Borse: i timori di recessione condizionano Wall Street e l'Asia

- di: Redazione
 
Giornata nera per i mercati asiatici, dopo che Wall Street ha chiuso in terreno negativo sotto la spinta dei timori che, a fronte dei forti dati economici degli Stati Uniti, possano indurre la Federal Reserve, nel tentativo di domare l'inflazione, a proseguire nella sua strategia di aumento dei tassi di interesse. Con Shanghai sostanzialmente invariata, i principali mercati della regione australo-asiatica sono arretrati.

Borse: i timori di recessione condizionano Wall Street e l'Asia

L'indice Nikkei 225 di Tokyo ha perso l'1% a 26.235,25 e l'Hang Seng di Hong Kong ha sceso dello 0,4% a 19.602,11. L'indice Shanghai Composite ha perso lo 0,4% a 3.043,56 e lo S &P/ASX 200 australiano è calato dello 0,6% a 7.107,70. A Seul, il Kospi ha segnato un regresso dell'1,8% a 2.313,69. Cali generalizzati anche alle borse di Bangkok, Mumbai e Taiwan. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i buoni dati economici dovrebbero essere positivi per i mercati, ma la Federal Reserve potrebbe aver bisogno di continuare ad aumentare i tassi di interesse e mantenerli alti per frenare l'inflazione.

In particolare, a generare nella Fed preoccupazioni è un mercato del lavoro ancora forte che dà più ossigeno all'inflazione, leggermente diminuita negli ultimi mesi, ma ancora vicina al livello più alto degli ultimi decenni. Secondo un rapporto, reso noto ieri, i datori di lavoro americani hanno licenziato meno lavoratori la scorsa settimana del previsto; un altro ha mostrato che l'ampia economia statunitense si è espansa a un ritmo più robusto durante l'estate rispetto alle stime precedenti.

Ieri l'S &P 500 ha chiuso (a 3.822,39) perdendo l'1,4%, dopo essere sceso fino al 2,9% all'inizio della giornata. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dell'1% a 33.027,49 e il Nasdaq ha chiuso in ribasso del 2,2%, a 10.476,12. L'indice Russell 2000 è sceso dell'1,3% a 1.754,09.

Sul fronte energetico, il greggio di riferimento statunitense è salito di 70 centesimi a 78,19 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il petrolio greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale, è avanzato di 40 centesimi a 82,07 dollari al barile.
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