Rischio idrogeologico, workshop a Catania per soluzioni innovative. Circa il 94% dei comuni italiani è soggetto a erosione costiera e rischio dissesto

- di: Barbara Bizzarri
 
Si è svolto a Catania il workshop promosso dall’ Ordine e Fondazione degli Ingegneri etnei e DICAr per confrontarsi e riflettere sullo scenario drammatico del rischio idrogeologico, che coinvolge quasi il 94% dei comuni italiani è soggetto a erosione costiera e rischio dissesto: oltre otto milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. I dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale sono allarmanti e riguardano un fenomeno in crescita negli ultimi cinque anni che vede Catania tra i centri urbani interessati. «Questo, come quello sismico, sono due criticità su cui non si può abbassare la guardia - esordisce il presidente dell’Ordine di Catania Mauro Scaccianoce - istituzioni e professionisti devono lavorare in sinergia, approfondendo la tematica, individuando le aree su cui intervenire e le opere da eseguire e migliorando i sistemi di monitoraggio e di alert.

A quest’ultimo, deve essere affiancato un importante lavoro di sensibilizzazione: anche i cittadini, infatti, devono prendere coscienza dei rischi e adottare adeguati comportamenti in caso di calamità». Per Ordine e Fondazione il workshop rappresenta una possibilità per gli addetti ai lavori e per i giovani di lasciare un segno tangibile nella città. «Rappresenta un’importante fucina di idee - afferma il direttore del DICAr Enrico Foti, portando i saluti del Rettore UniCT Francesco Priolo - di cui molte saranno certamente interessanti e innovative. Inoltre, è una grande opportunità per gli studenti, dato che non esiste adeguata formazione universitaria senza avere contatto con il territorio in cui si opera». Nella sinergia alla ricerca di soluzioni, importante il contributo del docente di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologie dell’Università di Genova Luca Giovanni Lanza, che individua molte similitudini tra il capoluogo ligure e Catania: «L’essere affacciate sul mare e avere un terreno collinare vicino, che provoca il riversarsi delle acque verso il centro, richiede un’analoga metodologia nella gestione del rischio.

Tra le tecniche, certamente, ritroviamo le coperture a verde e le aree di raccolta delle acque, queste ultime con duplice beneficio: immagazzinamento e risparmio, potendole riutilizzare per altri scopi». Il punto di vista dell’ordinario di Idraulica dell’Università Politecnica delle Marche Maurizio Brocchini verte sulla «riduzione dei tempi di ritorno e conseguente aumento di frequenza degli eventi che consideravamo estremi. Due fattori, tempo e durata, che richiedono un miglioramento della pianificazione e gestione del rischio idrogeologico». «È da questo lavoro di squadra - aggiunge il presidente della Fondazione Filippo Di Mauro - che nascono le proposte migliori, che possono solo contribuire in positivo al processo di sviluppo della città. Un motivo in più che ci stimola a organizzare eventi come questo e a investire su importanti attività formative e informative».
 
««Il cambiamento climatico è evidente, così come l’aumento del rischio di alluvioni - conclude il direttore delle Politiche Comunitarie Fondi Strutturali, Politiche Energetiche di Catania Fabio Finocchiaro - argomenti su cui negli ultimi anni c’è stata grande attenzione da parte dell’Amministrazione Comunale, che ha messo in campo importanti azioni di intervento. Attraverso i fondi PON Metro si stanno realizzando interventi di riqualificazione che mitigano il rischio idrogeologico in città, progettando circa 20 ettari di nuove aree green. La transizione ecologica e la riduzione del rischio idraulico saranno obiettivi anche dei prossimi 222 milioni di euro destinati a Catania per la nuova programmazione che si concluderà nel 2027».
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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