Assemblee societarie: dalla Consob un esempio ignorato

- di: Redazione
 
Chi ha qualche anno sulle spalle e ha compiuto i primi passi nel mondo della scuola quando ci si andava in grembiule nero, con tanto di fiocco rosso (o azzurro, a seconda delle latitudini), si ricorderà la figura del capoclasse, una sorta di braccio operativo del maestro o della maestra. Una carica onorifica, ma che aveva una funzione, almeno agli occhi di chi, orgoglioso, la deteneva.
Aveva dei compiti specifici (come urlare, spesso inascoltato, ''tornate al posto'', ''smettetela di spingervi''). Niente di che, ma al quale di solito si obbediva, ritenendo il capoclasse in stretto collegamento con il docente. Ma spesso il resto degli scolari non lo stava nemmeno a sentire, proseguendo nelle sue attività. A rifletterci un po', quel capoclasse oggi potrebbe essere paragonato alla Consob, un organismo importante, con compiti specifici e cogenti, ma che evidentemente in termini di esempio non ha che un seguito simbolico.

Consob: l'incontro annuale con il mercato finanziario si svolgerà in presenza

Parliamo, specificamente, del prossimo evento organizzato da Consob - l'incontro annuale con il mercato finanziario, convocato per il 21 giugno - che, per la prima volta nei due anni di pandemia (con il corollario di divieti e prescrizioni), si svolgerà in presenza. Quindi, tutti coloro che ne hanno titolo e lo vorranno, potranno partecipare all'incontro, che comunque avrà delle limitazioni nel numero dei partecipanti.

Ci si chiederà: e allora?
Allora c'è che mentre Consob - che delle società quotate è il ''guardiano'' - torna ad un formato rispettoso delle assemblee, riaprendo le porte a tutti e dando la facoltà, a chi lo ritiene, di fare sentire le sue ragioni o le sue perplessità, altri non ne seguano l'esempio. Perché il ritorno alla normalità oggi non è consentito dalla stragrande maggioranza delle società, che si aggrappano, speciosamente, alla possibilità data da un decreto del presidente del Consiglio di proseguire nel tenere le loro assemblee in modalità esclusiva. In queste modo le porte delle assemblee restano sbarrate fisicamente, ad eccezione di un rappresentante degli azionisti indicato dal CdA. Non certo il modo migliore per tutelare gli azionisti, considerati come evidentemente fastidiose componenti del capitale.

La Consob non è un ''primus inter pares''
, ma un organismo di controllo e indirizzo e quindi se decide di tornare a quella che era la normalità prima della pandemia le società, pur non essendo obbligate, ne dovrebbero seguire l'esempio. Come il capoclasse dei tempi che furono.
Invece no: si prosegue per una strada che esclude gli azionisti.
In ogni caso la Commissione, che ha uno specifico mandato di vigilanza, non contempla, tra le sue competenze, quella di fissare le regole per la tenuta delle assemblee, che sono di totale pertinenza delle società, nel rispetto comunque delle norme.

Ed è questo il problema: le società, non convocando sino a giugno le assemblee in presenza, approfittano di una opportunità loro attribuita dal Decreto, anche quando ormai le misure di prevenzione della pandemia garantiscono la totale sicurezza. Quindi, forse, sarebbero bastate poche parole da parte di Consob - quale l'auspicio che le assemblee si tengano in presenza degli azionisti o quantomeno da remoto, per restituirle alla piena democrazia - per indurre le società recalcitranti (o solo molto furbe) a restituire agli azionisti il loro ruolo. Magari per dire la loro quando si trattano non solo indirizzi e progetti, ma anche cose più terra terra, come le retribuzioni dei manager.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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