Allianz Risk Barometer 2022: "Le aziende temono i rischi informatici più della pandemia"

- di: Daniele Minuti
 
È stato pubblicato l'Allianz Risk Barometer per il 2022 e nei dati raccolti dal sondaggio si nota come per le aziende a livello mondiale, la maggior preoccupazione sia quella legata ai rischi informatici, anche più di quelle dovute alla pandemia da Covid-19 o delle catastrofi naturali.

Allianz Risk Barometer 2022: "Le aziende temono i rischi informatici più della pandemia"

I rischi di cyber security sono quindi in cima al barometro per la seconda volta nella storia del survey con il 44% dei voti da parte dei 2.650 esperti partecipanti, l'attività scende al secondo (42%), le catastrofi naturali sono al terzo (25%), in crescita dal sesto posto dell'anno precedente. Sale il cambiamento climatico (dal nono al sesto posto con 17%) mentre la pandemia scende dal "podio" con 22%.
Anche in Italia, rischi informatici e blocco dell'attività sono nei primi due posti, seguiti dalle catastrofi naturali (ransomware è la principale preoccupazione).

"Gli Incidenti Informatici"
- si legge nel report - "sono tra i primi tre rischi percepiti nella maggior parte dei Paesi intervistati. Il driver principale è la recente impennata degli attacchi ransomware, che sono confermati dagli intervistati (57%) come la prima minaccia per il prossimo anno. I recenti attacchi hanno mostrato tendenze preoccupanti come le tattiche di "doppia estorsione" che combinano la crittografia dei sistemi con la violazione dei dati; lo sfruttamento di vulnerabilità del software che potenzialmente colpiscono migliaia di aziende (per esempio, Log4J, Kaseya) o che prendono di mira infrastrutture critiche fisiche (l'oleodotto Colonial negli Stati Uniti). La sicurezza informatica è anche la principale preoccupazione delle aziende in materia di Environmental, Social, Governance (ESG), con gli intervistati che riconoscono la necessità di essere resilienti, di pianificare attività che permettono di essere pronti in caso di future interruzioni e di fronteggiare le crescenti richieste da parte di legislatori, investitori e altri stakeholder".

Per quanto riguarda l'interruzione delle attività, la causa più temuta è proprio l'impatto di incidenti informatici, seguito da catastrofi naturali e pandemia (come accaduto in Asia, dove sono stati registrati livelli record di congestione nei porti per i troppi container dopo le chiusure e i ritardi). 

Se la pandemia da Covid-19 sarà di sicuro un fattore per l'ecosistema economico, scende la preoccupazione da parte delle aziende anche se il sondaggio è stato tenuto prima dell'emergere della variante Omicron. Cresce invece la preoccupazione verso il clima e l'ambiente dopo un anno record dal punto di vista degli eventi climatici straordinari come tempeste e uragani.

"La preoccupazione di chi ha risposto all’Allianz Risk Barometer"
- chiarisce la nota - "è rivolta agli eventi meteorologici legati al cambiamento climatico che causano danni ai beni aziendali (57%), seguiti dalla BI e dall'impatto sulla supply chain (41%). Gli intervistati sono anche preoccupati di gestire la transizione delle loro aziende verso un'economia a basse emissioni di carbonio (36%), di soddisfare i complessi requisiti normativi e di reporting e di evitare potenziali rischi di contenzioso per non aver preso adeguati provvedimenti per affrontare il cambiamento climatico (34%)".

Significativa anche la crescita della preoccupazione sulla carenza di forza lavoro qualificata (nono posto col 13%), l'alto livello di rischio percepito sui cambiamenti dello scenario legislativo e regolamentare (quinti posto a 19%) e di incendi ed esplosioni (17%) mentre cala la preoccupazione su cambiamenti nei mercati e macroeconomici (ottavo e decimo posto, rispettivamente con 15% e 11%).

Joachim Muelleril Ceo di AGCS, ha commentato: "L’interruzione di attività rimarrà probabilmente il tema di fondo nel 2022. Per la maggior parte delle aziende la paura più grande è quella di non essere in grado di realizzare i prodotti o fornire i servizi. Il 2021 ha visto livelli di interruzione senza precedenti, causati da vari fattori scatenanti, e quest'anno si prevede solo un graduale miglioramento della situazione. Cyber-attacchi rovinosi, l'impatto sulla supply chain di eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, così come i problemi legati alla produzione dovuti alle varie ondate pandemiche e i colli di bottiglia che si sono creati nel settore dei trasporti. Costruire la resilienza per reagire alle molteplici cause di interruzione di attività sta diventando sempre più un vantaggio competitivo per le aziende".

Scott SayceGlobal Head of Cyber di AGCS, ha detto: "Il ransomware è diventato un grande business per i cyber-criminali che stanno raffinando le loro tattiche, abbattendo le barriere di ingresso con anche solo un semplice investimento da 40 dollari e poca conoscenza tecnologica. La commercializzazione del crimine informatico rende più facile sfruttare le vulnerabilità su larga scala. Vedremo sempre più attacchi contro le supply chain tecnologiche e le infrastrutture critiche".

Philip BebloProperty Industry Lead, Technology, Media and Telecomspresso AGCS, ha dichiarato: "La pandemia ha messo in luce la portata dell'interconnessione delle moderne supply chain e ha dimostrato come più eventi non correlati possano unirsi e creare disagi diffusi. Per la prima volta la resilienza delle supply chain è stata messa alla prova fino al punto di rottura su scala globale".

Maarten van der ZwaagGlobal Head of Property Risk Consulting di AGCS, ha detto: "C'è una crescente volontà tra i vertici aziendali di portare più trasparenza nelle supply chain, con le organizzazioni che investono in strumenti e lavorano con i dati per comprendere meglio i rischi e creare scorte, riserve e piani di emergenza di business continuity aziendale".

Line Hestvik, Chief Sustainability Officer di Allianz SE, ha commentato: "La pressione sulle aziende per agire sul cambiamento climatico è aumentata notevolmente nell'ultimo anno, con una crescente attenzione ai contributi net-zero. C'è una chiara tendenza a ridurre le emissioni di gas serra nelle operazioni o a esplorare le opportunità di business con tecnologie rispettose del clima e prodotti sostenibili. Molte aziende stanno costruendo al loro interno competenze dedicate alla mitigazione del rischio climatico, coinvolgendo sia esperti di gestione del rischio che di sostenibilità".
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