CACEIS Bank, la società di asset servicing del Gruppo Crédit Agricole in Italia, ha promosso, insieme ad Assoimmobiliare la XXI edizione del Monitor Finanza Immobiliare, della quale ha presentato i risultati. Alla realizzazione dei dati, elaborati dall’Osservatorio permanente sui fondi immobiliari del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Parma coordinato dal Prof. Claudio Cacciamani, hanno contribuito 10 SGR immobiliari e 215 fondi Real Estate. Lo studio, interamente finanziato da CACEIS Bank - primario provider di sevizi di banca depositaria e outsourcing amministrativo - ha l’obiettivo di fornire un contributo socialmente rilevante alle ricerche di mercato nel Real Estate, confermandone il posizionamento di leader. Tra i partecipanti all’Advisory Board del Monitor, Giorgio Solcia, Country Managing Director per CACEIS Bank in Italia, Matteo Callegari (Confindustria Assoimmobiliare), Andrea Conso (AC FIRM STA), Maurizio Negri (Praxi S.p.A.), nonché come rappresentati delle SGR immobiliari attive nel mercato italiano del Real Estate: Paola Fiorini (Savills Investment Management), Sonia Ginelli (Kryalos SGR), Elisa Pizziconi (Kervis SGR) e Gennaro Vairo (Dea Capital Real Estate SGR).
CACEIS Bank, XXI Monitor diFinanza Immobiliare: comparto dei fondi cresce nonostante l’inflazione
“Siamo orgogliosi di supportare l’Università di Parma in questo Monitor che, da più di dieci anni, ci permette di realizzare uno spaccato dell’evoluzione del mercato dell’industria immobiliare gestita, cruciale per il nostro business di banca depositaria. Finanziando l’Osservatorio, CACEIS intende rinnovare il proprio impegno in supporto all’educazione finanziaria e all’Accademia”, afferma Giorgio Solcia, Country Managing Director per CACEIS Bank in Italia.
Dal documento, che fornisce una view sul valore degli asset immobiliari e degli investimenti in strumenti finanziari, emerge un comparto in crescita nell’esercizio 2022, in grado di contrastare l’impatto di IMU, TASI e inflazione. Grazie alle contromisure adottate, diversi fondi hanno infatti aumentato la liquidità a disposizione per prevenire il ritardo o il mancato pagamento dei canoni e dunque la necessità di indebitarsi a tassi crescenti. Si è registrato quindi un aumento della liquidità netta rispetto al totale attivo, salita al 4,2% rispetto al 2,57% dell’anno precedente.