BCG: "La perdita di biodiversità costa il 6% del PIL globale ogni anno, Snam esempio virtuoso"

- di: Redazione
 

Il focus del mondo nell'ultimo decennio, per quanto riguarda il tema della sostenibilità, è stato puntato sulla decarbonizzazione. Ma diverse aziende hanno colpevolmente trascurato altri aspetti cruciali, come la cura e preservazione della biodiversità, che la COP28 ha ribadito essere un'attività fondamentale.
Un impegno racchiuso nel Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework , sottoscritto da 196 governi e che integra la preservazione della biodiversità nelle strategie aziendali e nelle politiche globali, stabilendo 23 obiettivi, tra cui il noto target "30x30", che mira a lasciare intatto almeno il 30% del pianeta entro il 2030, sottolineando il ruolo delle aziende nel contribuire al risultato nature positive (per cui non solo si tutela la biodiversità, ma si lavora per aumentarla).

BCG: "La perdita di biodiversità costa il 6% del PIL globale ogni anno, Snam esempio virtuoso"

La COP28 ha confermato il fondamentale ruolo della biodiversità nella salvaguardia ambientale, stabilendo un percorso congiunto tra i vari Paesi, utile a preservare gli ecosistemi naturali. Questi impegni sono stati racchiusi nel Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF), sottoscritto da 196 governi, che segna un punto di svolta, poiché integra la preservazione della biodiversità nelle strategie aziendali e nelle politiche globali. Il GBF ha stabilito 23 obiettivi, tra cui il noto target "30x30", che mira a lasciare intatto almeno il 30% del pianeta entro il 2030, sottolineando il ruolo delle aziende nel contribuire al risultato nature positive (per cui non solo si tutela la biodiversità, ma si lavora per aumentarla).

Fabio Alberto Favorido, Associate Director, Nature and Climate & Sustainability, ha affermato: "Molte aziende dipendono da servizi ecosistemici offerti gratuitamente dalla natura, come la regolazione idrogeologica e la protezione da eventi climatici. Adottare una visione più ampia su impatti e dipendenze dalla natura, investendo nel ripristino degli ecosistemi, significa poter ottenere un ritorno economico e garantire la resilienza del business".

Come rivela l’ultimo report di BCG e Quantis, Harmonizing Infrastructural Progress with Nature,raggiungere le zero emissioni nette, uno degli obiettivi più ambiziosi del nostro tempo, richiederà investimenti massicci, stimati in quasi 5000 miliardi di dollari entro il 2030. Secondo il programma Net Zero Emissions (NZE) dell'AIE, infatti, gli investimenti annuali nel settore energetico cresceranno significativamente, passando dal 2,5% del PIL globale degli ultimi anni al 4,5% entro il 2030. Questo comporterà un aumento esponenziale della produzione elettrica, da 500 a 160.000 miliardi di dollari, nonché un raddoppio degli investimenti nelle infrastrutture. In particolare, le reti di distribuzione elettrica vedranno un incremento dai 320 miliardi di dollari attuali a 740 miliardi.

Per quanto questo tipo di approccio sia importante per contrastare il cambiamento climatico, può comportare rischi non trascurabili per la biodiversità, di cui sono già evidenti gli effetti: il calo della funzionalità degli ecosistemi costa all'economia globale più di 5000 miliardi di dollari all'anno[1]. Ciò significa che ogni anno l'economia mondiale perde servizi ecosistemici per un valore pari a circa il 6% del PIL globale, un importo approssimativamente equivalente al valore di mercato totale della produzione agricola, forestale e ittica nel 2019.

Il settore infrastrutturale, insieme a quello energetico, è responsabile di circa il 35% delle pressioni sulla biodiversità, che si traducono in cambiamento del paesaggio con conseguenze negative sugli habitat e frammentazione delle risorse naturali. È quindi essenziale tenere conto della biodiversità come elemento chiave delle strategie di progettazione e negli investimenti infrastrutturali, affinché se ne valutino attentamente gli impatti a lungo termine per garantire benefici, sia naturali sia economici, duraturi.

Snam, azienda italiana leader europeo nel settore delle infrastrutture energetiche, ha adottato un modello avanzato di sostegno alla biodiversità nelle proprie operazioni e strategie core. Non solo un impegno dettato dall’agenda di sostenibilità europea, ma un pilastro della mission e della stessa strategia aziendale: sviluppare infrastrutture energetiche sostenibili per il futuro.

