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Ucraina, colloqui a Istanbul senza i leader. Meloni: “Serve accordo di pace serio”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, colloqui a Istanbul senza i leader. Meloni: “Serve accordo di pace serio”

Vertice senza Putin e Zelensky. A Istanbul si apre un nuovo capitolo nella lunga guerra diplomatica che accompagna il conflitto in Ucraina. Nella città turca, infatti, sono iniziate le consultazioni tra le delegazioni di Kiev e Mosca. Ma il quadro che si presenta è tutt’altro che ottimistico. Nessuno dei due leader principali – Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky – è presente. E la loro assenza pesa.

Ucraina, colloqui a Istanbul senza i leader. Meloni: “Serve accordo di pace serio”

Da una parte, il Cremlino ha deciso di non inviare il suo presidente, preferendo affidarsi a funzionari di secondo piano; dall’altra, il capo di Stato ucraino è impegnato in una missione diplomatica ad Ankara, dove ha chiesto al presidente Erdogan un segnale forte nei confronti di Mosca. Il vertice turco è quindi segnato da uno scetticismo diffuso, reso ancor più evidente dalle dichiarazioni di alcune figure presenti, come i diplomatici americani Wikoff e Rubio: “Non abbiamo grandi aspettative”.

Scambi di accuse e speranze fragili I colloqui arrivano all’indomani di uno scontro verbale tra Kiev e Mosca, che ha riacceso i timori su un possibile stallo irreversibile. I toni sono accesi, le accuse reciproche, e i segnali di apertura quasi impercettibili. Eppure l’Italia, con la premier Giorgia Meloni, invita a non cedere al pessimismo: “Non gettiamo la spugna. Occorre insistere per ottenere un accordo di pace serio”. Il governo italiano continua così a tenere una posizione di mediazione, consapevole della fragilità del contesto internazionale e dell’impatto che la guerra ha anche sull’Europa. Intanto, da Abu Dhabi, Donald Trump rilancia la sua agenda personale: “Voglio incontrare Putin il prima possibile”.

Il nodo militare e la mossa del Cremlino Nel frattempo, in Russia, Putin ha rimosso il comandante delle forze terrestri, una decisione che suggerisce turbolenze anche all’interno della macchina militare russa. Non è la prima volta che il leader del Cremlino opera epurazioni tra i vertici. Stavolta il messaggio potrebbe essere duplice: da un lato, mostrare rigore verso chi non ha soddisfatto le aspettative militari; dall’altro, lasciare spazio a figure più allineate a una strategia ancora più muscolare. È un segnale che si sovrappone al tentativo diplomatico in corso, rendendo il quadro ancora più instabile.

Meloni a Tirana e l’impegno sui migranti Mentre la guerra resta centrale nelle agende diplomatiche, la premier italiana si sposta a Tirana per il vertice della Comunità Politica Europea. Qui, oltre a ribadire la posizione italiana sulla crisi ucraina, Meloni ha sottolineato l’urgenza di un intervento efficace sul fronte migratorio: “Dobbiamo andare avanti come promesso”. L’iniziativa italiana di cooperazione con l’Albania viene presentata come modello di gestione esterna dei flussi, sebbene sia ancora oggetto di critiche in sede europea. Ma Meloni insiste: “I risultati arriveranno”.

Vertice E5 e ruolo della difesa europea A Roma si tiene in parallelo la quarta riunione dei ministri della Difesa del formato E5 (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito). Il dossier principale è il rafforzamento delle capacità comuni di difesa in Europa. Si discute di interoperabilità, investimenti condivisi e, soprattutto, di autonomia strategica. Il ministro italiano Guido Crosetto parla di “momento decisivo per l’Unione”, che deve rispondere all’instabilità globale con una visione più coesa e meno dipendente dalle alleanze extraeuropee.

Diplomazia vaticana e appello del Papa Il richiamo alla pace arriva anche dal Vaticano. Leone XIV, durante un intervento al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha ribadito l’urgenza di fermare la produzione di armi e di “investire sulla famiglia e sull’unione stabile tra uomo e donna”. Il Pontefice ha ricordato che la pace si costruisce “nella giustizia e nella verità”, evocando ancora una volta i drammi di Ucraina e Terra Santa. Il cardinale Parolin ha confermato che si sta lavorando a un incontro con J.D. Vance, atteso domenica in Vaticano: “I tempi sono stretti, ma stiamo verificando se esistono spazi utili”.

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