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Salone dei Pagamenti 2025 - Milano ha fatto battere il cuore della Payvolution: tre giorni per capire dove va il denaro quando diventa digitale

- di: Redazione
 
Salone dei Pagamenti 2025 - Milano ha fatto battere il cuore della Payvolution: tre giorni per capire dove va il denaro quando diventa digitale

Milano ha messo in scena una tre giorni ad alta intensità – una di quelle in cui si ha la sensazione che il calendario non basti, che le ore siano troppo poche per catturare ogni spunto. Dal 29 al 31 ottobre 2025, il Salone dei Pagamenti ha celebrato il suo decimo anno trasformando l’Allianz MiCo in un ecosistema pulsante: luci, tavole rotonde, demo live, business meeting improvvisati davanti a un QR code condiviso, corridoi che non erano passaggi ma conversazioni in movimento. Si respirava l’idea che il futuro non fosse lontano, ma distribuito in piccoli dettagli già visibili: una UI più rapida, un pagamento biometrico che funziona in 0,2 secondi, un sistema antifrode con latenza sotto il millisecondo.

Salone dei Pagamenti 2025 - Milano ha fatto battere il cuore della Payvolution

Il Salone è promosso dall’ABI e realizzato da ABIServizi, con la collaborazione di ABI Lab, CERTFin, ASSOFIN e FEduF – Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio. Non una sigla accanto all’altra, ma una filiera che negli anni ha costruito standard, cultura, progettualità. La manifestazione oggi è ciò che un tempo erano le fiere industriali: luogo di incontro tra chi decide, chi sperimenta e chi deve ancora arrivare. È un punto di convergenza, ma anche di ripartenza.
La sensazione più percepibile – nelle sale affollate come nelle pause al bar – è che la finanza non sia più un’infrastruttura invisibile che sostiene il sistema: è un’estensione della vita quotidiana. Un gesto che ricorre decine di volte al giorno e che per funzionare deve sparire, diventare naturale. Il pagamento ideale è quello che non si vede: accade, abilita, collega.

Talento Generativo: la nuova materia prima del mercato
Il tema guida di questa edizione, Talento Generativo, ha svelato una trasformazione culturale. Non è più sufficiente avere tecnologia. Serve saperla interpretare, combinarla, usarla per generare nuova efficienza, nuovo valore, nuova conoscenza. I keynote speakers hanno spesso ripetuto una verità semplice e definitiva: l’innovazione è un processo sociale, non un prodotto.
Le aziende presenti hanno portato sul tavolo casi, prototipi, dati. C’erano banche tradizionali e startup nate un anno fa, multinazionali e team da quattro persone. Tutti con la stessa ambizione: costruire un sistema interoperabile, protetto, scalabile. Il risultato è stato un evento con un tasso di densità conversazionale raramente osservabile. Ogni stand era una domanda, ogni speech una possibile risposta.
Con oltre 140 realtà espositive e più di 400 speaker, il Salone si è confermato nodo della rete europea del paytech. La partnership con ICE e la relazione con Money2020 hanno rafforzato la percezione che l’Italia non sia più un mercato da allineare, ma uno spazio che sperimenta, propone, esporta soluzioni. Non catching up, ma playing forward.

Le tre aree tematiche: il futuro organizzato per moduli

INNOVAZIONE & FUTURO
L’integrazione è diventata paradigma. L’AI non come gadget, ma come motore predittivo. L’open finance non come opzione, ma come grammatica digitale. L’identità digitale non come documento, ma come chiave d’accesso a servizi multipli – sanitari, finanziari, assicurativi, amministrativi. Qui non si parlava di futuri possibili: si parlava di futuri in sviluppo.

ATTORI & STRUMENTI
Il pagamento è definitivamente touchpoint di relazione. È lì che l’utente decide se restare. Lo confermano i progetti presentati: check-out biometrici che eliminano l’attrito emotivo, soluzioni phygital per retail che uniscono scaffale e app, sistemi di fatturazione automatica per le PMI che eliminano settimane di burocrazia. L’Euro Digitale è stato discusso come backbone politico e tecnologico dell’Unione, non come suggestione.

AGORÀ DEL FUTURO
Un laboratorio immaginativo ma concreto. È qui che è stato tratteggiato il banchiere del futuro: meno conservatore di quanto si possa pensare. Una figura che interpreta dati, conosce la regolazione ma parla in linguaggio naturale, usa IA come partner cognitivo, si muove tra norme e creatività con la stessa agilità. Si è capito che il futuro della finanza sarà un esercizio di ibridazione, non di specializzazione rigida.

La Generazione Z entra in banca dalla porta principale
La Terrazza dei Talenti è stata molto più di un’area dedicata ai giovani: è stata uno specchio del mercato che verrà. 1.800 mq in cui la finanza non è stata spiegata ai giovani, ma con i giovani. Il format The Vault - Live ha portato sul palco creatori, sviluppatori, founder under 30, esperti di UX. È cambiata la lingua: meno formalismi, più concretezza.

