Bankitalia: "Col Covid, crollo degli affitti brevi e impennata delle cancellazioni"

- di: Daniele Minuti
 
La crisi dovuta alla pandemia non risparmia il settore immobiliare, nemmeno gli affitti brevi che non dovrebbero teoricamente risentire troppo del crollo del turismo nel nostro paese, come dimostrato da un'analisi di Bankitalia su dati raccolti da Airbnb.
Il report a cura di Alessandro Mistretta, Elisa Guglielminetti e Michele Loberto riguarda le principali capitali d'Europa e le città più frequentate da visitatori stranieri in Italia (Roma, Venezia, Milano, Genova e Firenze), dove gli affitti turistici brevi stavano vivendo una fase di crescita costante prima del blocco totale nel marzo 2020. 

Dal momento del lockdown, i dati hanno cambiato segno e tra maggio e settembre l'offerta di appartamenti per affitti brevi è crollata di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, tenendo anche conto di diversi proprietari di immobili che hanno optato per puntare sugli affitti a medio e lungo termine.

Impennata per i numeri delle cancellazioni (in tempi pre-pandemici si assestava fra il 2-10%) che a marzo hanno raggiungo addirittura il 60% in alcune città prese in esame con la fetta più corposa che riguarda l'Italia da quando è stata investita dalla crisi sanitaria, specie le città d'arte come Roma e Firenze dove si è raggiunto il 70%. Milano ha resistito per via degli affitti a manager e visitatori "business". Ovvia conseguenza sia il calo delle prenotazioni che quello dei prezzi, in linea con la tendenza generale del mercato.

Come riportato da Repubblica, alcuni operatori stanno contestando con forza le decisioni del Governo che avrebbero effetti ancora più negativi sul settore. L'ultimo esempio è l'Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi che pochi giorni fa ha ritenuto discriminatoria la decisione di consentire a chi può viaggiare per lavoro fuori Regione di pernottare una notte negli alberghi ma inibendo la possibilità di stipulare contratti di affitti brevi sotto i 30 giorni. "Proprio quando molti operatori registravano una ripresa delle prenotazioni" - spiega la nota - "il Governo ha compiuto una scelta liberticida e discriminatoria".
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