Dal Giappone dei mondi fluttuanti a Picasso, l’arte del weekend

- di: Samantha De Martin
 
FOTO: Katsushika Hokusai, Veduta del tramonto presso il ponte Ryōgoku dalla sponda del pontile di Honmaya, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1831 ca., Silografia policroma 38 x 26.3 cm © Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone

A Roma il mondo fluttuante dell’Ukiyoe

Cortigiane, attrici, cacciatrici di lucciole, raccoglitrici di cachi, o semplicemente donne intente a contemplare la fioritura dei ciliegi, attraversano la carta in punta di piedi.

Sono loro le vere protagoniste della mostra Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone, promossa da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, a cura di Rossella Menegazzo, in corso al Museo di Roma a Palazzo Braschi fino al 23 giugno.

Il percorso presenta 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, focalizzandosi sul filone artistico dell’ukiyoe. Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”, questo genere pittorico nato in epoca Edo include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.

I lavori degli oltre 30 artisti esposti, da Kitagawa Utamaro a Katsushika Hokusai, da Tōshusai Sharaku a Keisai Eisen, provengono dalle importanti collezioni di Vincenzo Ragusa e Edoardo Chiossone, due artisti italiani invitati dal governo giapponese Meiji di fine Ottocento come formatori e specialisti nei primi istituti di grafica e arte.

Il visitatore potrà apprezzare i costumi e le abitudini di un Giappone che si apre all’occidente, ammirando dipinti e silografie, strumenti musicali, giochi da tavolo, muovendosi idealmente tra i quartieri di piacere e il teatro kabuki, passando per l’intrattenimento, i giochi e i passatempi.

A Milano le Metamorfosi di Picasso

Prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, con il contributo di Fondazione Deloitte, Institutional Partner, la mostra Picasso. La metamorfosi della figura, accoglie fino al 30 giugno al Mudec – Museo delle Culture di Milano la ricchissima produzione dell’artista, dalle opere giovanili alle più tarde, evidenziando il forte influsso che l’‘arte primitiva’ ebbe sul suo stile.

Attraverso il ritorno al “primitivismo”, intorno al 1925, l’artista fece suoi gli strumenti del linguaggio plastico africano, neolitico e proto-iberico (della Spagna preromana), prendendo spunto dall’arte oceanica ed egizia, da quella della Grecia classica attraverso i vasi a figure nere.

A Milano si potranno ammirare oltre quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti, sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori, del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso – Museo Casa Natal di Malaga in cui vengono presentati 26 fogli che ospitano disegni e schizzi preparatori della celebre opera Les Demoiselles d’Avignon.

Bologna omaggia Pompeo Batoni

Pompeo Batoni, celebre protagonista della pittura europea del Settecento, arriva per la prima volta a Bologna con il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino proveniente dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, esposto al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini del Settore Musei Civici Bologna fino al 7 aprile.

Ammirato anche dal giovane Antonio Canova per il "disegnare tenero, grandioso", e per il saper comporre in “belle forme", il ritrattista più ricercato nell’Europa del XVIII secolo per la sua arte innovativa e originale, "fatto Pittore dalla Natura", sfodera a Bologna il Ritratto che racchiude tutta la grazia e l’eleganza tipica delle sue figure femminili.

In quest’opera Batoni raffigura la contessa seduta in un interno buio, avvolta da una gamma di colori contrastanti. La donna è rappresentata con occhi vivaci e brillanti, un abito scollato e un'elaborata acconciatura. I capelli sono decorati con perle, un ornamento blu in tinta con l'abito e un piccolo mazzo di rose.

Come Cleopatra, la contessa è colta nell’atto di sospendere una grossa perla sopra una coppa, dimostrando così un’aristocratica indifferenza nei confronti dell’aspetto venale del lusso.

A Rovigo Toulouse-Lautrec

Henri de Toulouse-Lautrec pittore, autore di dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani ed europei oltre che francesi, oltre che creatore di celebri manifesti, sbarca a Rovigo, protagonista di una mostra a cura di Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard, con la collaborazione di Nicholas Zmelty.

Palazzo Roverella accoglierà lo sfaccettato universo del maestro, le celebri Affiches, ma anche i dipinti e i disegni preparatori affiancati dai lavori dei numerosi artisti attivi contemporaneamente negli stessi ambienti. Sessanta opere di Lautrec - su oltre 200 lavori complessivi esposti - evocano la vivacità della scena artistica parigina, superando il riduttivo concetto di Belle Époque.

La mostra porrà l’artista a confronto con l’ambiente parigino del suo tempo, con realisti, impressionisti, simbolisti con i quali condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana.

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