Riforma Fiscale: stralcio delle cartelle dopo 5 anni e stretta ai furbetti

- di: Barbara Bizzarri
 

l Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare un nuovo decreto attuativo della riforma fiscale, il decimo della serie, dedicato al riordino del sistema della riscossione. L'obiettivo del governo è di renderla più "veloce ed efficiente", oltre che di snellire la montagna di debiti fiscali, cha al 31 dicembre scorso ammontava a 1.206,6 miliardi. Il nuovo provvedimento prevede innanzitutto un allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco, traducibile con cartelle a rate per tutti. Dall’anno prossimo si potranno pagare i debiti con il fisco in 84 tranche (sette anni) che diventano 120 (10 anni) per chi “dimostra” di avere problemi economici: questo è quanto emerge dalla bozza del decreto legislativo sulla riscossione, nuovo tassello che si va a inserire nel quadro della delega fiscale.

Riforma Fiscale: stralcio delle cartelle dopo 5 anni e stretta ai furbetti

“Su semplice richiesta del contribuente che dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà”, si legge nel testo del provvedimento, “l'Agenzia delle entrate, per le somme iscritte a ruolo di importo inferiore a 120 mila euro, concede la ripartizione del pagamento in 84 rate (per le richieste presentate nel 2025 e 2026); in 96 quote (per il biennio 2027-28) e in 108 a decorrere dal 2029”. Fino ad oggi il piano di recupero poteva arrivare al massimo a 72 rate.
Se invece il contribuente documenta la temporanea situazione di «obiettiva difficoltà», l'Agenzia autorizza il pagamento della cartella in 120 rate (dieci anni), anche per le somme che superano i 120 mila euro. Sarà poi un decreto del Mef a stabilire i parametri che occorre soddisfare per documentare i problemi economici e beneficiare di una dilazione di dieci anni. Comunque, per provare la sussistenza della situazione di difficoltà, per le persone fisiche e titolari di ditte individuali si fa riferimento all'Isee; per gli altri “all'indice di liquidità e al rapporto tra debito da rateizzare e di quello residuo eventualmente già in rateizzazione e il valore della produzione”.

Dal 2025 le cartelle inesigibili non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione introduce «il discarico automatico». L'Agenzia può anche procedere al discarico anticipato se rileva «la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale o l'assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti». L’obiettivo è sempre quello di sfoltire il magazzino fiscale dell’arretrato che ammonta ormai a 1.200 miliardi. Quello di Giorgia Meloni non è il primo governo che si affida allo stralcio delle cartelle, finora però il “discarico” era stato fatto su piccole somme e con leggi ad hoc, mentre adesso diventa strutturale: “Aiutiamo chi vuole pagare ma non riesce”, ha commentato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo (nella foto), che assicura: continueremo a "lottare contro i furbetti".

Dal 2024 cambia anche il calendario delle scadenze fiscali mentre diventa più semplice la dichiarazione precompilata. Il Governo ha infatti approvato il 23 ottobre scorso in Consiglio dei ministri due nuovi decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale, che si aggiungono ai due provvedimenti su riforma dell'Irpef e fiscalità internazionale varati la scorsa settimana a complemento della legge di bilancio.

Uno dei due testi approvati prevede "l'anticipo dal 30 novembre al 30 settembre del termine per la presentazione delle dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap". Per i soggetti Ires, invece, il termine viene "anticipato dall'ultimo giorno dell'undicesimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d'imposta all'ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d'imposta".

La modifica, specifica il testo, consente di "anticipare il controllo delle dichiarazioni e, conseguentemente, l'erogazione degli eventuali rimborsi da esso scaturenti. La disposizione, inoltre, consente di anticipare i tempi per la precompilazione delle dichiarazioni. La norma, infine, consente di anticipare l'approvazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale e, di conseguenza, la pubblicazione delle relative procedure software".

Dal 2025, invece, le dichiarazioni in materia di imposte sui redditi e di Irap potranno essere presentate a partire dal primo aprile, fermo restando il termine del 30 aprile per la disponibilità della dichiarazione dei redditi precompilata. Dal 2024, in via sperimentale, l'Agenzia delle entrate renderà disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata non solo per lavoratori dipendenti e pensionati, ma anche per i titolari di redditi diversi e per i titolari in regime di partita IVA. Verranno definiti meglio anche i contorni dell'autotutela: in caso di errore evidente da parte dell'amministrazione finanziaria, la stessa, di propria iniziativa o su istanza del contribuente, potrà provvedere a ritirare l'atto più velocemente rispetto a prima.

Il disegno di legge delega per la riforma fiscale è diventato legge il 4 agosto scorso. La Camera ha approvato in via definitiva il ddl con 184 voti favorevoli e 85 contrari. Questa la cornice con i principi e i criteri per la revisione del sistema tributario, che il governo dovrà tradurre in norme con specifici decreti entro i prossimi 24 mesi. L'esecutivo dovrà però fare i conti con le risorse a diposizione e con ogni probabilità le prime misure ad essere attuate saranno quelle che non richiedono coperture.

