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Economia: quale il futuro di un'Italia che non può più aspettare?

- di: Diego Minuti
 
Economia: quale il futuro di un'Italia che non può più aspettare?
Come gli anziani ai giardinetti, gli italiani sembrano guardare e non capire quel che sta accadendo alla situazione economica del Nostro Paese e che li riguarda direttamente, in futuro più che nel già complesso presente. 

Tutti quelli che oggi vengono visti, con superficialità, come semplici segnali di futuri problemi sono ben altro e di più. Perché , se solo si guarda ad uno dei 'numeretti'  - lo spread - che fino a qualche anno fa non ci lasciava dormire tranquilli, anche se non ne capivamo le ragioni, ci si accorge come la situazione che ci sembrava tranquillizzante non lo è affatto. Ora forse è il momento in cui tutti insieme - non escludendo proprio nessuno - si guardi a cosa fare e, soprattutto, lo si faccia presto per evitare che, come tutto lascia purtroppo pensare, il peggio tanto temuto stia per arrivare. 

In una scala di responsabilità è chiaro che il primo a muoversi deve essere il governo che (forse condizionato dalla personalità di Mario Draghi e del suo passato al timone della Bce, in cui mostrò di non amare farsi condizionare dalle emergenze) sembra non muoversi con la determinazione che le circostanze impongono. L'inflazione è un mostro economico terribile, perché aggredisce il potere d'acquisto non consentendo alle famiglie di controbattere. Terribile, ma se non imbattibile, quanto meno da contrastare, anche se le soluzioni sono complesse e imporrebbero un concerto tra le parti che oggi, oggettivamente, appare difficile. 

Perché la prima misura che viene considerata, da economisti di area soprattutto liberista, è quella dell'aumento dei salari. Un meccanismo che, per sua natura, essendo in gran parte determinato da accordi (parola che in Italia spesso è un vuoto contenitore), imporrebbe tempi lunghi e, quindi, dilatando le difficoltà della gente. Un'idea del genere - combattere l'inflazione aumentando i salari - la stanno avendo anche negli Stati Uniti, dove però si parte da posizioni di privilegio rispetto all'Italia, avendo la disoccupazione ai minimi da decenni e decenni, con posti di lavoro offerti e non coperti, nonostante incentivazioni e benefit,  con un'economia che tira. Ma i prezzi salgono e salgono. Il presidente Biden  appena poche ora fa ha ribadito che contro l'inflazione è intenzionato a usare tutti gli strumenti a disposizione sua e della Federal Reserve, il cui vertice, Jerome Powell, è stato convocato alla Casa Bianca e non certo per discutere di sport. 

Beati loro, verrebbe da dire, ma quanto sta accadendo negli Stati Uniti è anche frutto dell'efficacissimo meccanismo compensativo, in termici di incentivi, prestiti e sostegni, deciso dall'Amministrazione Biden per impedire che il Paese fosse schiantato, socialmente ed economicamente, dalla pandemia. Fatto sta che in America solo ora le famiglie stanno attingendo ai risparmi accantonati grazie all'iniezione di denaro dallo Stato. Una cosa che in Italia possiamo solo sognare, perché la realtà è stata diversa e il sostegno economico, sufficiente appena a turare qualche falla, non è nemmeno stato a prezzo zero per chi l'ha ottenuto.

Sarebbe quindi il momento - sempre che ce ne si presenti un altro, cosa affatto scontata - che, intorno al famoso tavolo, si ritrovino tutti i protagonisti della nostra vita, ma a patto che siano disposti a non intestardirsi sulle loro posizioni. Dal governo (da cui ci si aspetta un afflato di coraggio) ai sindacati (sempre che non si attestino su posizioni massimaliste, in cui il margine di trattativa è inesistente) agli industriali (che non sempre vedono le loro istanze tradotte fedelmente nella parole dei loro vertici rappresentativi). E a quel tavolo logica vorrebbe che si sedessero anche i politici, i partiti. Ma questa è utopia perché sono in tutt'altre faccende affaccendati, tra ideologie che sono evaporate, problemi legati a gite oltrecortina, perdita di identità e crisi interne e mancanza di coscienza di alcuni protagonisti del passare degli anni. Che in politica sono importanti, anche per chi coltiva il sogno dell'immortalità. 
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