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Borse europee in calo, Piazza Affari frena con Mps e bitcoin

- di: Matteo Borrelli
 
Borse europee in calo, Piazza Affari frena con Mps e bitcoin
Avvio di dicembre in modalità prudente: Milano resta sopra 43mila punti, indagine su Mps e scivolone di bitcoin oltre il -7%. Petrolio e oro in rialzo, spread in area 70 punti base.

L’ultimo mese dell’anno parte con il freno a mano tirato per le Borse europee. A Milano il Ftse Mib chiude la prima seduta di dicembre a 43.259,48 punti, in ribasso dello 0,22%, dopo aver recuperato dai minimi di giornata e aver difeso, almeno simbolicamente, la soglia dei 43mila punti. Stesso copione, seppur con intensità diverse, nel resto del continente: Parigi arretra dello 0,32%, Londra dello 0,18%, Francoforte lascia sul terreno oltre un punto percentuale (-1,04%), mentre Madrid riesce a chiudere leggermente positiva (+0,11%).

Sullo sfondo, il mercato guarda già alla riunione della Federal Reserve del 9-10 dicembre, dove i future sui Fed funds prezzano ormai in modo quasi unanime un taglio dei tassi di 25 punti base, dopo una serie di interventi prudentemente “dovish” da parte di vari membri della banca centrale statunitense. Secondo diverse case d’investimento, tra cui alcuni report usciti nel fine settimana, la probabilità di un intervento espansivo a dicembre è salita intorno all’80-90%.   

Piazza Affari tiene quota 43mila ma Mps zavorra il listino

La giornata di Piazza Affari è stata dominata ancora una volta dal dossier Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese, già sotto pressione da giorni, ha ceduto circa il 2,9%, scendendo ai minimi da un mese, mentre il mercato continua a digerire gli sviluppi dell’inchiesta milanese sulla scalata a Mediobanca, che coinvolge l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di EssilorLuxottica Francesco Milleri e l’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio con le ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza.

Mediobanca, al centro della partita del credito italiano, ha comunque archiviato la seduta in lieve rialzo intorno allo 0,1%, dopo che l’assemblea straordinaria degli azionisti ha approvato le modifiche allo statuto che sanciscono l’inclusione nel perimetro di gruppo di Mps e l’allineamento dell’esercizio sociale alla chiusura al 31 dicembre.   

Nel comparto bancario il quadro è stato misto: Unicredit ha chiuso in rialzo di circa l’1,1%, bene anche Popolare di Sondrio (+0,5%) e Bper (+0,24%), mentre Banco Bpm (-0,12%) e Intesa Sanpaolo (-0,2%) hanno mostrato maggior fatica rispetto al resto del settore.   

Tenaris e Saipem in vetta al Mib, male Leonardo e Mps

Guardando alla graduatoria dei singoli titoli, i riflettori si accendono sul comparto energia: il rimbalzo del petrolio dopo le decisioni dell’Opec+ ha acceso gli acquisti su Tenaris (+1,27%) e Saipem (+1,28%), fra i migliori del paniere principale, insieme a Stellantis, risalita di circa lo 0,8% dopo le vendite della vigilia.

Sul lato opposto, dopo Mps, si distingue in negativo Leonardo (circa -2,6%), penalizzata dal forte calo di Airbus alla Borsa di Parigi (circa -5-6%) dopo la maxi-azione correttiva sugli A320. Il costruttore europeo ha infatti avviato un vasto programma di aggiornamento software su circa 6.000 aerei della famiglia A320, dopo la scoperta di una vulnerabilità legata alla radiazione solare che può corrompere dati critici di controllo di volo: la maggior parte dei velivoli è già stata aggiornata, ma il caso ha generato ritardi e ispezioni supplementari, impattando sul titolo in Borsa.   

Nel complesso, l’indice Ftse Mib ha visto tra i migliori titoli Tenaris, Hera, Stellantis e STMicroelectronics, mentre fra i peggiori spiccano Banca Mps, Leonardo, Prysmian, Unipol e Azimut.

