Non bastavano Salvini e Tajani, ora per Meloni c'è la grana Sangiuliano
- di: Redazione
Se non fosse una cosa terribilmente seria, che rischia di mettere il governo davanti ad una situazione a dir poco imbarazzante, la storia che vede coinvolto - più o meno a sua insaputa, questo si vedrà - il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano è qualcosa che una persona normale pensa di leggere solo in una sceneggiatura della scollacciata stagione delle commedie all'italiana, non quelle di Germi o anche dei fratelli Vanzina, ma le altre, tra Ubalde, insegnanti, dottoresse.
Una storia che, nelle giornate passate sulla spiaggia ad arrostirsi al sole, hanno sostituito la lettura di Saramago o Dicker o le sfide delle parole crociate, facendo appassionare alle vicende di una bionda (c'è sempre una bionda nelle storie estive) di cui non si capisce bene il ruolo, ma che, nel dubbio, la gente ha eletto a mantide della caldissima estate 2024.
Cercando di riassumere una vicenda che meriterebbe poche righe in cronaca se non parlassimo di un ministro, ecco quel che è accaduto, quel che potrebbe essere accaduto, quel che la gente pensa e quali possano esserne gli effetti.
Non bastavano Salvini e Tajani, ora per Meloni c'è la grana Sangiuliano
Partiamo dalla protagonista di questa storia. Maria Rosaria Boccia, quarantunenne, bella presenza. Anzi appariscente, nel senso letterale poiché la trovi/trovavi ovunque, in special modo nelle occasioni che riguardano la frenetica attività del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sempre in giro per l'Italia a presenziare a mostre, eventi, inaugurazioni, spesso avendo a portata di scatto fotografico o ripresa tv la bionda imprenditrice campana.
Sin qui, niente di strano, anche perché ciascuno, a cominciare dai ministri, si affida a chi vuole, soprattutto se nutre le giusta dose di fiducia. Le cose cominciano ad ingarbugliarsi quando, usando i social, Maria Rosaria Boccia annuncia, urbi et orbi, che Sangiuliano l'ha nominata consigliere per i cosiddetti ''grandi eventi''.
Bene, brava, bis, si potrebbe dire perché, nominandola, Sangiuliano ha reso merito alla sua bravura come organizzatrice e sovrintendente agli appuntamenti più importanti.
Ma qualcosa non quadra perché a smentire la nomina arriva subito la segreteria del ministro, che sottolinea come la notizia, data da Maria Rosaria Boccia, non corrisponde al vero, oggi e anche domani, quasi a spegnere l'ipotesi che l'iter di nomina sia in corso, ma non è stata ancora perfezionata.
Da quel momento è tutto un fiorire di illazioni, sospetti, ammiccamenti, interrogativi che vedono al centro il rapporto (semmai ce ne sia stato uno oltre a quello fondato sulla fiducia) tra ministro e imprenditrice, che da parte sua continua a pubblicare, sui social, fotografie che potrebbero essere completamente innocenti, ma anche prestarsi a malevole o interessate interpretazioni. Ad aggiungere confusione, accrescendo i dubbi su chi dice la verità e chi mente, negando l'evidenza, ci sono anche le precisazioni dello staff del ministro, che, per ultimo, ha negato che Maria Rosaria Boccia abbia presenziato ad un incontro ufficiale, il 15 agosto. Ma lo staff è stato smentito da una fotografia pubblicata oggi dal sito del Corriere della Sera dove, al tavolo affollatissimo dove sedevano ministri e altissimi dirigenti dello Stato, c'era anche lei.
Il tempo dovrebbe essere galantuomo, si dice, ma la cosa che appare evidente è che più ne passa, maggiori sono i problemi che questa storiella di fine estate può causare.
Non certo a Maria Rosaria Boccia che, pur parlando per messaggi social e fotografie, sembra non volere intervenire ufficialmente, a meno di non cedere alle lusinghe che, sicuramente, le sono giunte per qualche intervista. Non certo dal servizio pubblico, che ha altro cui pensare meno che accedere la miccia di una potenziale bomba sotto il governo, anche se è una storia che sfiora l'esecutivo tangenzialmente, riguardando un ministero, anzi un ministro.
Ma i silenzi dell'imprenditrice sono abbastanza comprensibili, perché non c'è molto da speculare sull'evidenza.
Così lei, che per lo staff del ministro era casualmente presente in eventi in cui Sangiuliano era protagonista, figura addirittura tra i destinatari di una mail che, trattando delle misure di sicurezza per il G7 della Cultura, avrebbe dovuto avere la massima riservatezza. Ed invece è arrivata anche a Maria Rosaria Boccia, che, nel suo pc, ha misure di protezione non certo tali da impedire che qualche soggetto potenzialmente interessato a conoscere i segreti della sicurezza del G7 ne sia venuto a conoscenza.
Ora la storia cammina lungo direttrici diverse e non è detto che, alla fine, non si incrocino, deflagrando.
La prima è, evidentemente, quella politica perché sarebbe impensabile che Giorgia Meloni (già alle prese con le intemperanze reciproche tra Antonio Tajani e Matteo Salvini e con la necessità, a breve, di intestare le deleghe oggi in capo a Raffaele Fitto, che sta già facendo il biglietto per Bruxelles) possa accettare di vedere un suo ministro cotto a fuoco lento dalle opposizioni. Come se non bastassero le vicende di Santanchè, Del Mastro, Pozzolo...
Poi ci sono vicende che, apparentemente secondarie, potrebbero diventare importanti.
Come capire, lo chiedono le opposizioni, se e chi abbia pagato le spese dell'imprenditrice, spessissimo presente ad eventi che hanno avuto Sangiuliano come ospite. Ma, altra potenziale deriva, capire sino a che punto dentro Fratelli d'Italia ci sia qualcuno disposto a morire per Danzica.