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Dazi digitali, svolta tra Canada e Stati Uniti: revoca immediata e nuovo accordo entro luglio

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dazi digitali, svolta tra Canada e Stati Uniti: revoca immediata e nuovo accordo entro luglio

Il Canada ha annunciato la revoca della tassa sui servizi digitali statunitensi, segnando un cambiamento radicale nei rapporti commerciali tra i due Paesi nordamericani. A comunicarlo è stato il ministro delle Finanze canadese François-Philippe Champagne, il quale ha sottolineato come la decisione sia maturata dopo giorni di tensione e stallo nei negoziati. La tassa, introdotta lo scorso anno con l’obiettivo di colpire i colossi digitali americani operanti sul suolo canadese, avrebbe dovuto generare oltre 4 miliardi di dollari in cinque anni. Tuttavia, la scelta di revocarla anticipa una fase di normalizzazione dei rapporti bilaterali, resa possibile dal nuovo corso politico a Washington guidato dal presidente Donald Trump.

Dazi digitali, svolta tra Canada e Stati Uniti: revoca immediata e nuovo accordo entro luglio

Secondo quanto dichiarato da Champagne, la revoca della tariffa è solo il primo passo verso un’intesa commerciale più ampia che dovrebbe essere formalizzata entro il 21 luglio. L’accordo, in fase avanzata di definizione, potrebbe contenere clausole specifiche per regolamentare in modo bilanciato i servizi digitali e armonizzare le imposizioni fiscali sui grandi operatori tech. Il presidente Trump, che solo pochi giorni fa aveva dichiarato pubblicamente la sospensione dei colloqui con Ottawa, sembra aver modificato la propria posizione dopo una serie di contatti riservati e telefonate tra le diplomazie. Le fonti americane fanno sapere che l’obiettivo è quello di evitare ulteriori frizioni in un contesto globale già segnato da turbolenze commerciali e instabilità finanziaria.

La mossa canadese nel contesto geopolitico
Il dietrofront del governo Trudeau sul fronte dei dazi rappresenta anche una risposta indiretta alla crescente pressione internazionale contro le politiche fiscali unilaterali nel digitale. Negli ultimi mesi, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) aveva sollecitato i Paesi membri a lavorare verso una soluzione multilaterale e condivisa. Il Canada, da sempre attento al rispetto delle regole multilaterali, rischiava un isolamento economico con ripercussioni dirette sugli investimenti esteri e sull’accesso al mercato nordamericano. Per questo, la revoca è stata accolta positivamente non solo negli ambienti finanziari ma anche tra gli analisti geopolitici, che la leggono come un segnale di maturità e pragmatismo.

Le reazioni di Washington e il ruolo di Trump
A Washington l’annuncio è stato accolto come una vittoria diplomatica del presidente Trump, che fin dall’inizio del suo secondo mandato ha spinto per una revisione degli accordi commerciali e per la tutela delle imprese americane contro quella che ha definito una “guerra fiscale mascherata”. Secondo fonti della Casa Bianca, la nuova intesa con il Canada rappresenta un modello per altri negoziati in corso, in particolare con l’Unione Europea e il Regno Unito, che hanno introdotto tasse analoghe. Il consigliere economico della presidenza ha definito la revoca “un passo nella giusta direzione”, lodando il pragmatismo del governo Trudeau nel riallinearsi alle priorità strategiche nordamericane.

Gli effetti sui giganti del tech
Tra i più attenti osservatori della vicenda ci sono i colossi digitali come Google, Amazon, Meta e Microsoft, direttamente coinvolti dalla tassa canadese. Le aziende, che avevano già avviato una controffensiva legale e diplomatica, vedono ora rafforzata la propria posizione sul mercato canadese, mentre l’incertezza fiscale si riduce. Il titolo di Alphabet, la casa madre di Google, ha fatto registrare un lieve rialzo alla Borsa di New York subito dopo la notizia, segno che i mercati accolgono positivamente lo scenario di stabilità regolatoria. Tuttavia, i gruppi restano cauti e attendono di leggere i dettagli del nuovo accordo, soprattutto sul fronte della tassazione minima globale.

L’impatto economico e politico interno
Sul fronte interno, il governo Trudeau si espone a critiche da parte delle forze progressiste, che vedevano nella tassa un modo per bilanciare il potere delle multinazionali e raccogliere fondi per il welfare canadese. Ma secondo il ministro Champagne, l’accordo con Washington garantisce maggiori benefici nel medio termine: non solo si evitano le ritorsioni commerciali che Trump aveva minacciato, ma si apre anche una nuova fase di cooperazione tecnologica tra le due economie. La revoca del dazio, afferma il governo, “non è una resa ma una scelta strategica per posizionare il Canada al centro delle grandi alleanze digitali del futuro”.

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