Mid cap brillano con Comer Industries, small cap più caute

Il segmento delle mid cap si conferma più vivace del listino principale. Il Ftse Italia Mid Cap ha chiuso in calo dello 0,24%, ma al suo interno si sono viste performance notevoli: in testa Comer Industries (circa +5,5%), seguita da NewPrinces (+3,16%), Technoprobe (+2,5% circa) e Cembre (+1,8% circa). In coda, invece, si sono distinti in negativo Philogen (circa -6,2%), GVS (-2,9%), Tamburi Investment Partners (-2,6%) e Carel Industries (-2,2%).   

Più sfumata la fotografia delle small cap: l’indice Ftse Italia Small Cap si è mosso intorno alla parità con una lieve flessione di qualche decimo di punto percentuale, in area 35.700 punti, segnalando un quadro di prese di beneficio diffuse dopo il rally dei mesi precedenti. I dati di dettaglio sui migliori e peggiori del paniere mostrano un clima di selettività, con particolare debolezza su diversi titoli industriali e healthcare di piccola dimensione.

Debutto brillante per Kaleon tra Milano e Parigi

Fuori dal paniere principale, la seduta ha regalato i riflettori a Kaleon, la nuova matricola controllata dalla famiglia Borromeo. Il titolo, attivo nella gestione e valorizzazione di patrimoni artistici, naturali e museali a fini turistici, ha esordito con un rialzo di circa il 9%, chiudendo a 4,36 euro rispetto al prezzo di collocamento, in occasione della doppia quotazione sul Euronext Growth Milan e sul Euronext Growth Paris. L’operazione, affiancata da Equita e dallo studio Lca in qualità di advisor, punta ad accelerare il piano di crescita in Italia e all’estero.

Bitcoin inciampa, euro più forte e oro ai massimi di periodo

Sul fronte valutario, l’euro prosegue il recupero sul dollaro: il cambio euro/dollaro è risalito intorno a 1,16-1,17, con gli ultimi scambi in area 1,163-1,164, in rialzo di circa lo 0,3-0,4% rispetto a venerdì. L’euro/yen si muove intorno a 180,4 punti (-0,4%), mentre il dollaro/yen arretra verso quota 155,2 (-0,5%), complice l’indebolimento del biglietto verde in attesa della Fed.   

La notizia più clamorosa della giornata arriva però dalle criptovalute. Il bitcoin ha aperto dicembre con una vera e propria scivolata: dai massimi recenti sopra i 90mila dollari è sceso fino in area 83-84mila, con un ribasso intraday di oltre il 7-8%. Secondo i dati delle principali piattaforme, fra cui Binance, nel primo pomeriggio europeo il prezzo oscillava attorno a 83.900 dollari, con un drawdown di oltre l’8% su base giornaliera.

Gli analisti leggono nella brusca correzione un segnale forte di fuga dal rischio. Come sintetizzano gli esperti di Ig Italia, “il ribasso di inizio dicembre figura tra i movimenti giornalieri più violenti dell’ultimo mese, riflettendo da un lato la maggiore cautela degli investitori, dall’altro un più ampio disimpegno dagli asset più speculativi”.   

In parallelo, il tradizionale bene rifugio per eccellenza continua a brillare: il prezzo dell’oro si è portato su nuovi massimi di periodo, con lo spot intorno a 4.235 dollari l’oncia e i future di dicembre poco sotto 4.270 dollari, in progresso di circa lo 0,2-0,3% nella seduta. Il metallo giallo beneficia del calo dei rendimenti reali, delle attese di taglio dei tassi Fed e della volatilità su azioni e criptovalute.

Petrolio in risalita dopo l’Opec+, gas giù ai minimi da mesi

Le materie prime energetiche si muovono in direzioni opposte. Il petrolio sale dopo che l’Opec+ ha confermato un percorso di graduale aumento dell’offerta ma senza sorprese restrittive: il WTI viaggia intorno a 59,3 dollari al barile, mentre il Brent si rafforza sopra i 63 dollari, con un rialzo di circa l’1,1-1,5% rispetto alla vigilia.   

