Energia: no all’aggiunta di una componente in bolletta per il trasporto del gas

 
Dopo i passi indietro compiuti sul fronte dell’energia, decidendo in una fase quanto mai delicata e difficile di non prorogare il mercato tutelato prima per il gas, poi per l’energia elettrica.

Dopo il susseguirsi di sanzioni nei confronti delle aziende che continuano ad operare in maniera scorretta, a spese dei cittadini.

Cosa potrebbe peggiorare la situazione?

Della serie non c’è mai limite al peggio ora si prospetta un incremento in bolletta, a carico degli utenti, con l’inserimento di una componente aggiuntiva della tariffa di trasporto gas.

Tutto ciò a causa di una visione poco lungimirante e stime poco accurate.

Bisogna considerare anche che l’aumento per il gas è determinato principalmente dalla forte crescita della componente CMEM relativa ai costi di approvvigionamento (+4,5% sulla spesa per il cliente tipo), dato che riflette il rialzo atteso delle quotazioni all’ingrosso nei mercati a termine in Italia e in Europa.

Riempire i depositi di stoccaggio durante la guerra Russia-Ucraina nel 2022-2023 per avere una scorta di sicurezza in deposito è costato ingenti somme al GSE, che di concerto con Snam ha dovuto comprare gas quando la quotazione era tra le più alte mai registrate ed ora lo può rivendere solo a prezzi inferiori. Si stima una minusvalenza di circa 4,2 miliardi di euro.

Per compensare tale ammanco, Arera vuole far pagare, da aprile 2024, questa minusvalenza agli utenti, inserendo una componente aggiuntiva della tariffa di trasporto del gas.

Riteniamo tutto ciò inaccettabile. Non è giusto che siano gli utenti, duramente provati dalla crisi energetica e dall’inflazione, a dovere pagare i prezzi dello stoccaggio. Ribadiremo tale posizione anche nel parere formale richiesto da Arera a tale proposito.

Piuttosto chiediamo che siano i venditori, molti dei quali si sono arricchiti dall’aumento dei prezzi del gas, a dover pagare, senza possibilità di riaddebitare ai clienti il prezzo della componente aggiuntiva. Ecco perché è necessario imporre una tassazione sugli extraprofitti, da destinare per compensare questo disavanzo.

Inoltre, guai a smantellare le misure adottate finora per tutelare i cittadini dal caro-energia, a partire dalla riduzione dell’IVA che a nostro avviso il Governo deve prorogare almeno per tutto il 2024.
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