Usa: Trump vince i caucus repubblicani in Iowa

- di: Redazione
 
La larghissima vittoria di Donald Trump, ai caucus del partito repubblicano in Iowa, era certamente attesa, ma ha comunque sorpreso per la sua ampiezza, avendo l'ex presidente raccolto oltre il 50 per cento dei voti.
Una percentuale significativa, nonostante il fatto che le condizioni atmosferiche (la temperatura ha sfiorato i 30 gradi sotto zero) ha visto il voto di 120 mila persone, contro le 180 mila della precedente consultazione.
Dopo avere trasformato il partito repubblicano nella perfetta rappresentazione della sua visione della politica, intrisa di un forte senso populista, Trump ha cominciato nel migliore dei modi la corsa verso la sua terza nomination consecutiva, confermando che ormai il Gop è totalmente in mano sua.

Usa: Trump vince i caucus repubblicani in Iowa

Davanti a fans adoranti, Trump ha detto che ''la grande notte sarà a novembre, quando ci riprenderemo il nostro Paese''. Il risultato è ancora più sorprendente se si pensa che ha 91 accuse penali pendenti e altre azioni legali che mettono seriamente in dubbio il suo futuro, in termini di libertà personale, così come di condizioni economiche.
La sua vittoria schiacciante nei confronti di Ron DeSantis e Nikki Haley ha confermato che per i repubblicani le sue vicende personali e giudiziarie non ne hanno intaccato il carisma. Anzi forse lo hanno anche aiutato a dipingersi, davanti al suo elettorato, come un martire che sta pagando, in termini di processi e incriminazioni, il suo essere contro il sistema. E questo vale anche per le tragiche vicende del gennaio de 2020, quando, con l'assalto dei suoi supporters al Campidoglio da lui ispirato e giustificato, la democrazia americana ha vissuto il momento peggiore della sua storia.

Certo è che la sua sulfurea oratoria sta intossicando il clima elettorale, soprattutto quando Trump ha fatto capire che il suo secondo mandato vivrà per la ''punizione'' dei suoi nemici. Un tema a lui caro come quello della lotta contro i suoi oppositori politici (etichettati come parassiti) e gli immigrati, accusati di stare ''avvelenando il sangue'' dell’America.

Argomenti che, se fosse eletto, dovrebbe in qualche modo onorare, a meno di qualche non improbabile giravolta, nella consapevolezza che l'opinione pubblica statunitense non è composta solo dal suo elettorato e che un ricorso a soluzioni di forza creerebbero un clima incendiario.
Che Trump fosse destinato a vincere con largo margine lo dicevano tutti e quindi anche Ron DeSantis e e Nikki Haley lo avevano messo in conto. Così come sapevano che l'Iowa, seppure indicativo, non è uno Stato determinante e non solo per i numero di delegati che esprime.
Ora tutti gli sforzi degli sfidanti sono concentrati sul prossimo appuntamento, tra pochi giorni, nel New Hampshire, che ha un elettorato ben diverso da quello di prevalente estrazione rurale dell'Iowa e dove le forzature e le minacce di future vendette di Trump potrebbero trovare diversa accoglienza. La speranza, soprattutto di Haley, è che nel New Hampshire gli elettori indipendenti e i repubblicani moderati le offrano una opportunità di successo.
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