CRIF: protagonisti nell'innovazione, big data & analytics per la sostenibilità creditizia

- di: Redazione
 
Il percorso di crescita di CRIF, la strategia 2022-2024 tra soluzioni a supporto del credito e innovazione finanziaria, le prospettive dell’open banking in Italia, la Sostenibilità. Intervista a Marco Colombo, Managing Director Finance Italy di CRIF.

Intervista a Marco Colombo, Managing Director Finance Italy di CRIF

CRIF è una grande protagonista del settore finanziario grazie a un mix di innovazione tecnologica, conoscenze cross-settoriali e capacità di interpretare le nuove esigenze dei mercati più competitivi. Dottor Colombo, qual è l’evoluzione in corso negli strumenti di valutazione creditizia, tra vecchi e nuovi modelli, grazie a tecnologie Artificial Intelligence based e nuovi dati digitali?
CRIF è da sempre impegnata nell’innovazione in ambito Big Data & Analytics, fornendo soluzioni all’avanguardia per la valutazione creditizia.
Una linfa importante di nuovi dati arriva dalla PSD2. CRIF ha sviluppato un categorizzatore multilingua, ovvero un algoritmo di machine learning che classifica, sulla base di una tassonomia proprietaria, ogni transazione di conto corrente in una categoria di spesa o entrata, individuando oltre 240 categorie. Allenato su oltre 5 milioni di conti correnti e un miliardo di transazioni, il tool è in grado di costruire oltre 270 KPI su cui sviluppare algoritmi AI based per la valutazione del credito.
Un ulteriore boost alla conoscenza dei clienti e all’inclusione finanziaria può arrivare dal digital footprint. Nello specifico, CRIF e Fido hanno co-sviluppato TrustScore, indicatore di ultima generazione che sfrutta i digital footprint per valutare l’affidabilità digitale degli utenti. Le centinaia di segnali digitali analizzate da Fido, tra cui informazioni legate a indirizzo mail, numero di telefono, indirizzo IP e browser, aiutano i clienti a ottimizzare e velocizzare la loro esperienza di onboarding, e i player finanziari ad avere più elementi per la loro valutazione.

Un tema centrale delle piattaforme digitali è la capacità di riconoscere il cliente ed effettuare accurati controlli antiriciclaggio. Qual è il quadro attuale e le garanzie dell’offerta CRIF?
Oltre 40 player, finanziari e non, utilizzano oggi la piattaforma CRIF di digital onboarding, che consente un’interazione remota con clienti/prospect per processi smart e instant. Il tutto per assicurare un’esperienza cliente ottimale, adattabile ai più diffusi casi di utilizzo, attraverso un’infrastruttura tecnologica “cutting edge” a supporto di processi di riconoscimento/identificazione dei propri clienti in linea con i requisiti di compliance e sicurezza informatica. I benefici riscontrati sono tangibili: 80% di conversione entro 24 ore dall’inizio dell’onboarding della nuova clientela, meno di 5 minuti per completare il processo end-to-end di application a un nuovo conto corrente, -70% i tentativi di frode da impersonificazione grazie alle misure antitampering e antispoofing.
Oltre al riconoscimento, è necessario anche identificare correttamente il cliente e, nel caso di imprese, gli effettivi poteri della persona identificata. Registriamo una crescita di operazioni sospette nell’ordine del 6-7% all’anno, a riprova di quanto questi controlli siano importanti. CRIF ha sviluppato una piattaforma, già scelta dai principali gruppi bancari italiani, che digitalizza il processo KYC valorizzando l’ecosistema di dati CRIF con un’architettura aperta a nuove fonti. Altre componenti di eccellenza sono: la verifica real time del profilo di rischio della persona fisica e/o giuridica con sistemi analitici AI based; l’estensione anche oltre confine delle verifiche grazie al network mondiale di CRIBIS D&B; il team di CRIF BPO che interviene ove siano necessarie informazioni non reperibili in automatico e/o per anomalie; non ultima, la tecnologia sicura, certificata e flessibile.

Utilizzo del credito al consumo nell’e-commerce. Quale è l’atteggiamento degli italiani nel ‘buy now pay later’? Quali le differenze con quanto avviene negli altri grandi Paesi europei?
Il Buy Now Pay Later (BNPL) rappresenta una novità per il mercato italiano. Pur essendo conosciuto, secondo una indagine CRIF-Nomisma, dal 18% dei consumatori, è stato utilizzato solo dal 2% della popolazione (principalmente di Millennial), rispetto a una penetrazione in Germania e nei mercati nordici nell’ordine del 20%. La soluzione suscita però interesse e il 54% degli italiani pare pronto a provarlo, in particolare nella fascia d’età 45-54 anni.
Per consentire ai player di cogliere questa opportunità di mercato, CRIF ha realizzato una innovativa soluzione AI based per la gestione del rischio di credito e di frode nella valutazione specifica delle richieste di finanziamento BNPL. Siamo già partner di alcuni top player di mercato, quali ad esempio Cofidis e Sella Personal Credit sul mercato italiano, oltre a Klarna e grandi retailer leader nell’e-commerce come Zalando, La Redoute, Fly Now Pay Later, a livello internazionale.
Inoltre abbiamo sviluppato una piattaforma omnichannel (fruibile as a service tramite API in cloud) per gestire i processi di acquisto sia online che in store, integrabile con i sistemi gestionali dei merchant e dei player finanziari. L’offerta CRIF copre dunque tutte le esigenze, dalla sola fornitura di score specifici a piattaforme per la gestione integrale del servizio.