Al contrario, il gas naturale europeo prosegue la discesa: i future sul TTF olandese si collocano intorno a 28 euro per megawattora, in calo di circa il 2% nella seduta e di oltre il 10% nell’ultimo mese, su livelli vicini ai minimi da maggio.   

PMI manifatturieri: Italia sorprende in rialzo, Eurozona torna sotto 50

La giornata è stata scandita anche da una serie di dati macro che aiutano a spiegare il clima prudente sui mercati. Negli Stati Uniti, un indicatore sull’attività manifatturiera di novembre è sceso a 52,2 punti da 52,5 di ottobre, restando comunque sopra la soglia 50 che separa espansione e contrazione e battendo le attese degli analisti.   

In Eurozona, invece, il quadro è più fragile: l’indice HCOB Eurozone Manufacturing PMI è stato rivisto al ribasso a 49,6 punti rispetto al 50 di ottobre, tornando quindi in zona contrazione e toccando il livello più basso degli ultimi cinque mesi. I dati confermano pressione su ordini, occupazione e scorte, soprattutto in Germania e Francia, dove gli indici si attestano rispettivamente a 48,2 e 47,8 punti.

L’Italia, per una volta, fa meglio della media. Il PMI manifatturiero italiano è salito a 50,6 punti a novembre, dal 49,9 di ottobre, superando le attese e tornando in territorio di espansione per la prima volta da mesi. Il miglioramento è trainato dalla ripresa dei nuovi ordini, in particolare quelli dall’estero, sebbene occupazione e acquisti restino prudenti e i costi di produzione mostrino la crescita più forte degli ultimi tre anni.

Spread Btp-Bund in area 70 punti base, Btp decennale al 3,46%

Sul fronte obbligazionario, la seduta è stata relativamente tranquilla. Lo spread Btp-Bund ha chiuso in area 70-72 punti base, sostanzialmente in linea con i livelli delle ultime settimane, mentre il rendimento del Btp decennale si è attestato intorno al 3,46%, in leggero aumento rispetto alla chiusura precedente.   

La tenuta del differenziale, nonostante l’incertezza globale e il caso Mps, viene letta dagli operatori come segnale di un rischio Italia per ora sotto controllo, grazie anche alle aspettative di tagli dei tassi da parte di Fed ed Bce nel 2026. Per gli investitori in reddito fisso, il mix di rendimenti ancora interessanti e volatilità in calo mantiene il Btp fra le asset class più presidiate.

Wall Street parte debole, tech ballerine e bitcoin sotto tiro

A metà seduta europea, anche Wall Street ha aperto in rosso, allineandosi al sentiment prudente dei listini Ue. L’indice S&P 500 si muove intorno a -0,3/-0,4%, mentre il principale benchmark degli Stati Uniti (US500) viene indicato in calo di circa lo 0,6%. Dow Jones e Nasdaq Composite viaggiano a loro volta in territorio negativo, con cali fra lo 0,4 e lo 0,6%.   

Nel comparto tecnologico, il copione è quello ormai noto delle ultime settimane: i grandi nomi del settore mostrano una volatilità elevata, con Nvidia che, dopo un avvio debole, riesce a riportarsi in lieve rialzo (circa +1,2% in una delle ultime letture) mentre altri big del comparto salgono o scendono in modo disordinato, riflettendo la rotazione continua fra titoli growth, energia e difensivi.   

La combinazione di Fed a un passo dal primo taglio, PMI europei in rallentamento, bitcoin in forte correzione e caso Airbus contribuisce a un avvio di dicembre in cui la parola d’ordine, per ora, è una sola: prudenza. Ma con un mese ancora davanti, e una riunione Fed decisiva all’orizzonte, il copione dei mercati può ancora cambiare più volte prima del gong di fine anno.

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