Cronache dai Palazzi - La difesa ad oltranza di Sangiuliano giova al governo?
- di: Redazione
La storia degli innamoramenti del ministro Gennaro Sangiuliano andrebbe relegata nelle pagine interne delle riviste che si dilettano nel rimestare nella spazzatura morale della gente, perché, se lui non fosse un esponente del governo, il fatto che abbia preso una sbandata per una donna molto più giovane di lui dovrebbe essere questione da dirimere in casa, magari con la moglie, e non in televisione, in un esercizio di pubblico pentimento e privata contrizione.
Ma accade questo, con un'eco finanche esageratamente morbosa, ma anche giustificata perché in essa si mischiano molti elementi a noi cari: sesso e amore (il solito cocktail di sempre); il potere; l'arte della menzogna; la spettacolarizzazione di un sentimento che dovrebbe essere intimo e che invece viene gettato in pasto all'universo mediatico; la politica, quella alta e quella da cortile.
Cronache dai Palazzi - La difesa ad oltranza di Sangiuliano giova al governo?
Senza nemmeno cercare di aggiornare la vicenda (soprattutto dopo la sterminata intervista che Maria Rosaria Boccia ha concesso alla Stampa, infarcendola di mezze verità e allusioni, senza con questo volere dire che abbia mentito), resta quasi un obbligo, per chi segue la politica dall'esterno, farsi delle domande sulla strategia che Giorgia Meloni, il governo, la maggioranza stanno perseguendo per uscire meglio possibile da questo ammasso di fanghiglia, i cui schizzi potrebbero finire lontano.
Il presidente del consiglio, a detta di Sangiuliano, gli ha chiesto di restare al suo posto, imponendogli di seguire il cammino della verità, come dovrebbe essere giusto, senza quindi doverlo precisare.
Una scelta precisa, da parte di Giorgia Meloni, che evidentemente non intende nemmeno ipotizzare le dimissioni di un suo ministro, anche se, nel caso specifico, l'ha fatta grossa. Per capire quanto grossa c'è da decrittare i messaggi subliminali che Maria Rosaria Boccia lascia a cadenza quotidiana dietro di sé, come le briciole di Pollicino.
Solo che Le Petit Pouce le lascia per ritrovare la strada di casa, mentre lei sembra volerne fare gradini della sua scalata, anche se non si capisce bene quale, nella sua mente, sia la fermata finale.
Però una domanda bisogna pure porsela, perché, anche se è comprensibile la difesa strenua di un ministro, questa linea rischia di logorare - in che misura si vedrà - il governo, sotto attacco delle opposizioni (anche con esposti alla procura di Roma sull'eventuale sperpero di denaro pubblico), ma anche messo alla berlina dalla stampa internazionale che si diverte veramente tanto a raccontare questa vicenda tra il boccaccesco e la stupidità umana.
Perché se tutti i media più importanti al di là delle Alpi sghignazzano davanti alla storia, a qualche interrogativo bisogna rispondere, dal momento che non si può più parlare, come si fa dalla maggioranza, di un complotto casalingo, preparato e cucinato in Italia e alimentato dalla stampa nemica. E' certamente vero che i media vicini all'opposizione stanno cavalcando questo ''scandalo al sole'' al gusto di mozzarella di bufala, ma lo è altrettanto che la stampa di destra s'è schierata, quasi acriticamente compatta, a difesa di un indifendibile e, quindi, dipingendo Maria Rosa Boccia come la preferita di turno del Re Sole, una donna avida e arrivista che non vuole rinunciare ai suoi privilegi.
Ma la maggioranza (seppure con i toni tiepidi di Forza Italia e Lega, forse ricordando che Sangiuliano ha, nel tempo, flirtato anche con loro, prima di approdare tra i Fratelli d'Italia) appare compatta, facendo quadrato intorno ad un ministro.
Il prezzo che però sta pagando merita questa difesa?
''Combattere a fianco dei nostri amici polacchi per la difesa comune dei nostri territori, dei nostri beni, delle nostre libertà, è una prospettiva che si può coraggiosamente immaginare, se deve contribuire al mantenimento della pace. Ma morire per Danzica, no!'': lo scrisse, nel 1939, un socialista francese, Marcel Déat (che poi finì a fare il ministro a Vichy) , per dire, rivolgendosi ai governi di Parigi e di Londra, che la difesa degli ideali è una cosa bellissima, ma che non può essere portata avanti al rischio della fine. Forse la Storia talvolta riesce a dare ancora lezioni.