Assoturismo-CST: "Nel 2022, quasi 400 milioni di presenze, crescita del 38,2%"

- di: Daniele Minuti
 
Il turismo italiano torna a rialzarsi dopo i due difficilissimi anni dovuti alla pandemia da Covid-19: secondo le stime di Assoturismo-CST infatti, il 2022 si chiude con un numero di presenze turistiche che sfiora i 400 milioni, dato in crescita di ben 38,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente, anche se lontano da quelli registrati prima dell'emergenza sanitaria.

Assoturismo-CST: "Nel 2022, quasi 400 milioni di presenze"

Il comparto però può sorridere, anche e soprattutto per via dell'importante aumento relativo alla presenza di turisti stranieri, oltre che per via di un rialzo deciso della domanda italiana (con le città e ci centri d'arte che hanno registrato gli aumenti più significativi).

Le presenze nelle strutture recettive arrivano quindi a 399,5 milioni, con gli arrivi che si attestano su un miglioramento del +42,8% rispetto all'anno passato, per un totale di 112,3 milioni. Si tratta di numeri ottimi ma comunque al di sotto del 2019 di 8,5 punti percentuali per quanto riguarda le presenze e di 14,5 punti percentuali per quanto riguarda gli arrivi.

La nota di Assoturismo specifica: "Il forte recupero dei flussi stranieri ha dato il maggior contributo alla crescita: l’incremento stimato è del +83,4% sul 2021 e in valori assoluti circa 194,7 milioni di presenze, anche se la differenza con i dati del 2019 segna il -11,8%. Il mercato dei turisti italiani, invece, ha registrato un incremento del +11,9%, per un totale di 204,8 milioni di presenze (-5,2% rispetto al 2019). Il movimento nelle strutture alberghiere è stimato in crescita del +45,6%, mentre l’extralberghiero si ferma al +27,6%.
 Sulle previsioni per i primi tre mesi del 2023 permane sempre un certo ottimismo ma con ampi margini di incertezza. L’opinione di oltre un quarto degli intervistati, su un campione di 1.334 imprenditori, è di una ulteriore crescita del settore, ma a ritmi decisamente più contenuti. Per il 54% le aspettative sono di una sostanziale stabilità del mercato e il 20% circa prevede, invece, una diminuzione dei flussi turistici. Una crescita economica lenta dell’area euro, l’elevata inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia, aggravati dal prolungamento della guerra in Ucraina, potrebbero rallentare la ripresa già nei primi mesi del prossimo anno"
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