Azimut Holding: utile a +15% nei primi nove mesi del 2023, confermati gli obiettivi per l'anno

- di: Redazione
 
Il Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding ha approvato  il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2023: i ricavi nel periodo analizzato arrivano a 965 milioni di euro, stabili su base annua, con il reddito operativo che sale del 4% fino a 430,8 milioni di euro e un utile netto adjusted in salita del 15%, fino a 348,9 milioni di euro.

Azimut Holding: utile a +15% nei primi nove mesi del 2023

Sale del 10% il patrimonio totale medio, fino a 84 miliardi di euro, mentre il totale delle masse gestite a fine ottobre 2023 raggiunge i 57,8 miliardi di euro. Il dato comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato si attesta a 85,7 miliardi (+9% dalla fine del 2022), con un'incidenza del business internazionale del 47%. Nel segmento Private Markets, Azimut ha continuato il suo percorso di forte crescita con gli AuM cresciuti a 7,8 miliardi (13x rispetto all’inizio del 2020) e una piattaforma che vanta oltre 60 prodotti tra le varie asset class al 31 ottobre 2023.

I ricavi totali di Azimut Holding ammontano a 965,0 milioni rispetto a 914,4 milioni al netto di Sanctuary (o 966,6 milioni). Le commissioni di gestione ricorrenti si attestano a 856,4 milioni  (rispetto a 782,4 milioni al netto di Sanctuary o 826,0 milioni), in aumento dell'9% rispetto all'anno precedente grazie alla crescita delle masse totali e all'introduzione del nuovo pricing a partire da aprile 2022. Ulteriori fattori trainanti sono stati l'espansione della piattaforma dei mercati privati in Italia, nonché la crescita e l’allargamento del perimetro in Australia. I ricavi assicurativi ammontano a 83,6 milioni nei 9M 2023 rispetto a 68,4 milioni , con l'incremento guidato dalla crescita del business ricorrente e dalle maggiori commissioni di performance (14,0 milioni nei 9M 2023 vs. 3,2 milioni). Ciò nonostante, i ricavi totali scontano un minore contributo delle commissioni di performance dei fondi comuni di investimento che si attestano a -4,3 milioni nei 9M 2023. Queste si confrontano con i 34,4 milioni , favoriti dalla cristallizzazione delle commissioni di performance secondo il vecchio metodo di calcolo, prima dell'introduzione del già citato nuovo pricing.

I costi operativi totali sono diminuiti dell'3% a 534,2 milioni (rispetto a 552,7 milioni o 494,3 al netto di Sanctuary). Il miglioramento è spiegato dal deconsolidamento di Sanctuary, parzialmente assorbito dal cambio di perimetro di consolidamento in Australia e Irlanda e dalla crescita organica dei costi generali e delle spese amministrative. I costi di distribuzione ammontano a 287,1 milioni (contro 327,5 milioni o 283,0 al netto di Sanctuary), con un tasso di crescita inferiore ai ricavi a causa di provvigioni stabili, compensati dall’aumento dell’indennità di fine rapporto per i consulenti finanziari in Italia a seguito della stabilizzazione della curva dei rendimenti. I costi generali e le spese amministrative aumentano a 227,2 milioni (199,1 milioni o 185,6 al netto di Sanctuary), con l'aumento quasi equamente guidato dalla crescita organica e dal cambio di perimetro in Australia e Irlanda. Mentre l'andamento di questi costi è stato sostanzialmente stabile in Italia rispetto all'anno precedente, il Gruppo ha continuato a investire nell'espansione dell'attività internazionale. Gli ammortamenti e gli accantonamenti sono diminuiti a 19,9 milioni (contro i 26,0 milioni), grazie all'effetto positivo del rilascio di un accantonamento per cause legali che si sono concluse favorevolmente e di un accantonamento relativo ad un fondo pensione garantito che non si è concretizzato nel primo semestre dell’anno.

L'utile operativo è cresciuto del 4% a 430,8 milioni (rispetto a 413,9 milioni  o 419,9 milioni al netto di Sanctuary) e il margine operativo si è attestato al 45% grazie allo sviluppo dei ricavi totali superiore ai costi.

A seguito dell’implementazione del principio contabile IFRS 17 (contratti assicurativi), Azimut ha registrato nella voce proventi finanziari sotto l'utile operativo un impatto positivo di 11,1 milioni nei 9M 2023. Inoltre, i prospetti contabili dei 9M 2022 sono stati riesposti per tenere conto dell'impatto positivo netto dell'IFRS 17 di 18,7 milioni.

Le imposte sul reddito ammontano a 119,1 milioni nei 9M 2023 rispetto a 106,5 milioni , incluso il già annunciato onere fiscale una tantum di 19,4 milioni relativo alla transazione con l'Agenzia delle Entrate nell'aprile 2023.

La Posizione Finanziaria Netta consolidata a fine settembre 2023 risulta positiva per circa 358,9 milioni, in crescita di 104,3 milioni rispetto a giugno 2023. Questo dato si confronta con i 293,1 milioni di fine dicembre 2022, tenuto conto del pagamento del dividendo per cassa di 1,30 per azione e del dividendo relativo agli strumenti finanziari partecipativi per un importo totale di 234 milioni. Inoltre, nei 9M 2023 sono state fatte acquisizioni e investimenti per ca. 141 milioni e versamenti per ca. 64 milioni per acconti d’imposta, contenzioso fiscale, bollo virtuale e riserve matematiche.
 
Pietro Giuliani, Presidente del Gruppo (nella foto), ha commentato: “A meno di due mesi dalla fine dell’anno confermo i 450 milioni di euro di utile netto annunciati all’inizio del 2023 per l’anno in corso. Dalla nostra quotazione, sono 20 anni che in Azimut onoriamo, senza eccezioni, gli impegni presi con i nostri azionisti. Nonostante lo sforzo lessicale fatto da molti per dire che non saremmo riusciti, abbiamo chiuso il terzo trimestre con un utile netto da inizio anno di 349 milioni di euro: fatti non parole!”

Gabriele Blei, Amministratore Delegato del Gruppo, ha aggiunto: “Siamo cresciuti anche nel 2023, nonostante un contesto difficile a causa della volatilità dei mercati, dell'instabilità geopolitica e delle conseguenze della riduzione delle politiche monetarie accomodanti adottate delle banche centrali. Questo risultato è stato ottenuto facendo leva su tre asset principali: le nostre persone, i nostri clienti e lo spirito unico di Azimut. Il 2024 segnerà la conclusione dei nostri obiettivi a medio termine e restiamo pienamente concentrati sul raggiungimento del nostro obiettivo di 500 milioni di euro di utile netto, grazie alla crescita del nostro business italiano e internazionale e al completamento del processo di deleveraging, remunerando al contempo i nostri stakeholder.”

Alessandro Zambotti, Amministratore Delegato e CFO del Gruppo, ha concluso: “I risultati dei nove mesi evidenziano la forza e i vantaggi del nostro business diversificato. I ricavi ricorrenti e i continui investimenti volti alla crescita hanno garantito una forte redditività con un margine operativo del 45% e un margine di profitto netto di 55bps, in crescita di 7bps rispetto all'anno precedente. Stiamo inoltre per completare la fase operativa della partnership strategica con UniCredit e confermiamo l'inizio delle attività a partire al più tardi dall'inizio del 2024.”
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