Cambiamento climatico, il punto di non ritorno è molto più vicino del 2050. Coldiretti: +50% nubifragi nell’anno più caldo di sempre

- di: Barbara Leone
 
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: la vera, improcrastinabile emergenza dei nostri tempi è quella climatica. E i recenti fatti di cronaca ci danno, ahinoi, tristemente ragione. E’ salito a nove, al momento, il numero delle vittime dell’alluvione che ha brutalmente colpito le Marche ieri. E purtroppo potrebbe crescere ancora, visto che ci sono ancora quattro dispersi. Centinaia gli sfollati, e danni inenarrabili. Il quantitativo di pioggia caduto ieri è impressionante, pari ad un terzo di quello che normalmente cade in un anno intero. Normalmente, appunto. Ma oramai, a livello climatico, non c’è più nulla di normale. Appena un mese fa, la violenta tromba d’aria che aveva messo in ginocchio la Versilia aveva seminato il panico, fortunatamente senza vittime. E già allora era scattato l’allarme. “Il cambiamento climatico - aveva detto ad agosto il direttore del Consorzio Lamma (che riunisce Regione Toscana e Cnr) Bernardo Gozzini - sta incidendo sulle temperature. Che sono aumentate più rapidamente creando condizioni favorevoli ad un aumento di frequenza e di intensità dei fenomeni con cui l'energia accumulata si scarica con violenza e all'improvviso”. E la stessa cosa è successa nelle Marche. “Il nubifragio nelle Marche è avvenuto dopo un’estate particolarmente calda, durante la quale la temperatura del mare è stata di 4-5 gradi superiore alla media”, ha osservato questa volta Gozzini. In parole povere il processo di evaporazione ha portato ad accumulare una maggiore quantità di umidità. “C’è stato un accumulo di energia che ora il sistema dovrà scaricare per tornare in equilibrio - ha aggiunto Gozzini -. Di conseguenza l’autunno potrebbe essere particolarmente complesso”. Tradotto: succederà ancora. O comunque è altamente probabile. 

E’ salito a nove, al momento, il numero delle vittime dell’alluvione che ha brutalmente colpito le Marche ieri

Basti pensare che dall’inizio dell’anno gli eventi estremi (nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, bufere di vento e tornado) sono cresciuti rispetto allo stesso periodo del 2021 del +50%. Con il 2022 che  in Italia si classifica, almeno finora, come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,99 gradi) rispetto alla media storica. Contemporaneamente si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 40%. Ciò emerge chiaramente dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd e Isac Cnr rispetto ai primi nove mesi dell’anno. L’estate torrida e siccitosa – sottolinea la Coldiretti – ha devastato i raccolti, assetato città e campagne e accumulato energia termica distruttiva che si è poi scaricata al suolo con la violenza del meteo.  Del resto nel nostro Paese è oramai evidente la tendenza ad una tropicalizzazione del clima. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali – evidenzia la Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico, ma la percentuale sale al 100% per regioni come le Marche, secondo dati Ispra. Eventi estremi che – continua la Coldiretti – provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall’abbandono. Nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni – sottolinea Coldiretti – con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra. Nello spazio di una generazione (25 anni) – denuncia ancora Coldiretti – è scomparso più di 1 terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato, e che mette a rischio l’ambiente e la sicurezza dei cittadini. Ecco perchè occorre fermare subito il consumo di suolo. Ma sono anche necessari – continua Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve. L’esplosione degli eventi estremi nel 2022, in media quasi 9 al giorno da nord a sud dell’Italia, ha provocato danni che in agricoltura – conclude la Coldiretti – superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale. 

Danni che, ovviamente, rappresentano poca cosa rispetto ai morti che in queste ore stiamo piangendo. Ma alla base c’è lo stesso principio. Non si può più attendere. L’emergenza climatica va presa di petto una volta per tutte, perché diversamente piangeremo altre vittime e conteremo chissà quanti altri danni. Che peraltro si vanno ad aggiungere agli enormi problemi che stiamo già affrontando in termini di aumenti del gas, dell’elettricità e del carrello della spesa in genere. Il punto di non ritorno è molto più vicino del 2050, e prima lo capiremo meglio sarà per tutti. E’ vero: non siamo noi a decidere su scala globale, e per certi versi ci sentiamo anche inermi di fronte all’incuria criminale che hanno i potenti nei confronti del nostro Pianeta. Ma ognuno di noi ci può mettere del suo. Innanzitutto prendendo definitivamente coscienza del problema. Perché, non dimentichiamolo, sono ancora troppi quelli che negano, o minimizzano, il cambiamento climatico. E poi comportandoci di conseguenza. Cambiando abitudini, orizzonti e prospettive. Che vuol dire una sola cosa: non siamo i padroni della Terra. Siamo ospiti, e pure i più maleducati. Per non dire incivili.
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