Borse: giornata contraddittoria sui mercati asiatici

- di: Redazione
 
Giornata non omogenea per i mercati asiatici, con solo alcune borse che hanno chiuso in terreno positivo.
Tokyo e Mumbai hanno registrato un progresso, mentre la maggior parte degli altri mercati principali ha avuto un calo. Il Nikkei 225 di Tokyo è salito dello 0,3% a 33.451,83 e il Kospi di Seul ha guadagnato lo 0,1% a 2.511,70. A Hong Kong, l'Hang Seng ha ceduto lo 0,4% a 17.673,23, mentre l'indice Shanghai Composite è sceso dello 0,7%, a 3.045,15. L'indice S & P/ASX 200 australiano è scivolato dello 0,1% a 7.073,40. Le azioni sono scese anche a Taiwan, Thailandia e Mumbai.

Borse: giornata contraddittoria sui mercati asiatici

Ieri l'indice S & P 500 è scivolato dello 0,2%, a 4.538,19, segnando la terza perdita negli ultimi 17 giorni. Il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,2% a 35.088,29, e il Nasdaq composite è arretrato dello 0,6% a 14.199,98. Ad appesantire il listino sono stati i titoli della grande distribuzione, dopo la pubblicazione degli utili per l'ultimo trimestre e, soprattutto, le previsioni per lo shopping natalizio.

Recentemente i titoli azionari hanno guadagnato terreno grazie alle crescenti speranze che l'inflazione si sia raffreddata abbastanza da fare sperare che la prossima mossa della Federal Reserve sui tassi di interesse sia un taglio piuttosto che un aumento. Il tasso di interesse principale della Fed è al livello più alto dal 2001 nel tentativo di rallentare l'economia e colpire i prezzi degli investimenti quanto basta per soffocare l'inflazione senza causare una dolorosa recessione.

Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è rimasto stabile al 4,41%, livello di martedì scorso. Solo poche settimane fa era superiore al 5%, al livello più alto dal 2007, sottoquotando i prezzi delle azioni e di altri investimenti.
Il greggio di riferimento statunitense è sceso di 19 centesimi a 77,58 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange, mentre il Brent, lo standard internazionale, ha perso 22 centesimi a 82,23 dollari al barile.
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