Tra le novità più significative la riduzione delle quattro aliquote Irpef, l'Iva azzerata per i beni di prima necessità, sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. "Una vera e propria svolta per l'Italia", ha detto Giorgia Meloni"Siamo riusciti a portare a casa un grande risultato - ha aggiunto il vice ministro all'economia, Maurizio Leo - è una riforma storica".

Per renderlo operativo come detto servirà l'approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune "coperture" finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 "tax expenditures", che hanno un costo di 165 miliardi, ma nel corso dei prossimi due anni serviranno ulteriori risorse per rivedere il sistema delle entrate.

Inoltre, è stata istituita una commissione ad hoc per trovare le soluzioni per ridurre il magazzino delle cartelle non riscosse. La commissione, secondo il Dlgs, procede all'analisi del magazzino e successivamente relaziona il ministro dell'Economia proponendo “le possibili soluzioni, da attuare con successivi provvedimenti legislativi, per conseguire il discarico di tutto o parte del magazzino”. La road map individuata per cancellare le cartelle inesigibili è la seguente: entro il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010; il 31 dicembre 2027 per quelli affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per quelli dal 2028 al 2024.

In occasione dell’incontro sulla riforma del fisco svoltosi a Palazzo Chigi, Giovanni Da Pozzo, vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, ha dichiarato: “Bene un impianto di legge delega che si propone di perseguire una riforma complessiva del sistema fiscale con gli obiettivi di stimolare la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, di contrastare evasione ed elusione, di semplificare gli adempimenti e di rafforzare la certezza del diritto. La complessità del cantiere che si apre sollecita l’adozione di un metodo di confronto programmato e strutturato con le parti sociali”. “Emerge - ha proseguito Da Pozzo - la prospettiva di una riforma complessiva dell’Irpef, all’insegna della conferma del principio di progressività e con obiettivi di equità orizzontale, agendo sui versanti della riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, di una no tax area senza disparità tra lavoro dipendente e pensionati ed anche perseguendo una estensione della flat tax”.

Quanto ai redditi d’impresa, per Confcommercio sono “importanti le scelte, sia in materia di Irpef che di Ires, che intendono favorire il reinvestimento degli utili in azienda, premiando gli investimenti in innovazione e la costruzione di nuova occupazione. Va però chiarito il percorso di progressivo superamento dell’Irap, accompagnato dal ricorso ad una sovraimposta Ires al fine di garantire il finanziamento del servizio sanitario”.  Per quel che riguarda l’Iva, invece, “gli interventi di razionalizzazione non dovranno comunque tradursi, a nostro avviso, in un incremento complessivo della tassazione indiretta su beni e servizi”.

In materia di fiscalità green, con particolare riferimento all’accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, Da Pozzo ha ribadito l’esigenza di “un approccio che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sarà necessaria particolare attenzione agli sviluppi delle scelte europee in materia ed occorrerà preservare misure indispensabili per la competitività delle imprese italiane dei trasporti. Ed andrebbe previsto un principio di allineamento della accisa sui carburanti ai valori medi europei”.

“Bene - ha concluso il vicepresidente di Confcommercio - la semplificazione degli adempimenti e la promozione di compliance come assi per favorire l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, anche attraverso strumenti volontari di concordato preventivo. Ed importanti, in questo contesto, la qualificazione dello Statuto dei diritti del contribuente come legge generale tributaria e il riordino della normativa nella prospettiva di un unico Codice tributario”.   

Mentre Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici aderente a Confcommercio, sottolinea: "Prendiamo atto della bocciatura degli emendamenti all'articolo 13 sul riordino dei giochi pubblici. Sarà importante che il principio dell'equilibrata distribuzione tra punti specializzati e punti generalisti trovi spazio quantomeno nei decreti delegati e che i termini 'razionalizzazione-specializzazione-concentrazione dell'offerta' indicati nella legge non rappresentino invece un ostacolo. È sotto gli occhi di tutti l'importanza strategica della rete generalista nell'assicurare, su tutti i territori, obiettivi di interesse pubblico come la tutela dell'utente, con l'offerta di prodotti misurati e controllati dallo Stato, il presidio di legalità per contribuire all'ordine pubblico, la garanzia del gettito erariale e i livelli occupazionali. Auspichiamo che lo Stato vorrà continuare ad avvalersi della grande capacità della rete generalista nella gestione della distribuzione di prodotti altrettanto delicati come alcool, superalcolici e tabacchi, anche puntando ad una concreta qualificazione dell'offerta in termini formativi degli operatori per la prevenzione delle dipendenze". 

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