Legambiente: in Italia aumentano i sussidi alle fonti fossili nonostante l’emergenza climatica

- di: Barbara Bizzarri
 
Legambiente, presentando il suo report "Stop ai sussidi ambientalmente dannosi" nel corso del forum "QualEnergia" organizzato dall'associazione ambientalista, Kyoto Club e La rivista Nuova Ecologia, a Roma, ha sottolineato il consistente aumento dei sussidi ambientalmente dannosi in Italia: "Nel 2021 - afferma il report - il Paese ha speso 41,8 i miliardi di euro in attività, opere e progetti connessi direttamente e indirettamente alle fonti fossili. n 7,2 miliardi in più rispetto al 2020 (+21%). Il settore con più voci di sussidi (ben 31) è quello energetico con 12,2 miliardi di euro e che potrebbero aumentare con le politiche energetiche in tema di gas (vedi i rigassificatori). A seguire il settore trasporti con 24 voci di sussidi e 12,2 mld di euro. Un numero complessivo, quello dei finanziamenti ai SAD (sussidi ambientalmente dannoso), destinato ad aumentare anche nel 2022 per gli effetti del Capacity Market con oltre un miliardo di euro all'anno per 15 anni, a cui si aggiungono 30 milioni all'anno, dal 2024 al 2043 per un totale di 570 milioni, dedicati ai due rigassificatori di Piombino e Ravenna. A queste si aggiungono le risorse spese per l'emergenza energetica pari a circa 38,9 miliardi euro". Dei 41,8 miliardi di euro investiti in sussidi ambientalmente dannosi (13,4 riconducibili a sussidi diretti e circa 28,4 miliardi a quelli indiretti), ben 14,8 miliardi sono eliminabili già entro il 2025 cancellando, ad esempio, quelli previsti per le trivellazioni e i fondi per la ricerca su gas, carbone e petrolio, così come le agevolazioni fiscali per le auto aziendali, il diverso trattamento fiscale tra benzina gasolio, GPL e metano, il Capacity Market per le centrali a gas e l'accesso all'Eco-bonus per le caldaie a gas. Tutte risorse che potrebbero essere rimesse in circolazione nel giro di pochi anni a favore di una vera transizione energetica che punti su rinnovabili, reti, efficienza, mobilità, bonifiche e molto altro.

I sussidi dannosi per l'ambiente rischiano di aumentare nel 2022

Infatti, se anziché investire nel fossile gli stessi finanziamenti fossero stati destinati nell'ultimo decennio su elettrificazioni e fonti rinnovabili, il Paese avrebbe avuto "un risparmio di consumo di gas di 4 miliardi di metri cubi all'anno, arrivando a 44 miliardi di metri cubi complessivi dopo 11 anni, pari al 59,4% dei consumi nazionali di gas”. Allo scopo di suggerire un'altra strada da percorrere, Legambiente ha presentato sette proposte indirizzate al governo e in particolare al Ministro dell'Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Innanzitutto, si propone che "nella legge di bilancio, in discussione, venga prevista la rimodulazione e cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2030". Poi è necessario "aggiornare annualmente il Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e Favorevoli (SAF)", rivedere la tassazione sui diversi combustibili fossili e cancellare tutte le esenzioni sulle accise esistenti secondo il principio "chi inquina paga" legando la fiscalità alle emissioni di gas serra. Altro passaggio chiave è uno sforzo per i Paesi meno abbienti: "L'Italia deve impegnarsi per il periodo 2023-2025 a mobilitare almeno 4,7 miliardi l'anno così da garantire la "sua giusta quota" dell'impegno collettivo di 100 miliardi dei Paesi industrializzati", il tutto attraverso "risorse che possono essere reperite attraverso il taglio dei sussidi alle fonti fossili". Infine, oltre a investire sulle rinnovabili, viene suggerito di "rivedere il sistema degli oneri di sistema in bolletta, eliminando i sussidi diretti, spostando sussidi e voci improprie sulla fiscalità generale". Come spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, per disegnare un futuro a basse emissioni sono necessari "discontinuità e coraggio. Per uscire dalla dipendenza dall'estero bisogna accelerare sulla diffusione delle comunità energetiche e realizzare tanti grandi impianti a fonti rinnovabili, da quelli eolici a mare a quelli a terra, passando per l'agrovoltaico, ma è indispensabile velocizzare gli iter autorizzativi. Si può decarbonizzare l'economia italiana rimodulando ed eliminando i sussidi alle fonti fossili e la legge di bilancio può essere già la prima occasione per farlo. Il governo non perda questa importante occasione in nome dell'indipendenza dall'estero".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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