Spagna: fa rumore l'ipotesi di una riforma del sistema pensionistico

- di: Emanuela M. Muratov
 
La possibilità che il governo spagnolo ridetermini i parametri per il calcolo delle pensioni, argomento di cui si parla da tempo e che ciclicamente riapre il fronte delle polemiche, torna a fare capolino, creando nuove incertezze. Il settore, come accade un po' in tutta Europa, conseguenza della crisi, ma anche di squilibri demografici, è in sofferenza e ogni qual volta si torna a parlare di una riforma ecco che si scatenano i dibattiti.

Il ministro della Sicurezza sociale e delle Migrazioni, Josè Luis Escrivà (nella foto), cerca di tagliare corto negando l'esistenza di un progetto di riforma per l'estensione del periodo di calcolo della pensione da 25 a 35 anni. "Non so di cosa stia parlando", "Non so da dove arriva" e "È una questione che non esiste, che non è esistita" sono state le sue risposte formulate nel corso di una intervista radiofonica in cui un giornalista lo ha incalzato. Ma, al di là delle smentite ufficiali, c'è la certezza che il suo Ministero, responsabile del sistema pensionistico, ha inviato due diverse bozze di riforma alla Commissione delegata del governo per gli affari economici, dove io ministri competenti affrontano le problematiche legate all'economia.

La seconda versione, inviato in dicembre ai ministri economici, comprende otto importanti misure di riforma del sistema pensionistico spagnolo, tra le quali, sotto la intestazione "Proroga del periodo di calcolo per la quantificazione della pensione di vecchiaia", c'era quella che mira al contenimento della spesa per la previdenza. Il documento (pubblicato in esclusiva da El Pais) si sottolinea che la misura comporterà una riduzione media della pensione del 6,3 per cento e che se ne prevede l'attuazione a partire dal 2023. Una previsione peggiorativa rispetto alla versione precedendo, che faceva riferimento ad una riduzione media delle pensioni pari al 5,5 per cento. Più in particolare, nella più recente versione dell'ipotesi di riforma si conferma una riduzione media iniziale del 6,3 per cento, sebbene l'impatto non sarà uniforme, dipendendo da ciascuna posizione contributiva.

Nel dossier del Ministero della Previdenza Sociale si può leggere che “La misura mira ad aumentare la capacità contributiva del sistema rendendo la pensione di vecchiaia più consona della vita lavorativa del lavoratore e riflettendo la realtà di un mercato del lavoro in cui interruzioni e lacune sono sempre meno eccezionali. Anche se l'effetto su ogni lavoratore è diverso, aumentando la pensione in alcuni casi e diminuendola in altri, in media la pensione si riduce, sebbene l'effetto sia graduale nel tempo e sarebbe moderato dalla possibilità di scegliere gli anni ”.
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