Censis: "I media dopo la pandemia: accelerazione del paradigma biomediatico"

- di: Daniele Minuti
 
Il Censis ha presentato il suo 17esimo Rapporto sulla comunicazione promosso da Intesa Sanpaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e Windtre, presentato oggi a Roma da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, e discusso da Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di Windtre, Vincenzo Morgante, Direttore di rete e delle testate giornalistiche di Tv2000, Roberto Nepote, Direttore Marketing della Rai, Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione di Mediaset, Fabrizio Paschina, Responsabile Direzione Comunicazione e Immagine di Intesa Sanpaolo, e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis.

Il Censis presenta il suo 17esimo rapporto sulla comunicazione

Gli spunti più interessanti sono quelli che mostrano un'accelerazione del paradigma biomediatico definita "straordinaria" nel rapporto: "Nel 2021 la fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante" - si legge - "per effetto sia dell’aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni. Tendono a crescere quindi sia gli usi tradizionali della televisione, sia quelli innovativi".

Ancora bene i dati della radio (il 79,6% degli italiani è radioascoltatore) con quella ascoltata in radio che cala del 2,1% e l'autoradio che scende del 3,6%. Aumentano invece gli ascolti via internet con pc e smartphone (rispettivamente +2,9% e +2,5%). Proprio internet registra un boom prevedibile: l'utenza raggiunge quota 83,5% (+4,2% rispetto al 2019) mentre sale l'utilizzo degli smartphone che arriva all'83,3% (+7,6%) come quello dei social network che arriva al 76,6% (+6,7%). 

Crescono anche i lettori di libri, di 1,7 punti percentuali rispetto al 2019 mentre continua la crisi dei media a stampa, con il continuo calo dei quotidiani venduti in edicola (-8,2% rispetto al 2019) riflesso anche su settimanali e mensili (-6,5% e -7,8%).

Interessante anche il dato del Censis che mostra una "distanza" ridotta fra giovani e anziani: "Nella la fascia di età 4-29 anni c’è stato un ulteriore passo in avanti nell’impiego dei media, in generale, e delle piattaforme online, in particolare. Il 92,3% utilizza WhatsApp, l’82,7% YouTube, il 76,5% Instagram, il 65,7% Facebook, il 53,5% Amazon, il 41,8% le piattaforme per le videoconferenze (rispetto al 23,4% riferito alla popolazione complessiva), il 36,8% Spotify, il 34,5% TikTok, il 32,9% Telegram, il 24,2% Twitter. Anche tra i più anziani (65 anni e oltre) qualcosa si muove, visto che l’impiego di internet sale notevolmente (dal 42,0% al 51,4%) e gli utenti dei social media aumentano dal 36,5% al 47,7%. Il bisogno di mantenere un contatto, almeno virtuale, con i propri cari nel periodo del più rigido isolamento deve aver giocato un ruolo non indifferente nella confidenza acquisita con la rete dagli ultrasessantacinquenni".

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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