I ricchi stranieri dovranno rimettere mano al portafoglio per risiedere in Italia

- di: Redazione
 
Molti Paesi, soprattutto negli ultimi anni, si sono ingegnati per accrescere l'interesse dei ''super-ricchi'' (categoria che si è andata moltiplicando in modo esponenziale, come certificato da studi, ricerche e analisi) affinché trasferiscano la loro residenza fiscale, dando, in cambio di somme più o meno consistenti, una legislazione fiscale favorevole.
Non bisogna andare molto lontano perché, non parlando dei paradisi fiscali (isolette o piccoli territori, che ingrassano le loro casse grazie a residenze di comodo, spesso una casella fiscale o un file presso un notaio locale), basta vedere come altri Paesi europei abbiano adottato politiche fiscali fatte per ingolosire chi, ricco e anche più, possa trovare conveniente spostare la sua residenza fiscale, con il supremo obiettivo di guadagnare, sempre e comunque, risparmiando.

I ricchi stranieri dovranno rimettere mano al portafoglio per risiedere in Italia

Anche l'Italia, nel tempo, si è accodata a questa semplice manovra, offrendo ai ricchi una residenza fiscale, non certo gratuitamente (parliamo di una imposta sui redditi maturati in un diverso Paese), ma alla modica somma di centomila euro. Una cosa in cui tutti ci guadagnato: i super-ricchi, perché trovano condizioni fiscali meno aggressive o afflittive; lo Stato italiano, perché comunque incamera denaro fresco.
Con un evidente squilibrio, comunque, perché i centomila euro sono un affarone per chi si trasferisce, fiscalmente in Italia, mentre per lo Stato è un ''incasso'' che potrebbe essere poco più di una ''donazione'' simbolica, non potendo capire se questo preluda a investimenti nel Paese. Cosa che, in fondo, a livello di aspettativa, era alla base del provvedimento.

Un errore di valutazione? No, di certo. Ma forse si sarebbe potuto osare di più, parlando di soggetti che hanno ricchezze personali enormi e, soprattutto, affari che, spaziando per tutto il mondo, potrebbero ancorarne anche in Italia, non per gratitudine, ma perché conviene.
Nel dubbio, potremmo commentare, il governo ha deciso di cambiare passo alzando da cento a duecentomila euro l’imposta sostitutiva per i redditi esteri per chi decide di spostare in Italia la residenza fiscale.
La decisione, ufficializzata dal ministro Giorgetti, è certamente importante, perché razionalizza una soglia che, precedentemente, era sin troppo favorevole per chi decide di fruirne, anche se i suoi effetti sono tutti da verificare.

Nel senso che non si sa come essa abbia impattato concretamente sui ''ricchi'' di cui sopra, molti dei quali, dopo avere spostato la loro residenza, non è che abbiano fatto capire granché circa le loro effettive intenzioni di investire in casa nostra.
Quindi i centomila euro, per loro alla stregua di noccioline, sono stati un piccolo obolo, in cambio del quale hanno avuto ricadute positive ben più maggiori di quanto sborsato.
Si potrebbe comunque eccepire che, di fronte a un innalzamento della tassa, vista come un balzello iniquo (i patti non si cambiano in corso d'opera), qualcuno dei Paperoni possa decidere di fare marcia indietro.
Certo lo Stato ci rimetterà qualche decina di migliaia di euro, ma vuoi mettere la soddisfazione?
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