Un nuovo patto pubblico-privato per le life sciences in Lombardia. Può essere definita in questi termini l’intesa sancita dalla Regione e dalle imprese lombarde - rappresentate da Assolombarda e Confindustria Lombardia - per sostenere la crescita del Sistema Socio-Sanitario regionale. Si tratta di un accordo promosso nell’ottica di favorire lo sviluppo dell’ecosistema della salute, dalla ricerca fino all’erogazione di servizi di cura e assistenza in linea con i bisogni del cittadino; una sinergia di stampo ambrosiano, che intende cogliere anche le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per portare al centro dello sviluppo del territorio regionale una filiera in grado di attrarre e generare innovazione, migliorare gli anni vissuti in buona salute, contribuire all’occupazione, al benessere e alla competitività. Il Pnrr, del resto, ha stanziato per la Lombardia quasi 16,8 miliardi di euro per il potenziamento dell’assistenza territoriale e 67,1 milioni di euro per lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata; risorse che, da un lato, possono rendere il territorio un attore centrale per lo sviluppo di servizi fatti “a misura di cittadino” e che, dall’altro, possono far fronte ad alcune criticità che investono, oggi, il sistema sanitario nazionale. “L’intesa siglata con le imprese lombarde - sottolinea l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso - conferma l’importanza del consolidamento del rapporto tra pubblico e privato al servizio del cittadino e della sua salute. L’accordo prevede l’istituzione di tavoli trasversali di lavoro sui temi strategici per lo sviluppo del Sistema Sanitario Regionale per favorire la convergenza su obiettivi comuni e cruciali negli ambiti della medicina del territorio e dell’accessibilità delle cure, della digitalizzazione, del recruiting del personale sanitario, della ricerca e della tecnologia, del procurement e dell’innovazione. Si tratterà di una significativa occasione di confronto da cui trarre benefici reciproci”.
Sanità, Assolombarda e Confindustria Lombardia: nuovo patto pubblico-privato dedicato alle scienze della vita
Prende forma, dunque, un percorso di collaborazione finalizzato a mettere a fattor comune competenze e conoscenze per l’innovazione del SSR in una logica di sussidiarietà, grazie al contributo offerto della filiera privata delle scienze della vita. Nell’ambito del patto, le imprese si propongono di collaborare, anche sull’integrazione di filiera erogativa tra sanitario e sociosanitario, compresa la messa a sistema delle unità di offerta sociosanitarie e dell’attività di assistenza domiciliare integrata. Ma non solo: il patto pone le basi per una collaborazione sul versante della transizione digitale del sistema. L'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a questo proposito, ha individuato la Lombardia come una delle regioni capofila nello sviluppo della telemedicina. Una circostanza che induce le imprese a ritenere utile una cooperazione sul tema, con anche l’obiettivo ambizioso di dare vita a strumenti digitali e organizzativi favoriscano un migliore livello di accessibilità ai servizi, migliorando il percorso del paziente e la sua experience. L’accordo tra Regione, Assolombarda e Confindustria Lombardia, inoltre, si sofferma su problema ancora attuale: la carenza di professionisti, che mette a rischio l’accessibilità e la qualità dei servizi sanitari. Un problema che può essere affrontato con il coinvolgimento del Ministero della Salute e degli ordini professionali.
“Il territorio lombardo rappresenta un hub europeo per la ricerca nell’ambito delle scienze della vita - ha aggiunto il vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Sciences, Sergio Dompé -. La Lombardia, del resto, è la prima regione in Italia per contributo dell'Ue alla ricerca sulle life sciences e per numero di enti partecipanti al programma. Inoltre, sul territorio prende forma il 50% delle sperimentazioni cliniche sul farmaco attivate ogni anno in Italia, anche grazie alla presenza di 19 Irccs altamente competitivi e in grado di portare l’innovazione fino al letto del paziente. La riorganizzazione della ricerca clinica sul piano nazionale, unita agli incentivi nazionali per l’innovazione e ai programmi sul trasferimento tecnologico rappresentano un’occasione importante per il Paese e per la Lombardia. Sfruttando questi strumenti e l’attivazione di importanti ecosistemi come Mind, che vede al centro una Fondazione Nazionale per la ricerca in campo Life Science, può sicuramente contribuire ad attrarre qui grandi centri di ricerca, ricercatori internazionali, ma anche italiani che oggi dimostrano la loro eccellenza all’estero, nuova ricerca clinica a favore dei nostri pazienti che per primi potranno accedere a cure e tecnologie innovative. Oggi abbiamo l’occasione di poterci posizionare come una delle regioni d’Europa più innovative nelle Life Science, garantendo un continuo aumento dei livelli di cura e competenza sanitaria per i nostri cittadini”.
In tal senso, il patto prevede un confronto per attivare un percorso regionale di accreditamento delle biobanche regionali e la loro connessione in rete, oltre che un data warehouse capace di raccogliere dati sanitari e legati all’attività di ricerca per il monitoraggio della competitività e qualità del sistema regionale. Un percorso che può essere fatto valorizzando le esperienze già presenti sul territorio con il Cluster Lombardo Scienze della Vita nel ruolo di connettore tra università e centri di ricerca, mondo delle imprese, sanità e società.
“Lo sviluppo della medicina territoriale, previsto dalla riforma del servizio sanitario lombardo e finanziato anche dal Pnrr, può davvero generare nuovi modelli di cooperazione, a beneficio dell’intero percorso di cura del paziente - ha concluso il presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella -. Il patto condiviso con la Regione va, dunque, inquadrato nell’ottica di un dialogo permanente finalizzato a incoraggiare l’innovazione del comparto attraverso la condivisione di nuove tecnologie, di servizi e di programmi formativi, per dare vita a nuove forme di assistenza che mettano al centro la salute del paziente”.