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Crisi industriale a Portovesme: le istituzioni oggi ai cancelli

- di: Bruno Coletta
 
Crisi industriale a Portovesme: le istituzioni oggi ai cancelli

La sfida per l’industria sarda trova un fronte comune 
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, accompagnato dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, dalla sottosegretaria al MiMIT Fausta Bergamotto e dai vertici istituzionali della Regione Sardegna, ha visitato oggi l’impianto di Portovesme, cuore pulsante del distretto industriale del Sulcis-Iglesiente.
Ad accoglierli ai cancelli, insieme a rappresentanti dell’azienda Portovesme Srl, vi erano sindacati e lavoratori, testimoni di una complessa fase di transizione industriale e sociale. “La nostra presenza qui oggi vuole testimoniare il pieno supporto del Governo e delle istituzioni alla ricerca di soluzioni per garantire il futuro di questo importante polo produttivo”, ha dichiarato Urso, sottolineando l’impegno nel fronteggiare una crisi che combina sfide locali e dinamiche globali.

Una crisi tra energia e concorrenza globale
Il 23 dicembre, Portovesme Srl ha annunciato la messa in manutenzione della linea di produzione dello zinco, un passo doloroso ma inevitabile alla luce delle difficoltà operative che da tempo affliggono gli smelter europei. I motivi? Un mix esplosivo di prezzi energetici alle stelle e una concorrenza asiatica sempre più agguerrita. Come ricordato dall'azienda, queste dinamiche hanno portato a oltre due anni di confronti con il Governo per cercare soluzioni strutturali. La decisione, formalizzata a settembre, includeva la transizione verso un’attività esclusivamente Waelz e il progressivo spegnimento della linea di zinco.
La sostenibilità dei costi energetici è una questione cruciale non solo per Portovesme, ma per l’intera filiera industriale europea”, ha affermato Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, evidenziando la necessità di politiche energetiche mirate. L'assessore all’Industria Emanuele Cani ha aggiunto che il distretto sardo è pronto a esplorare nuove opportunità per garantire occupazione e crescita, puntando su innovazione e sostenibilità.

Un futuro tra riconversione e resilienza
Lo sguardo, però, è rivolto al futuro. Portovesme Srl ha confermato l’intenzione di concentrarsi sulla linea di Waelz e di valutare la possibilità di riconvertire parte del sito in un impianto di riciclo per materiali destinati alle batterie. In un contesto in cui la transizione energetica globale accelera, questa strategia potrebbe rappresentare una svolta cruciale per l’azienda e per l’intero territorio.
Stiamo collaborando con il MiMIT per attrarre potenziali investitori e garantire un futuro stabile all’impianto”, ha spiegato un portavoce di Portovesme Srl. Intanto, l’azienda assicura il massimo impegno per tutelare i dipendenti coinvolti nelle operazioni di cura e manutenzione, garantendo sicurezza e responsabilità nelle scelte.

Le voci dei protagonisti
La visita di oggi ha rappresentato un importante momento di confronto. Sindacati e rappresentanti dei lavoratori hanno ribadito le loro preoccupazioni, ma anche la volontà di collaborare per individuare soluzioni condivise. “Questa non è solo una crisi aziendale, ma una sfida per l’intero sistema industriale sardo”, ha affermato Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale. “Dobbiamo garantire che nessuno venga lasciato indietro”.
Mentre il futuro di Portovesme resta incerto, la presenza del Governo e delle istituzioni ai cancelli della fabbrica è un segnale forte di impegno e solidarietà. “Il dialogo continua, così come il nostro impegno”, ha concluso il ministro Urso.
La strada verso la ripresa è lunga, ma l’unità mostrata oggi potrebbe rappresentare il primo passo verso una rinascita per l’industria sarda.

(Nella foto il ministro Adolfo Urso e la ministra Marina Calderone)


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