Messaggio finale:
La nuova generazione non vuole velocità. La pretende
Non vuole pagamenti semplici: vuole pagamenti invisibili.
Non vuole conoscere i processi: vuole risultati.

ABI Lab: i numeri di una ricerca
• Il 61% delle banche indica tra le priorità di lavoro nell’erogazione dei servizi digitali l’aumento delle funzionalità legate ai pagamenti.
• Il 79% dei clienti digitali tra i 18 e i 30 anni utilizza più lo Smartphone che il
PC per fare bonifici. La percentuale sale all’83% per i bonifici istantanei.
• I bonifici istantanei sono in forte crescita sia sulle App (+50,6%) che su Sito Web (+26,5%).

ABILearning: la formazione entra in modalità 4D
ABILearning, presentata da ABIFormazione, ha segnato una delle innovazioni più tangibili. Una piattaforma che non insegna in sequenza, ma in progressione adattiva. Skill assessment dinamico, contenuti personalizzati, badge digitali verificabili, IA che costruisce percorsi in base ai feedback del discente.
Se l’automazione cambierà il lavoro, la formazione dovrà cambiare più veloce del lavoro stesso. Qui si è vista questa accelerazione.

Il monito che resta inciso
Nel discorso inaugurale, Antonio Patuelli ha fissato una regola che attraverserà i prossimi anni: “Viaggiamo verso una massiccia diffusione dei nuovi sistemi tecnologici di pagamento ed è indispensabile raggiungere la certezza del diritto basata sulla certezza della legalità. I sistemi di pagamento non devono essere solo efficienti e meno costosi possibile, ma anche rispettosi della legalità.”

Cosa resta. E cosa comincia
Resta la sensazione di un’Italia fintech consapevole e competitiva.
Resta l’immagine di un sistema che dialoga senza più timore.
Resta un quadro internazionale in cui l’Italia può non solo seguire, ma guidare.
Resta la domanda chiave: come governare la prossima accelerazione?
Il Salone non ha dato risposte definitive, e per questo è stato credibile. Ha lasciato spazio. Ha creato domande giuste. Ha trasformato l’attesa in direzione.
Milano non ha descritto il futuro. Lo ha fatto vedere da vicino, mentre prende forma.

HANNO DETTO

ABI – Rita Camporeale, Senior Advisor International Affairs & Payments
Per Abi la rivoluzione non è tecnica, è culturale. “Non stiamo assistendo a un esperimento: il digitale è un passaggio culturale irreversibile”, ricorda Camporeale, sottolineando come lo smartphone sia diventato lo sportello bancario diffuso, quello che ognuno porta in tasca.
L’evoluzione normativa non frena: la nuova regolamentazione europea successiva alla PSD2 punta a maggiore protezione dei consumatori, maggiore armonizzazione e concorrenza. L’obbligo di parità commissionale tra instant payment e bonifico standard è una svolta che non riguarda solo la velocità, mentre il controllo IBAN-titolare in real time introduce maggiore sicurezza strutturale nel sistema. Tutto questo prepara il terreno verso l’euro digitale. Camporeale è chiara: “Come indica la BCE l’euro digitale non intende sostituire, ma integrare”. Il punto non è cambiare moneta, ma aggiungere uno strato digitale pubblico, interoperabile e privacy-by-design.

Intesa Sanpaolo - Raffaella Mastrofilippo, Responsabile Direzione Payments
Intesa costruisce un ecosistema che punta all’invisibilità del gesto di pagamento. Smartwatch, skipass, NFC anche in montagna, POS smartphone-based: “Pagare deve essere un gesto che non si pensa”, sintetizza Mastrofilippo.
Il sorpasso storico tra digitale e contante - 43% vs 41% - diventa un marker generazionale. La banca risponde con strumenti per chi dona, per chi incassa sul territorio, per chi opera nel sociale. Inclusione come infrastruttura, non come messaggio.
Il laboratorio Be - oltre un milione di clienti attivi - fa da camera di compensazione tra sperimentazione e rollout nazionale. Non esiste più un confine netto tra banca fisica e app: il cliente si muove, la banca lo segue.

CBI - Pilar Fragalà, Responsabile Sviluppo Business e Innovazione Servizi
CBI osserva l’istantaneo come opportunità e rischio: velocità significa anche vulnerabilità, se non accompagnata da infrastrutture adeguate. Fragalà sintetizza: “Il valore dell’instant payment esiste solo se è protetto”.
La risposta è una rete consortile che oggi collega oltre l’85% delle banche italiane e permette verifica diretta dell’intestatario, notifiche predittive in caso di discrepanza, segnali di rischio su IBAN sospetti. L’informazione circola, si arricchisce, diventa anticorpo sistemico.
Accanto al tema sicurezza si apre la strada del Request to Pay, che supera la logica passiva dell’incasso. Il debitore gestisce tempi, il creditore riduce insoluti e frizioni. Una grammatica nuova, che CBI ha già avviato nella PA. “Il rollout sarà completato entro febbraio 2026” - un passaggio che potrebbe ridefinire la relazione fiscale e istituzionale tra cittadini e Stato.

