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Anziani e risparmi: come difendersi da parenti e badanti disonesti

- di: Marta Giannoni
 
Anziani e risparmi: come difendersi da parenti e badanti disonesti
Truffe, circonvenzioni e raggiri: guida pratica per proteggere gli anziani e il loro patrimonio.
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Quando la fiducia diventa un rischio
Gli anziani italiani sono seduti su un patrimonio complessivo di oltre 1.400 miliardi di euro. Una ricchezza costruita in decenni di lavoro, risparmi e sacrifici. E proprio per questo, oggi più che mai, sono nel mirino: truffatori di professione, conoscenti senza scrupoli, ma anche – e soprattutto – parenti e badanti infedeli. La fiducia, che dovrebbe essere un rifugio, si trasforma nel primo rischio.
Non si tratta solo di cronaca nera, ma di una vera emergenza sociale. Secondo l’ultimo Rapporto Eurispes 2024, il 21,4% degli over 75 ha dichiarato di aver subito almeno un tentativo di truffa da parte di conoscenti, e quasi il 9% ha segnalato “pressioni indebite” da parte di parenti o collaboratori domestici.
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La nuova frontiera delle truffe agli anziani
Le storie si ripetono, cambiano solo i nomi e le tecniche. In provincia di Frosinone, una donna di 84 anni è stata convinta dal nipote a intestargli la casa, dopo mesi di richieste insistenti e minacce psicologiche (“tanto finirai in una RSA”). A Milano, un’anziana con iniziale decadimento cognitivo è stata convinta dalla badante a firmare un testamento redatto da un complice, dove lasciava tutto a lei.
Nel maggio 2025, la Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati tre familiari accusati di circonvenzione di incapace per aver prelevato sistematicamente denaro da un conto condiviso con un anziano parente in stato di vulnerabilità psicologica. Gli avvocati parlano di un fenomeno in espansione silenziosa, “sommerso” ma diffusissimo.
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Circonvenzione, truffa, furto: quando scatta il reato
Nel codice penale, l’articolo 643 punisce chi, “abusando dello stato di infermità o deficienza psichica di una persona, la induce a compiere atti che le arrecano nocumento patrimoniale”. La pena può arrivare a sei anni di reclusione.
Ma nella realtà quotidiana, dimostrare l’incapacità della persona, la consapevolezza dell’atto e il dolo del truffatore non è semplice. Serve una consulenza psichiatrica, documentazione clinica, testimonianze. E molto spesso, quando si arriva in tribunale, il danno è già fatto: i soldi sono spariti, le case vendute, i testamenti impugnati con difficoltà.
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Quando la badante diventa erede
Uno dei casi più discussi degli ultimi anni è stato quello di Luisa G., badante rumena accusata nel 2023 di aver ottenuto con l’inganno l’intera eredità di un’anziana signora di Firenze. Le figlie, escluse dal testamento, hanno fatto causa e hanno vinto, ma solo dopo un lungo processo che ha accertato l’influenza indebita e la manipolazione psicologica dell’anziana da parte della badante.
Il testamento non basta. Se non è scritto in piena lucidità, se ci sono pressioni, se la persona non capisce quello che firma, è un atto contestabile”, ha spiegato l’avvocato civilista Chiara Gerbi. Ma la legge, da sola, non protegge abbastanza. Serve prevenzione.
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Come prevenire: strategie concrete e legali
Ecco sette misure pratiche per proteggere gli anziani e il loro patrimonio da possibili raggiri:
1. Controllo delle procure: evitare di firmare deleghe bancarie o procure generali se non strettamente necessarie. Usare solo procure speciali e limitate nel tempo.
2. Monitoraggio dei movimenti bancari: con l’autorizzazione dell’anziano, un familiare di fiducia può ricevere notifiche o estratti conto periodici per intercettare spese anomale.
3. Amministratore di sostegno: una figura nominata dal giudice che aiuta l’anziano nelle decisioni economiche senza togliergli dignità e autonomia.
4. Registro delle visite: soprattutto con badanti conviventi, è utile che amici e familiari segnino le proprie visite o chiamate. La presenza esterna limita gli abusi.
5. Controllo periodico dei testamenti: il notaio può verificare lo stato psichico del testatore. Meglio fare il testamento con testimoni o medico presente.
6. Formazione familiare: conoscere i segnali di manipolazione (isolamento dell’anziano, improvvise modifiche patrimoniali, regali sproporzionati) è cruciale.
7. Segnalazione immediata ai servizi sociali: in presenza di dubbi, è possibile attivare una valutazione pubblica dell’ambiente di vita dell’anziano, che può anche sfociare in una tutela legale.
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Cosa fare se si sospetta una truffa
Il primo passo è non sottovalutare. Anche un piccolo prelievo sospetto può essere il sintomo di un disegno più ampio. Chi ha dubbi può rivolgersi a:
Carabinieri – Reparto Tutela Patrimonio
Sportello Legale Anziani (SPI-CGIL, CISL, UILP)
Servizi sociali del comune
Ordine degli avvocati – elenco legali specializzati in tutela patrimoniale
In caso di danni già avvenuti, è possibile chiedere il blocco cautelativo dei beni tramite il giudice tutelare.
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Un problema sociale, non solo privato
Come ha affermato Alessandro De Carlo, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, durante il convegno “Vecchiaia fragile, società responsabile, dietro ogni anziano truffato c’è una rete che ha fallito: la famiglia, le istituzioni, il tessuto sociale. Le truffe patrimoniali agli anziani sono la nuova frontiera dell’abbandono”.
Serve, dunque, una svolta culturale. La vigilanza economica non deve diventare controllo o infantilizzazione. Ma è un atto d’amore e rispetto. Così come lo è affiancare gli anziani nelle decisioni cruciali, senza sostituirsi a loro, ma proteggendoli dalle zone d’ombra dove troppo spesso prosperano gli abusi.
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Proteggere dalle truffe gli anziani è proteggere la loro libertà
Difendere gli anziani dalle truffe economiche significa proteggere la loro libertà. Perché un conto svuotato è anche un’identità ferita. L’autonomia finanziaria è spesso l’ultima forma di indipendenza che una persona mantiene. Quando viene tradita, non si perde solo denaro: si spezza un legame di fiducia.

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