Quali sono le prospettive sullo sviluppo dell’open banking in Italia? Come le piattaforme tecnologiche sono - e potranno essere sempre più - a supporto dell’industria del credito?
La rivoluzione annunciata dell’open banking è ancora lontana ma stanno crescendo gli operatori che l’adottano. In Italia stiamo supportando sia i principali player finanziari tradizionali (American Express, Banco BPM, Findomestic, ecc.) sia varie challenger bank (Aidexa, Opyn, Azimut Market-place, ecc.), con piattaforme digitali che integrano componenti tecnologiche di aggregazione, categorizzazione, analytics e pagamento.
Le piattaforme CRIF consentono di utilizzare in un unico touchpoint tutte le più avanzate leve digitali, quali l’account aggregation, le funzionalità di digital onboarding, i sistemi di Know Your Customer, soluzioni di personal e business financial management. Abbiamo anche stretto una partnership con Microsoft per sviluppare una piattaforma di instant lending con un’architettura API based, cloud-native e serverless.
Perché il mercato stenta dunque a decollare? Non certo per le tecnologie disponibili, che sono ormai consolidate e tanti “nuovi entranti” le hanno adottate. Ad esempio, le soluzioni di personal financial management di Strands - società del gruppo CRIF specializzata in soluzioni di digital banking - sono implementate in più di 700 istituzioni finanziarie in 30 Paesi.
Ma un conto è “offrire” e un altro “fare utilizzare”. La clientela finale utilizza le nuove soluzioni solo a fronte di un chiaro beneficio (ad esempio, nel caso di un prestito online, se fornendo i dati di conto si alza la probabilità di accedere al finanziamento). E poi i player tradizionali poggiano su modelli di gestione prevalentemente fisici e su sistemi tecnologici non sempre aperti a integrare le nuove soluzioni. Tutti stanno investendo sul digitale ma far evolvere macchine complesse richiede tempo e una “nuova cultura gestionale”. Certo è che chi non investe rischia, un bel giorno, di venire travolto da un mondo che oggi appare ancora lontano ma così lontano non è.

Puntate molto sull’inclusione digitale finanziaria e CRIF, offrendo soluzioni a supporto dei clienti per migliorare l’accesso al credito, ha già da tempo un ruolo chiave nel favorire tale inclusione. Ma può essere ulteriormente aumentata? La spinta del PNRR potrà essere decisiva su questo fronte?

CRIF investe di continuo per migliorare gli strumenti di valutazione creditizia e non, aggiungendo nuovi dati e nuovi score, utilizzando metodologie innovative AI based, dotandosi di piattaforme e capacità elaborative più potenti.
In aggiunta banche e assicurazioni stanno investendo su strumenti di financial advisory/coach per i clienti e le loro reti, che utilizzano dati e tecnologie messi a disposizione da operatori quali CRIF. Ad esempio, abbiamo sviluppato un sistema di Digital Risk Assessment che consente ad agenti e broker di assicurazione di fare valutazioni oggettive di rischio (fisico) di un’impresa integrando un’enorme mole di dati territoriali, immobiliari e specifici dell’impresa stessa. Si supera la valutazione soggettiva della persona che, spesso, per mancanza di conoscenza, è portata a non prendere rischi e quindi a limitare a pochi l’offerta assicurativa.
Il PNRR è certamente un’opportunità per tutti, player finanziari e imprese. CRIF ha sviluppato una piattaforma che, con la semplice partita IVA, consente di individuare l’“eligibilità” ai diversi filoni del PNRR. Inoltre, grazie a un accordo con Credit Data Research, può offrire consulenza all’impresa stessa - anche tramite la banca - per accedere ai bandi e predisporre tutta la documentazione necessaria, in fase di richiesta e di monitoraggio.
Le risorse del PNRR potrebbero far fare quel salto finale in tema di sostenibilità, digitalizzazione e inclusione che tutti ci auguriamo: purché ogni attore si adoperi per far funzionare correttamente il meccanismo. E noi di CRIF daremo una mano affinché ciò accada.
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