Vittima di bullismo bocciata dai prof ma promossa dal TAR, scuola assente ingiustificata

- di: Barbara Leone
 
La scuola non è, o non dovrebbe essere, solo lezioni in classe e compiti a casa. C’è, o dovrebbe esserci, un dialogo educativo che si costruisce giorno per giorno tra docenti e alunni. Ma soprattutto c’è, o dovrebbe esserci, uno scambio reciproco di esperienze ed emozioni tra compagni che si ritrovano e si confrontano in quel grande, misterioso cantiere della vita che è l’adolescenza. Troppo spesso, però, non è così. Accade per esempio che gli insegnanti si ritrovino a doversi districare tra la didattica e l’astrusa burocrazia delle scuole di oggi. O che, capita in alcune regioni come la Campania, la Sicilia o la Puglia, le classi siano talmente sovraffollate da non riuscire a star dietro a tutti decentemente.

Vittima di bullismo bocciata dai prof ma promossa dal TAR

O, molto più banalmente, succede che ci siano docenti e dirigenti scolastici talmente distratti e superficiali al punto di pensare che il bullismo sia una favola metropolitana. E invece non è così, perché il bullismo è oramai all’ordine del giorno nelle nostre scuole. Un fenomeno che ha preso piede anno dopo anno, fino a diventare una vera e propria piaga della più giovane e fragile società, terrore di tanti genitori che candidamente pensano ancora che mandando i propri figli a scuola essi siano al sicuro. Quando una ragazza o un ragazzo vengono presi di mira dai bulli la prima cosa che riescono a fare è, nove volte su dieci, scappare. Ed è naturale, perché la violenza psicologica dei bulli è talmente orribile che la cosa più ovvia che un acerbo fiore possa fare per difendersi è quello di chiudersi. Così è successo in Sardegna, dove una giovane studentessa con un eccellente rendimento scolastico era stata bullizzata al punto da non voler andare più a scuola.

Nel corso dell’anno la ragazza ha accumulato così ben 342 ore di assenze. Troppe secondo i dirigenti scolastici, che l’hanno bocciata senza minimamente chiedersi che cosa fosse successo. I genitori, che peraltro avevano segnalato il problema all’istituto scolastico, hanno però fatto ricorso al Tar, che ha prontamente annullato il provvedimento dell'istituto sardo ammettendola alla classe successiva (la terza media) e ordinando un nuovo scrutinio entro 15 giorni. Secondo i giudici, infatti, “non è stata valutata, in ragione della particolare situazione di disagio nella quale si è venuta a trovare la ragazza, la possibilità di una deroga ad personam del limite massimo di assenze consentito”. Secondo i giudici i dirigenti scolastici non hanno minimente preso in considerazione la possibilità di procedere a una valutazione di merito del livello di preparazione raggiunto dalla ragazza. Che, come del resto riconosciuto dallo stesso istituto scolastico, era stato ampiamente positivo e ben oltre la media necessaria alla promozione. Né, conclude la sentenza, “può ritenersi che il Consiglio di classe non disponesse di elementi di cognizione idonei a suscitare delle peculiari valutazioni. Oltre alle segnalazioni della mamma che fin dall'ottobre 2021 aveva cercato di interloquire con i responsabili dell'istituto al fine di segnalare il disagio della figlia (presentando tra l'altro oltre 300 i messaggi ricevuti da parte delle compagne di scuola), al momento della valutazione finale il Consiglio di classe disponeva anche della valutazione psicodiagnostica del distretto socio sanitario che aveva evidenziato un quadro di sensibilità della ragazza ben compatibile con i lamentati disagi conseguenti a un non agevole inserimento nella classe”.

Una sentenza, quella del Tar sardo, che da molti è stata definita storica. E che però è sintomatica della farraginosità del nostro sistema scolastico, dove gli insegnanti non sono messi in condizione di lavorare come si deve e dove, molto spesso, risultano essere completamente inadeguati in materia empatia. Che non è da meno della grammatica e della matematica. Anzi, quando hai a che fare con gli adolescenti dovrebbe rappresentare una conditio sine qua non. E’ evidente che la ragazza, oltre ai torti subiti, avrebbe ricevuto dalla bocciatura un colpo di grazia a livello psicologico. Così come è evidente pure che un anno di scuola saltata, quale che sia il motivo, è penalizzante a livello di preparazione. Forse in questo caso non sarà così, visto che la fanciulla è molto studiosa e saprà dunque rimettersi in pari. Il problema sta a monte. Una cosa del genere non doveva proprio succedere.

Poi per curiosità: i bulli sono stati promossi o bocciati? Perché il problema da affrontare alla radice è quello del bullismo, attraverso la rieducazione di questi ragazzi evidentemente problematici e anche attraverso sanzioni come la bocciatura o lavori socialmente utili. E’ impensabile pensare che la passino liscia. Per la loro crescita, e per la salvaguardia degli altri ragazzi. Perché la messa alla prova, in questi casi, è fondamentale per un sano reinserimento sociale con i coetanei. Prima lo capiranno i vertici delle scuole e quelli del Miur meglio sarà per tutti. Resta l’amarezza per una sentenza che ha del paradossale. E che rappresenta comunque la sconfitta della scuola. Quella sì, assente ingiustificata. Perché è pazzesco che un Tar entri nel merito del merito.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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