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Air India, il comandante spense i motori: panico e caos in cabina

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Air India, il comandante spense i motori: panico e caos in cabina

Le indagini sull’incidente che ha coinvolto un volo Air India hanno subito una svolta drammatica: secondo le ultime ricostruzioni, sarebbe stato il comandante stesso a spegnere i motori del Boeing 787 Dreamliner poco dopo il decollo. La notizia, diffusa da fonti vicine alla valutazione preliminare effettuata da funzionari statunitensi, è emersa dall’analisi della scatola nera, in particolare del dialogo registrato tra i due piloti in cabina nei momenti precedenti allo schianto. Il primo ufficiale, colto completamente alla sprovvista dalla manovra del comandante, avrebbe reagito in preda al panico, chiedendogli con insistenza le ragioni del gesto. Il caos seguito a quell’azione ha reso impossibile il recupero del controllo dell’aereo, portando alla perdita dell’aeromobile.

Air India, il comandante spense i motori: panico e caos in cabina

Dalla scatola nera emerge un quadro inquietante e inaspettato. Dopo un decollo regolare, il comandante avrebbe attivato gli interruttori in posizione “cutoff”, interrompendo di fatto il flusso di carburante verso i motori. Il primo ufficiale, con voce chiaramente alterata, avrebbe chiesto spiegazioni sul gesto, senza ottenere risposte chiare. Il contenuto delle registrazioni rivela l’improvviso passaggio da una routine standard a una situazione critica, con l’aereo che ha cominciato a perdere quota rapidamente. Nessun guasto tecnico sembra aver preceduto la decisione del comandante, il che sposta l’attenzione degli investigatori sul profilo psicologico del pilota e sulla sua idoneità a svolgere il volo.

I timori sulla salute mentale del comandante

La possibilità che dietro il gesto vi sia un intento deliberato o uno stato di alterazione psicologica è attualmente al centro dell’inchiesta. Le autorità competenti stanno esaminando il background medico e personale del comandante, incluso lo storico di stress lavorativo, turni accumulati, eventuali segnalazioni di comportamenti anomali e le certificazioni mediche recenti. Il contesto è reso ancora più delicato dal fatto che negli ultimi anni sono aumentati i casi di incidenti legati a episodi di burnout o squilibrio psichico tra i piloti, spesso non rilevati nei controlli di routine. Gli esperti di aviazione ricordano che la figura del comandante, pur dotata di grande autonomia decisionale, deve essere costantemente monitorata, soprattutto in periodi di forte pressione.

Reazioni e provvedimenti delle autorità aeronautiche
L’Autorità per l’aviazione civile indiana, in collaborazione con la Federal Aviation Administration americana e con il National Transportation Safety Board, ha già predisposto un’ulteriore verifica delle procedure interne della compagnia Air India. In particolare saranno analizzate le modalità di selezione e valutazione del personale di cabina, i sistemi di supervisione psicologica e le comunicazioni avvenute nei giorni precedenti al volo. Si cerca inoltre di capire se il gesto del comandante possa essere stato in qualche modo influenzato da fattori esterni, tra cui eventuali problemi disciplinari, controversie con la compagnia o pressioni lavorative.

La compagnia Air India sotto accusa
Air India, che negli ultimi anni ha cercato di rilanciarsi anche attraverso partnership e rinnovi della flotta, si trova ora in una tempesta mediatica e giudiziaria. La compagnia ha rilasciato un comunicato esprimendo “piena collaborazione con le autorità” e “profondo cordoglio per quanto accaduto”, ma ha evitato commenti sul contenuto della scatola nera, sottolineando che le indagini sono ancora in corso. Tuttavia, secondo diverse fonti investigative, sarebbero già emerse criticità nei protocolli interni e nella gestione dei turni di volo, con il rischio che il comandante fosse stato impiegato in condizioni non ideali, anche a causa della carenza di personale.

L’allarme globale e le ripercussioni sulla sicurezza del volo

L’incidente ha riacceso il dibattito internazionale sulla sicurezza aerea e in particolare sulla valutazione della salute mentale dei piloti. Dopo il caso Germanwings del 2015, in cui un copilota deliberatamente fece schiantare l’aereo, molte compagnie hanno introdotto nuovi standard per la valutazione psicologica, ma la loro efficacia resta oggetto di discussione. Alcuni esperti chiedono l’adozione di una cabina a tre, con un terzo elemento di equipaggio nei voli a lungo raggio che possa fungere da supervisore nei momenti critici. Altri propongono l’utilizzo di intelligenza artificiale per monitorare le azioni in cabina in tempo reale, prevenendo manovre pericolose.

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