Giornata nazionale del mare: l’importanza di essere cittadini del mare

- di: Barbara Leone
 
“Non ha fondo. Immagine dell’infinito. Fa venire grandi pensieri”. Lo ha scritto Flaubert, e parlava del mare. Chi di noi, del resto, non si è mai perduto contemplando il mare? Scrutandone una fine che non ha fine, annusandone l’odore acre, frugandone doni, colori e misteri. Pensiamo solo a tutta la vita che c’è là sotto: un universo sterminato, instancabile e silenzioso. E sopra, milioni di onde. Che nervose si increspano, si inseguono, ruggiscono. Ma è un tumulto che è solo in superficie, perché nel profondo della sua profondità il mare resta sempre calmo e silenzioso. In perenne meditazione. A lui affidiamo pensieri, gioie, patimenti, lacrime e sorrisi. Perché la verità è che il mare ha un fascino senza eguali, sembra che da lui tutto parta e tutto torni. Se la Terra è madre, lui è casa: ci appartiene, e noi gli apparteniamo. Ecco perché ne dobbiamo aver cura. Ed ecco perché qualche anno fa è stata giustamente istituita la Giornata nazionale del mare. Si celebra l’11 aprile, e non va confusa con la Giornata mondiale del mare voluta dall’Onu che invece cade a fine settembre. Quella che si è celebrata lunedì scorso è stata istituita il 13 febbraio 2018, in seguito all’entrata in vigore del nuovo Decreto sul Codice della Nautica. Il fine è quello valorizzare il mare come risorsa economica, culturale, scientifica e ovviamente ricreativa. Un modo per aiutarci a riflettere sull’importanza del rispetto e della conoscenza del mare. Che è una risorsa preziosa per tutti quanti, in particolare per chi come noi vive in una penisola circondata su tre lati dall’acqua, che diventano anche fonte di sostentamento per le popolazioni che abitano sulle coste.

Sviluppare la cultura del mare è, quindi, fondamentale. Soprattutto per i giovani, che sono i principali destinatari di quest’importante messaggio. Ecco perché i protagonisti della Giornata sono innanzitutto gli Istituti scolastici d’ogni ordine e grado. La Giornata, infatti, nasce con lo scopo di sensibilizzare le giovani e i giovani attraverso attività e momenti di confronto, al fine di sviluppare il concetto di cittadinanza del mare e rendere le studentesse e gli studenti cittadini attivi del mare, ovvero tutori della sua conservazione e della sua cultura. “Il mare - ha sottolineato il Sottosegretario al Mite  Ilaria Fontana - rappresenta per l’umanità ed il nostro Pianeta quella fonte inesauribile di crescita sia per le vite che genera che per quante vi dimorano. E’ una risorsa naturale che l’uomo ha prima imparato a conoscere e poi a sfruttare, dopo migliaia di anni e le recenti ere industriali. La sfida dell’uomo contemporaneo diviene quindi la sintesi perfetta delle Politiche ambientali del nostro Pianeta in chiave di sostenibilità e transizione ecologica. Ogni inquinante liberato nell’ambiente - ha evidenziato il Sottosegretario -  raggiunge prima o poi anche il mare e con esso interessa ogni angolo, anche più remoto, del nostro Pianeta. Se pensiamo alle plastiche e microplastiche, ai tanti inquinanti emergenti, ma anche all’aumento della CO2, acidificazione degli oceani ed all’incremento dei livelli, riconosciamo la centralità del mare quale protagonista indiscutibile del nostro futuro. Possiamo - ha aggiunto Ilaria Fontana - tutelare il mare in ogni nostro comportamento quotidiano, principio da tenere bene in mente tutti. Centrare ognuno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ha effetti diretti ed indiretti sulla tutela del nostro mare. Tale traguardo riconosciuto da numerosi Paesi del mondo appare quindi come quell’ennesimo passo verso il nostro progresso ecologico da raggiungere nel minor tempo possibile. Oggi celebriamo quindi i nostri mari ed oceani ricordandoci di tutelarli perché senza di loro questo Pianeta non sarebbe così straordinario”.

Molti gli eventi che anche quest’anno hanno caratterizzato l’iniziativa: dalle mostre agli incontri con gli esperti della Lega navale italiana, passando per la liberazione delle tartarughe marine, la ricerca di micro plastiche in mare sino ad arrivare alle esperienze marinaresche a bordo delle unità d’altura della Guardia costiera. Una grande festa, insomma, per alimentare la speranza verso un futuro migliore. “Il colore blu del nostro Pianeta, per come lo si osserva dallo spazio, lo dobbiamo al mare - ha detto Vito Uricchio, Cnr e Coordinatore scientifico Arca -, ma al mare dobbiamo molto altro: dalla creazione della vita, alla regolazione del clima, alla generazione di acque dolci, alla produzione di cibo, alla rimozione di inquinanti atmosferici, al benessere legato alla percezioni sensoriali, alla biofilia, sino alla fruizione turistica con conseguenti vantaggi economico-sociali. Ma la ricorrenza di oggi ha un valore speciale anche alla luce dell’avvio del Decennio del mare 2021-2030 Unesco: straordinaria occasione di approfondimento delle conoscenze scientifiche e di informazione e formazione delle nuove generazioni, per comprendere il valore della naturalità che il mare esprime con una profonda complessità che trova riscontro negli straordinari numeri della biodiversità animale e vegetale”. Si parla di circa 17.000 specie, infatti: la nostra, con tutto il Mar Mediterraneo, è una delle aree del Pianeta con la maggiore biodiversità. Un patrimonio inestimabile, dunque, che occorre a tutti i costi salvaguardare dalle umane violenze affinché possa sopravvivere e regalarci ancora tutta la sua straordinaria ricchezza. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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