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BCE: l’economia dell’Eurozona accelera dello 0,2% nel terzo trimestre

- di: Aberto Venturi
 
BCE: l’economia dell’Eurozona accelera dello 0,2% nel terzo trimestre

L’economia dell’Eurozona torna a dare segnali di vitalità. La stima rapida preliminare di Eurostat, pubblicata il 30 ottobre e rilanciata dalla Banca Centrale Europea nel suo ultimo bollettino economico, certifica una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre del 2025. Un progresso modesto, sì, ma superiore alle attese dei mesi scorsi e percepito dalla BCE come un primo tassello di una possibile stabilizzazione congiunturale, dopo una lunga fase di rallentamento che aveva alimentato timori di stagnazione.

BCE: l’economia dell’Eurozona accelera dello 0,2% nel terzo trimestre

La spinta del turismo e dei servizi digitali
Nel mosaico dell’economia europea, il contributo più brillante continua ad arrivare dal comparto dei servizi. Il turismo — sostenuto da un aumento significativo dei flussi interni e internazionali — resta uno dei protagonisti assoluti, capace di generare valore aggiunto non solo nelle grandi capitali ma anche nelle aree meno battute del continente.

Accanto a esso emerge il vigoroso sviluppo dei servizi digitali, divenuti ormai una colonna portante della crescita europea. La BCE sottolinea come molte imprese, per restare competitive in un mercato in evoluzione, stiano accelerando la modernizzazione delle proprie infrastrutture informatiche. È una corsa all’innovazione che tocca settori diversi: banca e finanza, logistica, sanità, commercio online.

A fare da traino, inoltre, è l’integrazione sempre più pervasiva dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi e nei modelli organizzativi. L’adozione dell’AI non appare più un vezzo tecnologico, ma una necessità strategica: semplifica la gestione aziendale, automatizza attività ripetitive, migliora la qualità dei servizi e riduce i tempi di produzione. È questo, secondo la BCE, uno dei fattori che spiegano perché i servizi continuino a correre anche mentre altri settori rallentano.

Manifattura in affanno: dazi, incertezza e forza dell’euro
Le ombre che frenano la produzione industriale
L’altra faccia della medaglia resta il settore manifatturiero, ancora bloccato da un insieme di fattori che pesano sulle esportazioni e sugli investimenti. Il primo elemento di freno è l’aumento dei dazi commerciali in vari mercati di sbocco, che limita la competitività delle imprese europee nel settore meccanico, automobilistico, elettronico e nella produzione di beni intermedi.

Alla cornice internazionale complessa si aggiunge un livello di incertezza ancora elevato, che trattiene molti imprenditori dall’avviare nuovi cicli di investimento. Il clima geopolitico resta fragile, i costi di approvvigionamento sono in calo ma continuano a oscillare, e la domanda globale appare disomogenea.

A complicare ulteriormente il quadro interviene il rafforzamento dell’euro: una moneta più forte tende a rendere meno convenienti i prodotti europei sui mercati extra-UE, proprio in un momento in cui la manifattura avrebbe bisogno di respirare e di tornare competitiva sul versante delle esportazioni.

Trasformazioni strutturali in corso

L’Europa tra innovazione e nuove fragilità
Il bollettino della BCE non nasconde la tensione tra settori in espansione e comparti che faticano a tenere il passo. Ma sottolinea anche come l’Eurozona stia attraversando una fase di trasformazione strutturale: l’innovazione digitale avanza rapidamente, il mercato del lavoro appare più resiliente del previsto e il turismo continua a rappresentare un volano significativo per numerose economie nazionali.

La crescita dello 0,2%, in questo contesto, non è un semplice dato trimestrale: è un indicatore di una ripartenza che poggia su fondamenta nuove, più tecnologiche e più orientate ai servizi. L’Europa, rileva la BCE, non è più soltanto un continente manifatturiero: sta diventando un sistema economico dove creatività, competenze digitali e turismo di qualità contano quanto, se non più, delle grandi fabbriche.

Prospettive: luci e incognite
La BCE osserva e misura il ritmo della ripresa
Nel brevissimo periodo, la banca centrale mantiene un approccio prudente. I segnali positivi non mancano, ma le incognite restano numerose: dalla volatilità dei mercati energetici alle tensioni geopolitiche, fino al possibile rallentamento della domanda globale. Il settore manifatturiero dovrà confrontarsi ancora con un contesto sfidante, mentre quello dei servizi — soprattutto digitali e turistici — potrebbe continuare a sostenere la crescita complessiva.

In ogni caso, il terzo trimestre si chiude con un dato che riporta un po’ di fiducia. L’Eurozona non corre, ma avanza. E lo fa, spiega la BCE, con un’economia che sta imparando a rinnovarsi, trasformando le difficoltà degli ultimi anni in un laboratorio di innovazione e adattamento.

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