Viaggi, stangata sui voli: per la tassa UE sul clima, rincari fino a 72 euro

- di: Barbara Bizzarri
 

Le compagnie aeree europee iniziano ad aumentare i prezzi dei biglietti aerei per le rotte nazionali, internazionali e intercontinentali allo scopo di coprire parte dei costi previsti per il rispetto del piano europeo che punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2025 Lufthansa introdurrà un supplemento ambientale da 1 a 72 euro per biglietto, a seconda della distanza, che si applicherà a tutti i voli commercializzati e operati dal gruppo Lufthansa, che comprende anche Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Air Dolomiti, Eurowings, in partenza dai 27 Paesi dell’Unione europea e da Regno Unito, Norvegia e Svizzera. Nei prossimi giorni si adegueranno anche Air France-Klm e Iag che riunisce sotto la sua egida British Airways e Iberia.

Viaggi, stangata sui voli: per la tassa UE sul clima, rincari fino a 72 euro

Lufthansa ha commentato la propria decisione con una nota in cui spiega che “il supplemento è destinato a coprire parte dei costi aggiuntivi in costante aumento dovuti ai requisiti ambientali normativi. I requisiti di protezione del clima nell’Ue richiedono miliardi di investimenti e Lufthansa non può sostenere i costi da sola”. E il supplemento sarà applicato a tutti i biglietti emessi a partire dal 26 giugno per partenze dal 1° gennaio 2025. Finora il colosso europeo dei cieli aveva offerto l’opzione volontaria, ovvero le cosiddette “Green fares” che consentiva a chi voleva di pagare qualcosa di più per la tutela dell’ambiente. Ma solo il 4% spende di più. Sui voli brevi quindi, ovvero quelli nazionali e all’interno dell’Europa il Gruppo, ad eccezione della low cost Eurowings, incrementerà le tariffe fino a 5 euro in classe Economy e 7 euro in quella Business. Sui voli intercontinentali l’aumento sarà tra i 18 e 36 euro per i sedili in Business e fino a 72 euro per quelli in Prima classe.

Tuttavia Lufthansa non sarà però la prima né l’unica. Altre compagnie aeree europee seguiranno, secondo gli esperti, perché non sono in grado di assorbire l’intero costo sostenuto. L’Unione Europea ha stabilito che entro il 2050 l’area dovrà raggiungere le emissioni zero nette, eliminando le sue attuali emissioni di gas serra, passando per una tappa intermedia nel 2030 con un -55%. Bruxelles concede la possibilità di compensare le emissioni piantando alberi o riassorbendo meccanicamente la CO2 emessa. Il pacchetto comunitario “ReFuelEu” stabilisce che dal 2025 tutti i voli in partenza da un aeroporto dell’Unione europea saranno obbligati a utilizzare una quota minima di carburante sostenibile per l’aviazione (Saf): 2% già nel 2025, 6% nel 2030, 20% nel 2035, 34% nel 2040, 42% nel 2045 e 70% nel 2050. All’interno di questa quota obbligatoria, però, l’Ue ha deciso di prevedere anche la presenza dei carburanti sintetici (e-kerosene): l’1,2% nel 2030, il 5% nel 2035 e il 35% nel 2050.

Di conseguenza, il Il trasporto aereo prova a fare la sua parte su più fronti: con aerei più moderni, con motori che bruciano meno carburante, sostituendo progressivamente i combustibili fossili con il Saf e poi l’alimentazione elettrica e a idrogeno, ai quali aggiungere una migliore gestione del traffico aereo come il “Free route” che in Italia Enav ha lanciato per prima in Europa. Il Saf può tagliare le emissioni nocive del 60-80% ma, come segnala Iata, la principale associazione delle aviolinee, se ne produce poco (lo 0,53% del fabbisogno del settore per il 2024) per un costo fino a otto volte superiore a quello del kerosene tradizionale. Le società europee denunciano che senza un contributo pubblico questo sarà un ennesimo vantaggio per i competitor extra Ue, che avendo gli hub al di fuori dell’UE, potranno proporre tariffe meno costose.

Per raggiungere l’obiettivo, comunque, i vettori europei dovranno prevedere oltre 800 miliardi di euro di costi aggiuntivi, portando così la spesa complessiva per la transizione energetica del settore a quasi 1.900 miliardi di euro. Per questo, al netto di interventi di supporto pubblico (nazionale o Ue), tutto si riverserà sui passeggeri che, secondo le stime, potrebbero dover pagare in media 21 euro in più a volo fino al 2050 solo per questa voce. Per quanto riguarda l’Italia nel 2030 l’incremento delle tariffe sulle tratte nazionali e continentali sarà di circa 35 euro

Secondo gli analisti di Bernstein il costo ambientale per l’acquisto degli Ets da parte delle principali sei compagnie di voli intra-Ue passerà dai 500 milioni di euro del 2019 ai circa 5 miliardi del 2027. Sul lato intercontinentale, invece, il dossier Nlr e Seo-Amsterdam Economics spiega che nel 2030 chi prenderà ad esempio un volo Amburgo-Bangkok pagherà da 40 a 59 euro in più se transiterà in uno scalo Ue, mentre chi farà una sosta intermedia in un hub del Medio Oriente vedrà il prezzo salire di 12 euro. Questo perché il supplemento non si applica ai voli che partono al di fuori dell’Unione europea. Cinque anni dopo il divario si amplierà, passando da +78/+120 euro nell’area comunitaria, contro i +19 euro per chi prenoterà, per esempio, con Turkish Airlines facendo scalo a Istanbul.

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