Con oltre 33.000 chilometri di gasdotti in Italia e più di 1.000 chilometri di nuovi progetti sviluppati ogni anno, Snam opera quotidianamente in stretto contatto con numerosi ecosistemi naturali del territorio nazionale. Considerata la diffusione e la capillarità delle proprie attività e infrastrutture lungo tutto il territorio nazionale, Snam ha scelto di adottare un approccio tecnico e geolocalizzato per misurare l’impronta ambientale, valutare i rischi e identificare azioni di mitigazione.

L’azienda ha abbracciato la metodologia Science-Based Target Network (SBTN), servendosi cioè di basi scientifiche per definire gli obiettivi ambientali e per procedere nel percorso sostenibile. Questo approccio consente un'analisi dettagliata e scientificamente fondata delle interazioni dell'azienda con l'ambiente naturale in cui opera, che ha permesso di identificare specifiche aree d’intervento per il miglioramento e la conservazione della biodiversità.

Gli obiettivi ambientali definiti da Snam dimostrano che è possibile costruire infrastrutture energetiche capaci di coesistere positivamente con l’ecosistema che le ospita. Già oggi Snam ha già incorporato la Net Zero Conversion nell’attuale modello operativo attraverso molteplici iniziative di ingegneria ambientale utili a proteggere i paesaggi, la fauna, flora e promuovere la sicurezza dei territori. Partendo da quanto già applicato, l’obiettivo di Snam per il 2027 è generare un impatto non più solo neutrale ma positivo su natura e biodiversità in ogni cantiere rispetto alla situazione trovata ex ante. Nei cantieri lungo tutto il territorio nazionale, il Gruppo si impegna con azioni concrete per favorire e preservare la biodiversità, a partire dall’osservazione e cooperazione con il territorio locale, applicando una gestione sostenibile del cantiere che preveda il ripristino di specie vegetative autoctone a km 0, la manutenzione delle strade forestali, il monitoraggio di flora e fauna, il consolidamento del terreno e degli argini dei fiumi, avendo cura di adottare pratiche di economia circolare nei processi di lavoro contribuendo così alla resilienza dell’ambiente anche dai rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Matteo Tanteri, Director Sustainability & social impact di Snam (nella foto), ha dichiarato: “La riduzione delle emissioni rappresenta ormai un percorso prioritario e ineludibile per Snam, in considerazione degli obiettivi di carbon neutrality al 2040 e net zero al 2050, ma il climate change rappresenta solo uno dei planetary boundaries. È infatti nostro dovere guardare con attenzione all'ambiente nel suo complesso e, ad esempio, rafforzare quanto già intrapreso per tutelare la natura e la biodiversità, al fine non solo di ridurre al minimo e azzerare la nostra impronta ma far sì che il nostro passaggio sul territorio possa anche generare ritorni e benefici positivi per l’ambiente e le persone, come già avvenuto in alcuni nostri cantieri. La sostenibilità, intesa a 360° per ambiente, persone ed economia, fa pienamente parte della strategia dell’azienda e diventa indispensabile per garantire un valore continuo, diffuso e di lungo periodo del nostro business”.

Nello specifico, Snam segue cinque principi chiave della metodologia SBTN:

  1. Adottare il principio "No Net Conversion": non limitarsi a rispettare le leggi dettate dalle normative ambientali, ma mantenere una visione della sostenibilità nel suo insieme.
  2. Utilizzare un metodo scientifico per valutare l'impatto ambientale e identificare i rischi e le strategie efficaci.
  3. Comprendere l’ambiente naturale in cui l’azienda si inserisce per valutare i livelli di rischio e determinare azioni concrete da attuare in ottica sostenibile.
  4. Esaminare non solo le operazioni dirette, ma anche i processi upstream e downstream che possono influenzare l’ambiente naturale circostante.
  5. Applicare un approccio sistemico, piuttosto che focalizzarsi soltanto su alcuni aspetti della sostenibilità ambientale.

Il modello Snam può fare da traino per le altre realtà aziendali impegnate nel settore, consentendo loro di non limitare la prospettiva sostenibile a ridurre le emissioni di carbonio, ma ampliandola alla tutela e al ripristino della biodiversità, contribuendo così a creare un futuro sostenibile per tutti.

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