Accordo al G7 per un tetto al prezzo del petrolio russo. Mosca minaccia: "stop alle forniture"

- di: Barbara Leone
 
Svolta al G7, che poche ore fa ha dato l’ok al tetto sul prezzo del petrolio russo. “Oggi - si legge in una dichiarazione dei ministri delle finanze del G7 al termine dell’incontro conclusosi poche ore fa - confermiamo la nostra intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentano il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa a livello globale. La fornitura di questi servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo o inferiore a un tetto di prezzo determinato dall’ampia coalizione di Paesi che aderiscono e attuano il limite di prezzo. Il price cap - spiegano i ministri nel comunicato a margine dell’incontro - è specificamente progettato per ridurre le entrate russe e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra di Mosca sui prezzi globali dell’energia, in particolare per i paesi a basso e medio reddito, consentendo solo ai fornitori di servizi di continuare a fare affari relativi al petrolio marittimo russo e ai prodotti petroliferi venduti a o al di sotto del limite di prezzo”.

L'intenzione dei ministri è dunque quella di attuare il tetto in linea con la tempistica delle sanzioni Ue sul petrolio russo che partono il 5 dicembre prossimo. Per il momento i ministri non fissano i confini del tetto, che verrà stabilito da tutta la coalizione che lo applicherà sulla base di input tecnici. “Il prezzo - concludono i ministri - sarà comunicato pubblicamente in modo chiaro e trasparente”. Decisione, quella dei ministri delle finanze del G7, che è stata immediatamente appoggiata dalla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che in uno statement a margine della giornata di clausura dell'Unione in Baviera ha dichiarato: “Sono della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”. La reazione della Russia non si è fatta attendere. Il gas russo “semplicemente non ci sarà più in Europa se l’Unione Europea imporrà un tetto al prezzo”, ha detto  il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, citato dalla Tass, commentando le dichiarazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Gli fa eco il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ventilando una minaccia anche sull’altra fonte fossile: il petrolio.

“Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio solo ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”, ha detto Peskov. Che ha poi aggiunto: “Alexander Novak, il vice primo ministro incaricato per le risorse energetiche sta avendo contatti con l’Opec+, riguardanti il settore petrolifero. Ha dichiarato in modo chiaro e univoco che quei Paesi che si uniranno ad un potenziale tetto dei prezzi non figureranno tra i destinatari del petrolio russo. Semplicemente, noi non interagiremo nel settore petrolifero in base a questi principi non di mercato”. E se a Bruxelles si dicono rassicurati dal livello degli stoccaggi che ormai superano la soglia dell’80%, l’azienda russa Gazprom velenosamente avverte: “Non basterà”. Insomma, si prevede un inverno caldo. O forse freddissimo.
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