Commercio al dettaglio, appello al Governo: "No a nuove restrizioni"

- di: Daniele Minuti
 
ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC, Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione lanciano un appello al Governo dovuto alla grande preoccupazione nei confronti del settore del commercio al dettaglio.
Le associazioni hanno inviato nella mattina del 7 gennaio una nota rivolta direttamente al premier Giuseppe Conte e al Ministro della Salute, Roberto Speranza. Con questa lettera hanno voluto esprimere la forte angoscia per l'intero settore che rappresentano e più nello specifico alle conseguenze che l'impatto del sistema delle "zone rosse" rischia di avere da qui in avanti.

L'intero campo del commercio al dettaglio di beni definiti "non essenziali "è già in grande difficoltà per le chiusure forzate di questo periodo e lo spettro di ulteriori restrizioni (che si sommano all'inadeguatezza delle misure di sostegno che sono state messe in essere dall'esecutivo) pesa come un macigno sul loro futuro. L'obbligo di abbassare le serrande durante il periodo prenatalizio per i negozi delle zone rosse o per quelli abituati in centri commerciali ha comportato una perdita di ben 15 miliardi di euro se si va a considerare ogni canale distributivo del commercio al dettaglio.

Se, con il prossimo dpcm, queste disposizioni venissero prolungate per tutto il resto di gennaio, per gli operatori svanirebbe anche la chance di usufruire del periodo dei saldi invernali con conseguenze ancora più pesanti sulle già difficili condizioni economiche dei lavoratori.

Nel loro appello, le associazioni ribadiscono "le condizioni di sicurezza in cui viene svolta l'attività di tutti questi esercizi commerciali che adottano protocolli stringenti e rigorosi", sottolineando l'importanza del fatto che in nessun centro commerciale del nostro paese è stato segnalato un focolaio sin dalla fine del primo lockdown nella metà del maggio 2020.

Il comunicato si chiude con una richiesta forte quanto chiara: le associazioni firmatarie vogliono "un approfondimento delle valutazioni sulle condizioni di chi lavora nel settore del commercio al dettaglio, sia per quanto riguarda il danno economico e occupazionale che deriverebbe da altre misure restrittive e chiusure forzate, che per l'effettiva efficacia che questi provvedimenti potrebbero avere in ambito sanitario". Nella speranza che chi ha sempre rispettato le regole, seppur con grosse perdite personali, possa riprendere a lavorare presto e limitare i (già troppi) danni.
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