Usa: ondata di licenziamenti nel settore del commercio al dettaglio

- di: Redazione
 
Nonostante il buon andamento dell'economia americana e un mercato del lavoro che si conferma dinamico, il settore del commercio al dettaglio negli Stati Uniti è colpito da una nuova ondata di licenziamenti che hanno riguardato, in particolare, due ''nomi'' importanti, quali il venditore online di articoli di arredamento Wayfair e i grandi magazzini Macy's.

Usa: ondata di licenziamenti nel settore del commercio al dettaglio

Wayfair sta tagliando circa 1.650 posti di lavoro, pari a circa il 13% della sua forza lavoro globale. Usa: ondata di licenziamenti nel settore del commercio al dettaglio. Macy's ha avviato le procedure per licenziare circa il 3,5% (2.350 dipendenti) del suo organico totale, annunciando contestualmente la chiusura di cinque sedi.
Il CEO e co-fondatore di Wayfair, Niraj Shah, in un promemoria inviato ai dipendenti, ha ammesso: ''Penso che la realtà sia che abbiamo esagerato nelle assunzioni durante un periodo economico forte e ci siamo allontanati dai nostri principi fondamentali''.

Nel gennaio dello scorso anno, Wayfair ha licenziato circa 1.750 dipendenti, che all’epoca rappresentavano il 10% della sua forza lavoro globale, dopo che aveva tagliato 870 posti di lavoro nel 2022 e 550 nel 2020.
I nuovi licenziamenti si prevede consentiranno risparmi sui costi annualizzati di oltre 280 milioni di dollari, a fronte di costi di ristrutturazione che ammonteranno tra i 70 e gli 80 milioni di dollari, principalmente per le liquidazioni e i benefici dei dipendenti.

Macy's, confermando i licenziamenti, ha affermato di avere preso la difficile decisione mentre si preparava "a implementare una nuova strategia per soddisfare le esigenze di un consumatore e di un mercato in continua evoluzione". La catena di grandi magazzini ha effettuato tagli significativi ai posti di lavoro nei primi giorni della pandemia, compresi i licenziamenti di 3.900 dipendenti aziendali, poiché il COVID-19 ha influito negativamente sulle vendite nel giugno 2020. E nel febbraio 2020, poche settimane prima che il virus fosse dichiarato una pandemia, l'azienda ha annunciato il taglio di 2.000 posizioni e la chiusura di 125 negozi.
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