Coldiretti: "La tensione Ucraina-Russia fa impennare i prezzi di grano e mais"

- di: Daniele Minuti
 
La situazione in Ucraina precipita egli effetti si sentono a livello globale, non solamente nel campo politico ma anche economico. Coldiretti ha analizzato l'impatto che l'invasione russa a mercato della borsa merci di Chicago chiuso ha avuto sui prezzi di beni come il grano (+2% in un solo giorno) e del mais (al suo massimo da sette mesi).

Coldiretti analizza gli effetti che la tensione fra Ucraina e Russia ha sui prezzi di grano e mais

Questa impennata ha forti conseguenze anche per l'Italia, dato che l'Ucraina è il secondo fornitore di mais destinato ad alimentazione di bestiame (quasi il 20%) e che gli allevamenti sono già in grave difficoltà a causa del caro energia. Il mais è infatti fondamentale per l'alimentazione degli animali, con l'Italia che importa il 53% del fabbisogno per via del crollo della produzione interna negli ultimi anni. Da non sottovalutare anche la quota dell'import che arriva dall'Ucraina per quanto riguarda il grano tenero per pane e biscotti, mentre dalla Russia arrivano circa 36.000 tonnellate di grano duro per la pasta.

La nota di Coldiretti spiega
: "A preoccupare è il fatto che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali. L’ Ucraina oltre ad avere una riserva energetica per il gas ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo). Peraltro l’Ucraina si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale mentre la Russia al primo ed insieme garantiscono circa 1/3 del commercio mondiale".

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha commentato: "La situazione sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri. Nell’immediato occorre quindi garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti agli allevatori non scendano sotto i costi di produzioni come previsto dalla nuova normativa sulle pratiche sleali".
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