Sabaf chiude il 2021 con un utile in crescita del 71,2%

- di: Daniele Minuti
 
Il Gruppo Sabaf ha riportato i risultati finanziari consolidati per il 2021, anno chiuso con numeri molto incoraggianti, primo fra tutti un importante aumento dei ricavi che raggiungono la quota record di 263,3 milioni di euro (salendo del 42,4% su base annuale).

Il Cda di Sabaf ha approvato la relazione finanziaria annuale 2021

Positivo anche il dato relativo all'utile netto, che dai 14 milioni di euro del 2020 è arrivato a 23,9 milioni (aumento del 71,2%). Numeri che confermano il successo del percorso del Gruppo Sabaf, che ha raggiunto gli obiettivi di crescita organica in anticipo rispetto alle stime contenute nel piano Industriale 2021-2023. Questo però non frenerà l'ascesa, dato che si punta a continuare a rafforzare le relazioni tecniche e commerciali con i più importanti player del pianeta, a proseguire nel processo di internazionalizzazione oltre che ad allargare il parco delle sinergie con le società acquisite più recentemente.

Alla luce degli ottimi risultati dell'esercizio 2021, il Consiglio di Amministrazione di Sabaf ha scelto di proporre all'Assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo ordinario lordo del valore di 0,60 euro per azione (crescita dal valore di 0,55 di un anno fa) con stacco della cedola fissato per il 30 maggio e data di pagamento per il 1 giugno.

Le previsioni per il 2022 sono infine ottimistiche, con ricavi stimati nella finestra fra i 275 milioni di euro e i 280 milioni di euro (+5%/6% su base annuale) e una redditività stabile con i valori medi storici. In chiusura della nota arriva un commento del Gruppo guidato dal Ceo Pietro Iotti (nella foto) alla situazione globale e all'impatto delle variabili che stanno scuotendo il mercato.

"I dati consuntivi potrebbero discostarsi dalle previsioni a seguito degli impatti del recente conflitto tra Russia e Ucraina" - spiega il comunicato - "la cui evoluzione è difficilmente prevedibile. In merito, si segnala che il Gruppo Sabaf ha un'esposizione diretta non significativa verso tali mercati". Steso discorso per i rincari energetici e dei prezzi delle materie prime, effetti mitigabili grazie al footprint produttivo internazionale e alle azioni adottate (come l'aggiornamento dei listini di vendita e il fissaggio preventivo di prezzi di acquisto per forniture future).

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