Con la scuola ripartono anche le mense, fra mille dubbi e difficoltà

 
Il momento in cui le scuole in tutta Italia saranno aperte è sempre più vicino e fra i tanti punti spinosi della riapertura delle aule c'è anche quello delle mense scolastiche, che rappresentano un comparto incredibilmente importante per tutto il settore che deve ricominciare letteralmente da zero.

Lo stop di tutte le lezioni da marzo dovuto alla pandemia da Coronavirus ha completamente cancellato l'attività di tutti i servizi di ristorazione nelle strutture scolastiche che stando alle stime del Sole 24 Ore creava un giro di affari che si aggirava attorno 1,3 miliardi di euro solo l'anno precedente.

Il presidente dell'osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione, Carlo Scarsciotti, ha commentato così la salita della ripartenza: "Lo stop delle attività della scuola ha portato a una perdita di circa 326 milioni di euro solamente fra marzo e aprile: le imprese hanno provato a organizzarsi per pianificare la ripartenza in questi mesi ma i dubbi rimangono troppi visto che in tutto il paese ci saranno situazioni poco omogenee. Questo porterà a una grossa flessibilità nei servizi a cui si aggiungeranno inevitabili aumenti dei costi di sicurezza e del lavoro. I costi di impresa dovrebbero salire dal 20% al 30%, aumento che rischia di ricadere sulle singole famiglie se non ci saranno interventi mirati da parte del Governo".

Come è ovvio che sia, in una situazione di emergenza sanitaria il tema dei pasti è molto delicato e ogni struttura scolastica ha esigenze diverse sia per motivi logistici che per la sua composizione, per questo motivo sarà importante trovare delle linee comuni e farlo al più presto: stando ai report di Camst Group, le mense rappresentano il settore più importante nel campo della ristorazione collettiva e lo stop ha già portato a troppe perdite per potersi permettere una ripartenza senza attenzione.

Sono diverse le soluzioni discusse dai grandi gruppi del settore: Dussman si concentrerà sull'utilizzo di materiali biodegradabili, sulla creazione di menù espressi che possano permettere turni meno lunghi e sistemi di distribuzione del cibo alternativi. Mentre Pellegrini, come spiegato dal dg Fabrizio Pedrazzini "ha dato la propria disponibilità a fornire monoporzioni termosaldate e poi inviate nelle scuole in questione dopo la creazione di un rigoroso protocollo operativo".
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