Assoutenti: la App di Aspi per “Cashback pedaggi” viola privacy automobilisti

 
Assoutenti: troppe criticità sulla raccolta dei dati personali di chi attraversa la rete autostradale. 85% degli automobilisti può essere rimborsato in modo automatico e senza cedere dati ad App e società

Assoutenti ha depositato un formale esposto al Garante per la protezione dei dati personali in cui si denuncia la possibile violazione della privacy degli automobilisti da parte della App “Free to X” utilizzata da Autostrade per l’Italia per il cosiddetto “Cashback dei pedaggi”, ossia l’indennizzo spettante agli utenti che subiscono ritardi sulla rete autostradale a causa di cantieri e lavori stradali.

La società pubblicizza  sul  sito www.freeto-x.it  la possibilità di richiedere un rimborso  per  ritardi  dovuti  a  cantieri  da  lavoro  lungo  la  rete , comunicando che dal 15 settembre sarà disponibile la APP sugli store di Apple e Google – spiega Assoutenti nell’esposto – Tutti  i  servizi  forniti  da  “Free  to  X” sarebbero però vincolati alla compilazione  di  un  form  dove non si può procedere se non si fornisce il consenso alla ricezione di comunicazioni di marketing per prodotti e offerte della medesima società. Il meccanismo dei rimborsi in favore degli automobilisti risulterebbe inoltre eccessivamente invasivo della privacy delle persone: per calcolare il ritardo verrebbero infatti incrociati i dati relativi alla presenza dei cantieri con quelli di Google Maps riguardo alle code e quelli relativi agli orari di entrata e uscita dall’autostrada da parte degli automobilisti. Procedura di rimborso che in realtà potrebbe essere automatica e senza necessità di iscrizione o cessione dati alla App in questione per l’85% degli utenti, considerato che oggi il 62% degli automobilisti che utilizzano le autostrade paga i pedaggi attraverso Telepass, il 23% con carte di credito e solo il 15% in contanti.

“La trasmissione dei dati personali degli automobilisti aventi diritto al rimborso dei pedaggi presenta evidenti profili di criticità e potrebbe violare l’art. 5 del Regolamento UE 2016/679 e il Codice in materia di protezione dei dati personali – spiega il presidente Furio Truzzi – Per tale motivo abbiamo investito della questione il Garante per la Privacy, inviando un esposto in cui si chiede di aprire una istruttoria sull’app “Free to X” e sulle procedure seguite da Aspi per riconoscere i rimborsi agli automobilisti”.
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