La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che segna un cambiamento epocale nel diritto di famiglia e nelle normative sull’adozione in Italia. Con la decisione numero 33, depositata oggi, la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto per le persone singole di adottare minori stranieri. Si tratta di un pronunciamento che va a modificare un impianto normativo rimasto immutato per decenni, aprendo nuove possibilità per chi, pur non essendo sposato, desidera offrire una casa e una famiglia a un bambino in difficoltà.
La Consulta abbatte tabù decennale: i single potranno adottare minori stranieri
Fino a oggi, l’articolo 29-bis, comma 1, della legge 184/1983 escludeva categoricamente le persone single dalla possibilità di adottare minori stranieri, riservando questa opportunità esclusivamente alle coppie sposate. La Corte ha invece stabilito che questa restrizione è in contrasto con gli articoli 2 e 117 della Costituzione, oltre che con l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Secondo la Consulta, il divieto assoluto imposto ai single risultava sproporzionato e lesivo dell’interesse del minore, che deve sempre essere posto al centro di ogni valutazione sull’adozione. L’obiettivo primario, infatti, è garantire ai bambini in stato di abbandono un ambiente familiare stabile e armonioso. Escludere le persone singole a priori significava, di fatto, ridurre le possibilità di offrire a questi minori una nuova famiglia e una vita migliore.
Un principio di solidarietà e tutela dell’infanzia
La sentenza sottolinea un principio fondamentale: l’idoneità a diventare genitore adottivo non deve essere stabilita in base allo stato civile della persona, ma valutata caso per caso, tenendo conto della capacità affettiva, educativa ed economica del singolo aspirante genitore. La Corte riconosce che una persona sola può garantire un ambiente stabile e affettuoso a un bambino, a condizione che ne venga accertata l’idoneità da parte del giudice.
Il provvedimento rappresenta un passo avanti importante anche sul piano sociale: negli ultimi anni, infatti, si è registrata una significativa riduzione delle domande di adozione, e il divieto imposto ai single rischiava di rendere ancora più difficile l’accoglienza di minori stranieri in cerca di una famiglia. La possibilità di ampliare la platea degli aspiranti genitori adottivi potrebbe ora contribuire a dare nuove speranze a tanti bambini che altrimenti rischierebbero di rimanere senza un punto di riferimento stabile.
Le reazioni e il dibattito politico
Come prevedibile, la sentenza ha acceso il dibattito politico e culturale. Da una parte, vi sono coloro che salutano questa decisione come una svolta di civiltà, un riconoscimento della capacità individuale di amare e accudire un bambino al di là delle convenzioni tradizionali sulla famiglia. Dall’altra, alcuni ambienti più conservatori temono che questa apertura possa indebolire il modello familiare basato sulla coppia genitoriale tradizionale.
Nel mondo giuridico e nell’opinione pubblica, tuttavia, prevale la consapevolezza che si tratti di un progresso in linea con i cambiamenti della società e con la necessità di mettere il benessere del minore al centro delle scelte legislative.
Un nuovo scenario per il futuro delle adozioni in Italia
Questa decisione potrebbe aprire la strada a una più ampia revisione delle normative italiane sulle adozioni. Finora, infatti, il nostro Paese si è mostrato particolarmente rigido rispetto ad altre realtà europee, dove le adozioni da parte di single sono già una prassi consolidata.
Ora, la palla passa ai tribunali, che dovranno valutare caso per caso l’idoneità dei singoli aspiranti genitori. La sentenza della Corte Costituzionale non implica un’automatica concessione dell’adozione ai single, ma riconosce che ogni persona deve avere la possibilità di dimostrare di poter offrire a un bambino un ambiente sereno e sicuro.
Una svolta attesa da anni, che cambia il volto delle adozioni in Italia e offre nuove opportunità a chi sogna di diventare genitore, ma soprattutto a quei bambini che, fino a oggi, avevano meno possibilità di trovare una famiglia pronta ad accoglierli.