Terzo millennio, l'era dei fragili
- di: Filippo Fordellone
Chi l’avrebbe detto mai, che una nazione, la nostra, potenza mondiale nel boom economico degli anni sessanta, fosse in completo declino!
Come e perché, ci si domanda imperterriti. Una nazione evoluta ha il dovere di assicurare salute ed istruzione ai propri cittadini. Per la scuola abbiamo assistito a varie riforme che ne hanno stravolto la vera natura, facendo perdere di vista il vero obiettivo della scuola. Nella scuola del terzo millennio, “è lecito e consentito aggredire i docenti”; le famiglie, in primis, non rispettano più il ruolo del docente; riforme, ove l’educazione civica è ancora chiusa a chiave in soffitta, sotto un’intensa coltre di polvere, riforme in cui l’edilizia scolastica tarda a decollare, ove non è garantita la sicurezza, l’integrazione non è nello spirito della condivisione, perché le regole non sono le stesse per tutti, e ancora riforme dove il sostegno allo studente fragile ancora, purtroppo, non segue, la correttezza della formazione e della competenza.
D’altro canto, la sanità non va meglio. Il Servizio sanitario nazionale italiano, è un’eccellenza universalmente riconosciuta. Ma questo non basta, le liste d’attesa sono oramai un male stagionale, il personale è qualificato, ma insufficiente, ed oltre a svolgere servizio deve subire angherie ed aggressioni, i farmaci mancano, i bilanci delle aziende sono in sofferenza. Le migrazioni hanno appesantito, in termini di intasamento ed emergenze, le strutture sanitarie nazionali. Si registra l’assenza di una pianificazione e si fa fatica a riequilibrare bilanci gravati da errori del passato.
Viene spontaneo chiedersi se mai ci sarà una soluzione ai tanti problemi che attanagliano la sanità, o se ci sarà una risposta adeguata alle continue richieste di aiuto che giungono da parte del cittadino malato. Ammalarsi, dunque, non è una scelta. Insomma, alla luce di quanto esposto che futuro sarà riservato al cittadino? Così come nella scuola va rispolverata l’educazione civica per formare i cittadini del domani e dar vita ad un nuovo umanesimo, anche nella sanità è necessario sviluppare una cultura della prevenzione, per avere domani un substrato di salute generalizzata ottimale. Il Servizio sanitario nazionale già virtuoso per competenza deve mirare al virtuosismo dell’efficientamento e dell’economia d’esercizio.
Insomma, per dirla in breve, siamo un popolo di fragili, siamo tutti un po’ fragili, certo prima si era abituati a considerare la fragilità come una condizione psichica e/o fisica, legata ad uno stato patologico. Oggi, invece, esistono i nuovi fragili, ovvero, coloro che non si curano più o lo fanno random, secondo casi limite e disperati. Effetto, dunque, della crisi economica di questo terzo millennio, pertanto la povertà, oggi, alimenta sempre più i fragili dovuti al reddito.