Teatro alla Scala, al via una nuova grande stagione

- di: Francesco d'Alfonso
 
Con il ritorno di Tosca di Giacomo Puccini, diretta da Riccardo Chailly e con la regia di Davide Livermore, si apre il sipario sulla nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano, che per il nuovo anno presenta un ricco cartellone con quindici titoli d’opera, otto di balletto, otto concerti sinfonici e sette recital di canto, oltre alle serate straordinarie, le ospitalità internazionali e gli spettacoli per bambini.
«Dei quindici titoli in programma – commenta il sovrintendente Alexander Pereira – undici sono nuove produzioni: grazie alla macchina produttiva scaligera e alla qualità dei nostri laboratori gli spettatori hanno un’offerta continua di nuove creazioni».
Anche nella nuova stagione vengono confermate le direttrici artistiche che negli anni hanno definito il profilo culturale del Teatro alla Scala, come la valorizzazione del patrimonio operistico italiano che affianca ai grandi titoli di Verdi e Puccini il repertorio belcantistico e verista, fino alle avanguardie storiche, e l’attenzione specifica alle opere eseguite per la prima volta sul palcoscenico del Piermarini. Tuttavia resta forte l’impegno sul versante del repertorio internazionale, che vede il ritorno dell’opera francese e di un titolo wagneriano, insieme allo sviluppo dei progetti dedicati al Barocco e alla musica contemporanea.
«Il Teatro alla Scala sente la responsabilità di allargare la conoscenza di questa straordinaria ricchezza – spiega il direttore musicale Riccardo Chailly – portando alle scene opere poco eseguite ma anche aggiornando e approfondendo la percezione dei capolavori più celebri. In questa direzione si muove il ciclo pucciniano che dopo Turandot, La fanciulla del West, Madama Butterfly e Manon Lescaut torna in apertura di stagione con Tosca. Puccini è per me tra gli autori di una vita – continua Chailly – e in anni di studio e di direzione ho avvertito sempre di più l’importanza di una rilettura che tenesse conto del dibattito musicologico, in linea con quanto già avvenuto per autori come Rossini o Verdi».
Se negli scorsi anni il maestro Chailly aveva scelto di concentrarsi proprio sulla valorizzazione della tradizione italiana, per il 2020 è voluto tornare anche al repertorio straniero, dirigendo il suo primo Richard Strauss alla Scala, Salome, in uno spettacolo firmato da Damiano Michieletto.
«Il mio lavoro quotidiano, nei progetti di cui porto la responsabilità musicale diretta come nell’attività di preparazione e organizzazione – continua il direttore – si inserisce in una programmazione che si è fatta più ampia e variegata, coinvolgendo direttori ospiti di grande prestigio internazionale».
Zubin Mehta è presente con tre produzioni, affiancando a Verdi le avanguardie storiche di Schönberg e Nono; Daniele Gatti torna con Debussy; Diego Fasolis mette al servizio di Rossini la sua esperienza nel teatro musicale tra Sette e Ottocento; Nicola Luisotti conferma la sua vocazione verdiana e Carlo Rizzi prosegue il percorso nel Verismo, insieme a Daniel Oren alla seconda apparizione scaligera; Paolo Carignani è di nuovo alla testa dei complessi dell’Accademia, mentre il Progetto Barocco trova un interprete ideale in Gianluca Capuano. Due titoli, uno tedesco e uno italiano, per l’esperto Ádám Fischer, mentre approda alla Scala con un titolo operistico il trentenne Lorenzo Viotti.
Allo stesso tempo, una squadra di grandi registi, attivi in campo cinematografico oltre che teatrale, firma i nuovi allestimenti scaligeri: Davide Livermore, Roberto Andò, Mario Martone e il premio Oscar Gabriele Salvatores, cui si aggiungono Damiano Michieletto, ormai riconosciuto tra i classici del nostro tempo, e le riprese di allestimenti storici di un’altra grande firma del cinema italiano come Liliana Cavani e di Luca Ronconi. Torna anche Robert Carsen, mentre alla ripresa del Tannhäuser di Carlos Padrissa per la Fura dels Baus si aggiunge il nuovo spettacolo di Àlex Ollé. Anche Matthias Hartmann, già direttore del Burgtheater, torna con un nuovo spettacolo, mentre Alvis Hermanis rivede per la Scala un suo allestimento già presentato al Festival di Salisburgo.
Con il ritorno de La Cenerentola per i bambini, il progetto “Grandi spettacoli per piccoli” propone nel corso della stagione 2020 ben ventinove rappresentazioni per le scuole e le famiglie.
«Lo straordinario successo di questa iniziativa per giovanissimi spettatori – spiega il sovrintendente Pereira – è una costante dal primo giorno, ed è bellissimo pensare che già decine di migliaia di bambini abbiano potuto in questi pochi anni entrare alla Scala e cominciare a conoscere divertendosi i capolavori di Mozart, Rossini e Donizetti. La Scala costruisce gli spettatori del futuro, ma offre innanzitutto un’occasione di educazione e di crescita oltre che un’esperienza indimenticabile».
Anche per quanto riguarda la stagione di danza, prosegue il percorso che nelle ultime programmazioni ha saputo esaltare i talenti del Corpo di Ballo della Scala e conquistare l’attenzione del pubblico e dei media attraverso il ritorno di grandi titoli del repertorio insieme a nuove creazioni e debutti. Tra le novità, due sono gli appuntamenti più importanti: la prima è Madina, una serata di teatro danza commissionata dal Teatro alla Scala e dalla SIAE al compositore Fabio Vacchi e al coreografo Mauro Bigonzetti che vedrà in scena Roberto Bolle, una prima assoluta che indaga vie nuove della danza e del teatro musicale; la seconda è un titolo interamente affidato all’Accademia, Prometeo di Heinz Spoerli su musiche di Beethoven, in prima esecuzione assoluta.
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