Lo smog ha causato, nel 2020, 238.000 decessi prematuri in Europa

- di: Redazione
 
''L'esposizione a concentrazioni di particelle fini superiori alle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità ha portato a 238.000 morti premature" in tutta l'Unione europea (UE). Sono agghiaccianti i ''numeri'' con i quali l'Agenzia europea dell'ambiente, nel suo nuovo rapporto relativo al 2020, pubblicato oggi, racconta lo stato dell'inquinamento atmosferico che rimane la minaccia ambientale più significativa per la salute degli europei.

Lo smog ha causato, nel 2020, 238.000 decessi prematuri in Europa

Si tratta di un leggero aumento rispetto al 2019, quando le particelle fini, che penetrano in profondità nei polmoni, hanno causato la morte prematura di circa 231.000 persone. L'aumento, sebbene contenuto nei numeri, è comunque spiegato dal fatto che il Covid-19 ha colpito più duramente le persone maggiormente esposte all'inquinamento atmosferico (come soggetti affetti da tumori, malattie polmonari o diabete di tipo 2).

Inoltre, rileva l'Aea, "rispetto al 2020 e al 2019, il numero di decessi prematuri attribuibili all'inquinamento atmosferico è aumentato per PM2.5, ma è diminuito per NO2 (il biossido di azoto, ndr) e O3 (l'ozono, ndr)".
Secondo i rapporto dell'AEA, nel 2020 il 96% della popolazione urbana dell'UE è stata esposta a concentrazioni di particolato fine superiori al livello raccomandato dall'OMS di 5 microgrammi per metro cubo d'aria.

L'aumento annuo complessivo contrasta con il costante arretramento stimato negli ultimi anni: tra il 2005 e il 2020, il calo delle morti premature dovute all'inquinamento atmosferico si è attestato al 45%. Secondo la sua relazione annuale, l'AEA stima che l'UE sia sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo di ridurre le morti premature di oltre il 50% entro il 2030 rispetto al 2005. All'inizio degli anni '90, le polveri sottili hanno causato quasi un milione di morti premature nel 27 Paesi UE. Nel 2005 morirono ancora 431.000 persone.
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