CRIF - Simone Capecchi, Executive Director
L’open banking è passato dalla teoria alla pratica. Quasi 60% delle sessioni si conclude con successo, segnale che l’utente non solo accede ai dati, ma li usa per ottenere credito, servizi personalizzati, scoring più preciso.
Capecchi pone l’accento su un ribaltamento culturale: “Il dato ci dice che l’utente sa cosa sta facendo e trova valore”. E soprattutto: chi condivide è più affidabile e solvibile, contrariamente ai timori iniziali del settore. Da qui un fronte ancora inesplorato: premiare il consumatore che condivide informazione utile.
Se il credito diventa trasparente, il pricing può diventare dinamico, personalizzato, meritocratico. È uno scenario che potrebbe mutare l’industria finanziaria con un impatto simile all’avvento dei tassi flessibili.

Mastercard - Luca Volpi, Vice President Product & Innovation
Mastercard introduce un concetto che potrebbe cambiare il mercato globale: AI genetica, un’intelligenza che non suggerisce più: esegue.
Volpi è diretto: “L’AI non deve solo suggerire. Deve agire”.
AI come agente significa un software che prenota viaggi, paga fornitori, ottimizza spese in autonomia, con supervisione umana.
Il paradigma cambia: non più bot, ma delega operativa certificata.
Sul fronte sicurezza, debutta Threat Intelligence, monitoraggio dark web per bloccare carte compromesse prima della frode. Sophia, l’assistente AI di Mastercard, porta questa potenza al consumatore finale, con interazione conversazionale che sostituisce il menu.

Nexi - Barbara Nicoli, Head of Merchant Services
La fotografia di Nexi è netta: contactless oltre 90%, ticket medi più bassi, prelievi in calo. Il digitale non cresce: si radica.
Nicoli afferma: “L’Italia sta convergendo verso l’Europa e lo fa con tutte le fasce d’età”.
La sicurezza è potenziata da AI antifrode già attiva, che nel prossimo ciclo diventerà anche front-end conversazionale. Per sostenere ritmo e complessità, Nexi investe 400 milioni l’anno in tecnologia e conta 3.000 professionisti IT europei.
La scala non è un numero - è la condizione necessaria per competere con big tech e wallet globali.

PostePay - Marco Siracusano, Amministratore Delegato
Un terzo dei pagamenti con carta in Italia passa da Postepay: un dato che fa sistema.
Siracusano è netto: “La nostra forza è l’omnicanalità: 12.000 uffici, app, web e rete LIS”.
La nuova piattaforma instant payment, il wallet da 14 milioni di utenti e gli smart POS per microbusiness confermano una visione costruita in vent’anni: dall’e-commerce prepagato ai servizi digitali integrati, fino a Postepay Connect che unisce telco, pagamenti e loyalty.
Meno attrito, più successo transazionale, antifrode AI-driven: la comodità diventa criterio competitivo.

Banca Sella - Andrea Pozzi, Head of Payments
L’instant payment in Sella non cresce: esplode. Volume triplicato, importo medio dimezzato, quota tra 30 e 40% dei bonifici giornalieri.
Pozzi lo definisce così: “Il 9 ottobre non è solo una data normativa, è un acceleratore culturale”.
Real time significa anche nuovi casi d’uso, dal pagamento condiviso tra amici al micro-trasferimento per servizi locali. Sella investe in tutorial,
spiegazioni chiare, design educativo: tassi di lettura doppi
rispetto alla media del mercato.
L’utente non solo usa - comprende. E quando comprende, adotta.

Visa - Luca Moroni, Head of Business Solutions Italia
Visa porta l’ultimo tassello: il mondo corporate. Oltre 60% dei tesorieri è digitale, il 70% usa carte corporate o virtuali per ottimizzare capitale circolante.
Moroni sintetizza: “La digitalizzazione non è tattica, è struttura”.
Il segmento under-36 unisce fiducia bancaria tradizionale e apertura a piattaforme integrate con gestionali e ERP. La direzione è chiara: non più pagamenti isolati, ma pagamenti dentro il software operativo dell’impresa.
In arrivo agent AI certificati Visa, che possono avviare un pagamento autonomamente e chiedere conferma solo nella fase finale. Automazione con controllo umano.

Nove visioni, una traiettoria univoca.
Il denaro diventa linguaggio digitale, il tempo di trasferimento scende a zero, la sicurezza diventa predittiva e non reattiva. La banca si sposta nel telefono, il payment non è più un evento: è un gesto fluido, spesso invisibile.
L’Italia sta entrando in una nuova fase: l’adozione non è più spinta dalla tecnologia, ma dall’abitudine. E quando un cambiamento diventa abitudine, non si torna indietro.

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