alcuni dei quali risultano dispersi. Fuori dall’ospedale centrale si sono radunati gruppi di parenti in lacrime, mentre il governo ha allestito un centro di supporto psicologico per i sopravvissuti e per chi ha perso qualcuno. Numerosi artisti dominicani e latinoamericani hanno espresso cordoglio e solidarietà, chiedendo maggiore attenzione alla sicurezza nei luoghi di spettacolo. “Non è possibile morire per andare a un concerto”, ha scritto sui social una cantante molto popolare nella Repubblica Dominicana, mentre si moltiplicano le richieste di giustizia.
Un evento che segnerà la memoria collettiva del Paese
Quella che doveva essere una serata di gioia si è trasformata nella tragedia più grave degli ultimi anni nel Paese. Il lutto che sta attraversando Santo Domingo non è solo per le vittime, ma per un’intera generazione che si è sentita tradita dalle istituzioni e dalla superficialità di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza. Mentre le autorità promettono indagini rigorose e provvedimenti esemplari, resta il dolore di chi ha perso figli, fratelli, amici. Il ricordo di questa notte resterà scolpito nella memoria collettiva, come monito e come ferita ancora aperta nella coscienza di una nazione intera.