Torino torna al centro della strategia industriale di Stellantis con il lancio della nuova Fiat 500 ibrida e l’avvio del cantiere di trasformazione della palazzina Mirafiori, destinata entro il 2027 a ospitare “migliaia di colleghi”. Un investimento che, nelle parole del presidente John Elkann, “ribadisce ancora una volta il ruolo centrale che Torino riveste per Stellantis” all’interno della sua mappa globale. L’evento si è svolto alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, segnando un nuovo capitolo per lo stabilimento simbolo dell’automotive italiano.
Stellantis, Elkann a Mirafiori per il debutto della 500 ibrida
“La palazzina Mirafiori è un luogo che simboleggia innovazione, lavoro e passione per le automobili”, ha ricordato Elkann, sottolineando come la struttura, inaugurata 86 anni fa, “si rinnovi a partire da oggi con l’avvio ufficiale dei lavori”, forte del proprio passato ma orientata a un futuro industriale che esige flessibilità produttiva, competenze tecnologiche e investimenti nella filiera elettrificata.
Il presidente del gruppo ha ribadito che Torino resta la capitale italiana della strategia Stellantis, sia dal punto di vista della produzione sia delle tecnologie di frontiera. Un punto di equilibrio non banale, in una fase in cui il mercato europeo affronta la complessa transizione verso la mobilità elettrica con ritmi irregolari e una domanda fortemente disomogenea.
La 500 ibrida tra mercato e libertà di scelta
Il lancio della 500 ibrida, che amplia la gamma accanto alla 500 elettrica prodotta in loco dal 2020, è stato al centro dell’intervento di Elkann: “Un chiaro segnale che il nostro impegno per queste libertà rimane forte come sempre. Un’auto che sappiamo essere molto amata dai nostri clienti. Un’auto molto desiderata da tanti, che vogliono la 500, ma che, nello stesso tempo, non tutti vogliono la 500 elettrica”.
Un passaggio letto come una risposta diretta al dibattito europeo sulle politiche industriali e regolatorie: “Vorrei essere chiaro. La nostra fiducia in un futuro elettrico rimane immutata”, ha precisato Elkann. “Quando è arrivato il momento di intraprendere il percorso verso le emissioni zero, abbiamo risposto alla chiamata, e in nessun altro luogo più che qui a Torino”.
I poli tecnologici del gruppo: batterie, eDCT e economia circolare
Nel tracciare il perimetro dei nuovi investimenti, Elkann ha richiamato tre asset strategici già attivi nel perimetro torinese. Il primo è il Battery Technology Center, definito “il primo esempio al mondo per il nostro gruppo”, dedicato al testing delle batterie dei marchi Stellantis, un tassello essenziale nella competitività dei veicoli elettrici di prossima generazione.
Il secondo è la linea di assemblaggio per trasmissioni elettrificate eDCT, progettata per rispondere alla domanda europea di sistemi ibridi. Un impianto che si integra con la logica modulare del gruppo e con l’esigenza di presidiare una tecnologia necessaria in una fase di mercato che richiede soluzioni a basse emissioni ma non completamente elettriche.
Il terzo è il Circular Economy Hub, punto nevralgico della strategia di rigenerazione e riutilizzo che Stellantis sta sviluppando a livello globale. “Recupera e rigenera batterie”, ha ricordato Elkann, e rappresenta il primo progetto realizzato dal gruppo in questa area industriale. Un centro che anticipa un modello produttivo basato sull’estensione del ciclo di vita dei componenti, con effetti sul costo totale dei veicoli e sull’impronta ambientale complessiva.
Torino nel nuovo equilibrio della mobilità
Il messaggio complessivo lanciato da Elkann è quello di una transizione che deve coniugare innovazione industriale, sostenibilità economica e libertà del consumatore. Da un lato, la fiducia “immutata” nel futuro elettrico; dall’altro, la consapevolezza che “i nostri clienti non si fanno dire che auto acquistare”, in un mercato in cui la domanda di soluzioni ibride resta elevata.
Per Torino, il piano conferma un ruolo centrale nell’architettura Stellantis, non solo come polo manifatturiero ma come piattaforma tecnologica europea. Un equilibrio complesso, in una fase in cui il settore automotive vive pressioni normative, competizione internazionale e necessità di investimenti di lungo periodo.