Confartigianato: "Il 37,2% delle MPI migliora la sostenibilità ambientale, il 32,8%quella sociale"

- di: Barbara Bizzarri
 

L’analisi dello sviluppo dei sistemi economici vede una crescente attenzione per gli aspetti ambientali e sociali, con l’obiettivo di delineare traiettorie di crescita sempre più integrate con condizioni di benessere equo e sostenibile. Per approfondire la partecipazione delle imprese ai processi di crescita sostenibile, il 10 e 11 aprile si svolgerà il 2° Forum sulla Sostenibilità dal titolo “Il ruolo delle imprese responsabili” di Confartigianato.

Confartigianato: "Il 37,2% delle MPI migliora la sostenibilità ambientale, il 32,8%quella sociale"

Per esaminare le dinamiche dello sviluppo sostenibile è richiesto un ampio spettro di dati statistici. A tal proposito si ricorda che ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile si associano 169 target, per i quali il Rapporto SDGs 2023 dell’Istat diffonde 372 misure statistiche. Una analisi del grado di sostenibilità di imprese e filiere associa ai parametri più strettamente economici, quali valore aggiunto, fatturato e occupati, l’elaborazione di un ampio ventaglio di indicatori dello sviluppo sostenibile che, peraltro, non sono ancora tutti disponibili. Ne ricordiamo alcuni.

Per valutare la sostenibilità ambientale delle imprese sono essenziali i dati su utilizzo di energia da fonti rinnovabili, contenimento dei consumi di acqua, partecipazione ai processi di economia circolare e contenimento delle emissioni. Sulla sostenibilità economica vanno esaminati dati su produttività del lavoro, investimenti in digitalizzazione, R&S, formazione e internazionalizzazione, la diffusione di politiche per la stabilità finanziaria e gestione dei rischi, di politiche di anticorruzione, la partecipazione a politiche pubbliche, la gestione etica e il coinvolgimento dei portatori di interesse. Per la sostenibilità sociale vanno monitorate le iniziative per la salute e sicurezza dei lavoratori e dei beni e servizi venduti, quelle per il benessere lavorativo e per le pari opportunità, gli interventi per lo sviluppo professionale dei lavoratori, per la conciliazione tra lavoro e famiglia, l’acquisizione di personale in condizioni di difficoltà, il mantenimento dell’occupazione anche in presenza di profitti ridotti, la partecipazione ad iniziativa di rigenerazione urbana e di welfare sociale di interesse collettivo, le iniziative per combattere la povertà e il disagio sociale, il sostegno allo sport e a iniziative culturali di interesse collettivo.

In questo quadro di crescente complessità informativa si inseriscono le evidenze rese disponibili dal censimento delle imprese dell’Istat che nelle ultime due edizioni ha dedicato una sezione alla misurazione delle azioni di miglioramento della sostenibilità intraprese dal sistema imprenditoriale italiano.

L’analisi dei più recenti dati pubblicati indica che nel biennio 2021-2022 il 37,2% delle micro e piccole imprese (MPI) tra 3 e 49 addetti ha svolto almeno una azione per migliorare la sostenibilità ambientale. In particolare, si osserva una maggiore diffusione delle MPI impegnate in ottica di sostenibilità ambientale tra quelle con 20-49 addetti con il 54,6% seguite da quelle con 10-19 addetti con il 46,6%.

Tra le MPI che hanno agito per migliorare la sostenibilità ambientale, il 78,2% è impegnato nella tutela ambientale tratta i rifiuti (compresa la raccolta differenziata e gli sversamenti significativi), il 37,9% utilizza materiali riciclati, il 25,8% predispone piani di miglioramento dell’efficienza energetica, il 25,2% monitora l’inquinamento ambientale, il 24,0% monitora i consumi idrici, il 14,0% utilizza fonti energetiche rinnovabili ed il 12,0% efficienta il sistema di trasporto aziendale.

Su un altro fronte della sostenibilità, si osserva che il 32,8% delle MPI ha migliorato la sostenibilità sociale della propria attività ed anche in questo caso si distinguono le imprese con 20-49 addetti con una quota del 53,5% seguite dal 45,8% delle imprese con 10-19 addetti.

Tra le MPI che hanno agito per migliorare la sostenibilità sociale prioritariamente è stato prioritario il monitoraggio di salute e sicurezza dei lavoratori in cui si è impegnato ben l’84,3% delle imprese, seguito dal monitoraggio della sicurezza dei prodotti condotto dal 48,9% di loro. Inoltre, sono stati poi messi in campo piani di monitoraggio e pratiche per il benessere lavorativo nel 32,0% dei casi, il 24,3% ha collaborato con associazioni del territorio che promuovono iniziative di carattere sociale, benefico, culturale e ricreativo, il 12,1% ha stilato piani ad hoc per favorire le pari opportunità e il 10,7% ha esteso il congedo parentale e per gravi motivi.

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