Stati Uniti, Biden: "Mi faccio da parte per unire la nostra nazione"

- di: Redazione
 
Undici minuti, quando forse la gente si aspettava che al presidente Biden occorresse più tempo per spiegare i motivi per i quali ha deciso di non ricandidarsi a succedere a sé stesso.
Undici minuti che si possono riassumere nella frase, "Il modo migliore per unire la nostra nazione", con cui ha dato il senso di una decisione sofferta, ma al tempo stesso meditata, davanti alla prospettiva di una corsa senza ostacoli verso la Casa Bianca di un Donald Trump che ormai ha informato la sua campagna al grido "buttiamo giù tutto".
Parlando dallo Studio Ovale, il luogo deputato a fare da palcoscenico virtuale alle comunicazioni importanti dei presidente americani, Biden ha ammesso che il suo tempo, politicamente parlando, è ormai finito quando ha detto che l'America ha bisogno di "voci nuove" e quindi di personalità che riescano ad imprimere un cambio di passo al Paese, ma sempre verso la democrazia, che mai come oggi è scossa dall'ondata populista targata Trump.

Stati Uniti, Biden: "Mi faccio da parte per unire la nostra nazione"

Con gli americani, Biden ha voluto condividere riflessioni che riportano lui e il suo mandato ad una dimensione più definita e meno divisiva, mentre è già partita l'offensiva mediatica dei repubblicani che hanno semplicemente cambiato il bersaglio dei loro attacchi, passando dal presidente a Kamala Harris, già sommersa di fake news e di false fotografie create dal pc, una delle quali la ritrae abbracciata a Jeffrey Epstein, lo stupratore seriale suicida in carcere.

"Credo" - ha detto Biden, seduta alla scrivania - "che il mio curriculum da presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione del futuro dell'America, tutto meriti un secondo mandato, ma niente, niente, può ostacolare la salvezza della nostra democrazia. Ciò include l'ambizione personale".

"Quindi" - ha detto guardando dritto davanti alla telecamera - "ho deciso che il modo migliore per procedere è passare il testimone a una nuova generazione. È il modo migliore per unire la nostra nazione. Sai, c'è un tempo e un luogo per lunghi anni di esperienza nella vita pubblica".
"C'è anche un tempo e un luogo per nuove voci" - ha scandito - "voci fresche, sì, voci più giovani. E quel tempo e quel luogo è adesso".

Parole che sono state il riflesso della consapevolezza che una vita pubblica andata avanti per cinque decenni e una presidenza segnata da gravi crisi (sulla cui soluzione il giudizio sull'operato di Biden non può che essere interlocutorio) sono arrivate al capolinea, in modo inaspettato, ma imposto dall'evidenza di difficoltà non più nascondibili.
Non partecipare alle presidenziali non significa che Biden farà venire meno il suo impegno quotidiano sino alla fine del mandato: "Nei prossimi sei mesi, mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Ciò significa che continuerò ad abbassare i costi per le famiglie che lavorano duramente, a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta".
Biden, parlando poche ore prima del controverso discorso al Congresso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha promesso che continuerà a "lavorare per porre fine alla guerra a Gaza , riportare a casa tutti gli ostaggi e portare pace e sicurezza in Medio Oriente".

Dopo avere ribadito l'appoggio all'Ucraina aggredita, Biden, parlando delle difficoltà della sua presidenza (a cominciare dall'assalto a Capitl Hill del 6 gennaio del 2021, ha detto: "Eravamo in preda alla peggiore pandemia del secolo, alla peggiore crisi economica dalla Grande Depressione, al peggior attacco alla nostra democrazia dalla guerra civile. Ci siamo uniti come americani. Ce l'abbiamo fatta. Ne siamo usciti più forti, più prosperi e più sicuri".

Il discorso di Biden è stato un ideale passaggio di testimone con Kamala Harris, che ha già consolidato il sostegno di delegati sufficienti per aggiudicarsi la nomination democratica il mese prossimo e che ha definito con pochi aggettivi ed essenziali concetti: "È esperta, è dura, è capace. È stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro Paese. Ora la scelta spetta a voi, al popolo americano".
Il presidente Biden ha quindi voluto parlare del Paese, delle sue aspirazioni, dei suoi impegni, della missione che si è data sin dalla sua nascita: "L'America è un'idea, un'idea più forte di qualsiasi esercito, più grande di qualsiasi oceano, più potente di qualsiasi dittatore o tiranno. È l'idea più potente nella storia del mondo. Quell'idea è che riteniamo queste verità evidenti di per sé. Siamo tutti creati uguali, dotati dal nostro creatore di alcuni diritti inalienabili: vita, libertà, ricerca della felicità. Non ci siamo mai pienamente conformati a questa idea sacra, ma non ce ne siamo mai allontanati, e non credo che il popolo americano se ne allontanerà ora".

Poi, con quella che è apparsa come una chiara stoccata a Donald Trump e alla sua visione autocratica della politica, Biden ha concluso dicendo: "La cosa grandiosa dell'America è qui, non sono i re e i dittatori a governare. È il popolo a farlo. La storia è nelle vostre mani. Il potere è nelle vostre mani. L'idea dell'America è nelle vostre mani. Dovete solo mantenere la fede, mantenere la fede e ricordare chi siamo".
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